“Oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19, 1-10) è il brano scelto dal vescovo Giuseppe per la Visita pastorale alla Diocesi di Nocera Inferiore Sarno. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” le parole con cui ha iniziato ogni incontro nella parrocchia Sant’Antonio di Padova, a Poggiomarino, che ha visitato dal 6 al 12 ottobre. Lo ha ripetuto nelle scuole, nella casa di riposo, agli ammalati, ai giovani, ai bambini, ai due centenari della città, nelle fabbriche, alla società civile, al consiglio pastorale e durante le Celebrazioni Eucaristiche, quando ha incontrato i movimenti e durante le Confessioni. Mons. Giudice non ha lasciato nessuno indietro, ha gioito in ogni occasione. Possiamo davvero dire di aver vissuto sette giorni da… Dio!

Non sono mancate le occasioni in cui ci siamo riscoperti fragili, momenti in cui sono emerse mancanze e debolezze. I banchi vuoti in Chiesa quando il Vescovo ha celebrato la Messa vespertina devono farci riflettere, come l’Adorazione Eucaristica a cui mancavano molti movimenti impegnati in parrocchia. Come ha ricordato padre Aldo nel suo saluto iniziale, siamo in una fase in cui la comunità vive una fede troppo intimistica, che ha paura di uscire dalle “mura amiche e familiari”.

Gli incontri. Il vescovo Giuseppe ha incontrato gli 11 movimenti presenti in parrocchia, ha ascoltato le parole di ogni responsabile e a tutti ha lascito un interrogativo: in che modo viene accolto chi ha ricevuto il Battesimo e l’Eucaristia ma non fa parte di nessun gruppo? Mons. Giudice, in un accorato invito a stare attenti alle divisioni e agli steccati, ha ricordato che “l’altare è uno, il parroco è uno, come la mamma e il papà e che nessuno deve sentirsi escluso”.

«Fondamento di ogni gruppo sia la Parola – ha aggiunto –, non secondo me ma secondo Dio!, il Pane Eucaristico, i piccoli, chi è fragile e si affida e si fida di noi. Spesso siamo diversamente abili perché guardiamo l’altro con gli occhi di chi giudica e non ama».

Il Vescovo, che a Poggiomarino è di casa, viste le 23 presenze in città, ha saputo “accarezzare” in ogni occasione il suo gregge facendo emergere il Cristo che ama la sua Chiesa: «Sono qui per incoraggiarvi, non una visita fiscale, medica o di cortesia, voglio sedermi a casa vostra, in una parrocchia che è periferica come territorio ma centrale come fede. Per voi desidero uno sguardo positivo. Vi prego, non abbiate uno sguardo da cristiani tristi e arrabbiati. Cristo ha uno sguardo semplice, appassionato e credente. Il vostro pastore è qui per conoscere ogni pecora del suo gregge, per sostenervi, per incoraggiare una Chiesa che vive in questo mondo confuso e complesso».

I fuori programma. La Visita pastorale è andata oltre gli incontri “in agenda”. Il vescovo ha assaggiato le prime castagne dell’anno, condividendo il pranzo con i sacerdoti e le suore. Ha incontrato gli Amici dell’Adaap, attento alle problematiche degli ultimi. Ha fatto visita a nonna Maria e nonno Giovanni (203 anni in due) con un simpatico scambio di zuccotto. Numerose le battute durante l’incontro con i giovani che non si aspettavano ci fosse un altro “giovane” a parlare con loro.

Paterna la frase rivota a padre Bruno – vuoi aggiungere qualcosa? – durante il consiglio pastorale, segno di accoglienza e rispetto per il “sacerdote dei carismi” che ha recentemente festeggiato il 50esimo anniversario di sacerdozio.

Il saluto. Mons. Giudice ha salutato la comunità dicendo: «penserò a Poggiomarino paragonandola al “Palazzo di Cristallo”, dimora ottocentesca adibita a scuola secondaria. Una struttura pulita, importante, una realtà viva dove splendono i valori e le radici del passato, custoditi e accolti dalle nuove generazioni».

Gesù ha posato il suo amorevole sguardo sulla nostra città. Gli Zaccheo poggiomarinesi ne avevano proprio bisogno. Grazie Eccellenza, grazie per quel “ci vedremo la Domenica delle Palme”. Da Gerico a Gerusalemme, attraversando le strade di Poggiomarino.

La comunità parrocchiale