Premessa

Prima di soffermarci sui luoghi di interesse archeologico di Nuceria, mi pare conveniente dire che la Valle del Sarno, in cui insiste l’Agro nocerino -sarnese, in età protostorica fu abitata da popolazioni indigene dette dei Sarrastri.

Con l’invasione sannitica della Campania, dopo la sottomissione di Capua, nel 421 di Roma, da una tribù sannitica dello stesso nome, Nuceria si denominò “Alfaterna”.

Questa città nel 280 a.C. fu a capo della lega delle città osche; coniò monete con l’iscrizione Nuvkrinum Alfaternum.

Dopo che i Romani assoggettarono i Sanniti, Nuceria chiude la tradizione di città libera e subisce l’influenza romana. Fu in questo periodo che essa si denomina anche “Constantia”. La città fu messa a ferro e a fuoco da Ruggiero il Normanno nel XII secolo. I Nocerini, sparsisi per la media e alta Valle del Sarno, dettero origine a tanti pagi, alcuni dei quali divennero, nel tempo, piccole città, come Pagani, Angri, Nocera dei Pagani, così detta dal Cinquecento in poi, anche se tale denominazione, fino al settembre del 1986, rimase ad indicare solo la Diocesi.

Il primo gennaio del 1851 Nocera prese l’appellativo di “Inferiore” nella parte occidentale, formando Comune a sé; mentre nella parte orientale, circoscritta entro le mura di Nuceria Alfaterna, si chiamò “Nocera Superiore”.

Mura e vie

Una parte delle mura di Nuceria rimane visibile nel villaggio Pareti. Altri ruderi di esse sono nella zona di Pucciano, in contrada Trebulonia. Anche nella parte settentrionale sono avanzi cospicui di mura, di evidente fattura romana, con costruzioni in opus reticolatum.

Con le mura assumono interesse precipuo anche le porte della città: Porta Romana, nel villaggio omonimo; Porta Stabiana, nella via S. Pietro; Porta Maggiore, che, venendo da Salerno, per il valico di Materdomini, raggiungeva la Montagna Spaccata; e Porta Pompeiana, sulla via consolare.

Anfiteatro e ruderi di altri edifici sacri e civili

A Grotti è l’anfiteatro, grande quasi quanto quello di Pompei. L’anfiteatro nocerino fin dal 79 era in piena efficienza.

Altri imponenti ruderi sono in prossimità delle mura di Pareti; essi appartennero, secondo il Fresa, a caserme di presidio o a fortilizi situati ai lati della porta di Stabia. Sempre in Pareti, zona centrale, altro edificio pubblico. Il Fresa a tal riguardo parla di tempio, e poi anche di basilica e di foro. A Pareti è anche il teatro.

Nel 1842 nella zona S. Pietro fu portato in luce un edificio termale e, nel 1932, anche un acquedotto.

In tutta la zona a monte, che va da Pucciano al Vescovado, è la Necropoli nocerina.

La Rotonda

Esemplare, per antichità e per struttura, è il Battistero di Santa Maria Maggiore, che, con vasca battesimale situata al centro, è secondo soltanto a quello di S. Giovanni in Laterano a Roma. Il “Tempio” è di forma circolare, e il rivestimento marmoreo della vasca è decorato con croci di stile greco, i cui bracci terminano in forma lunata. Fu costruito nel secolo VI, forse con resti di templi pagani.

Il tempio paleocristiano, o “Rotonda” per la sua forma circolare, è uno degli esempi classici di edifici sacri. Grandioso il carosello delle 15 colonne binate, con i bellissimi capitelli di stile corinzio e gli arabeschi alle basi. Le colonne sono di marmo cipollino per la cintura esterna e di granito grigio, travertino, alabastro orientale le altre. Interessanti gli affreschi, tutti con intenti catechisti ci; tra di essi i due raffiguranti Cristo Pantocratore, o Signore del mondo, e la Madonna in trono.

L’edificio funzionò da Battistero per la Valle del Sarno, e, fino al secolo IX, anche da cattedra del vescovo nocerino, essendo il tempio entro le mura della città. È certo che dal secolo XIV la sede vescovile fu trasferita da qui al monastero benedettino di S. Prisco, dove è tuttora.

Importanza archeologica di Sarno

La città di Sarno, dal punto di vista archeologico, non è seconda a Nocera, se essa custodisce tesori di grande interesse archeologico, come il teatro a Foce e, a pochi passi da esso, il millenario santuario di S. Maria. A qualche chilometro dal santuario sono le mura dette d’Arce su cui correva l’acquedotto, costruito forse da Claudio imperatore, anche se il Maiuri lo ritenne di epoca augustea. Attraverso quell’acquedotto, l’acqua del Serino arrivava alle ville imperiali di Baia e di Pozzuoli.

Tutta la zona pedemontana del Sarno, fino al valico di Codola (Passo “dell’Orco”, in ricordo del passaggio di Annibale per quel luogo) è tutta zona archeologica. Si parla di avanzi di un tempio di Minerva sul castello medioevale e di un castrum Augusti sulla collina di S. Maria a Castello di Lanzara.

Anche il castello di Sarno, la cui costruzione risale a qualche secolo prima del Mille, inserito com’è a pieno titolo nelle costruzioni difensive nocerine, tra le quali il castello del Parco e quello di Roccapiemonte, ebbe la sua importanza fondamenta le in tutto il regno di Napoli.

Il museo archeologico dell’Agro sarnese, ricco di reperti attestanti l’insediamento su questo territorio fin dal IV millennio prima di Cristo, è oggi allogato presso il palazzo di Michelangelo Capua nel centro storico del la città.

Il Museo dell’Agro

Non può passare sotto silenzio il Museo dell’Agro nocerino, istituito nel 1964 dalla provincia di Salerno ed inaugurato il 4 luglio del 1965. La sede è presso il convento S. Antonio dei Padri Conventuali di Nocera Inferiore. Oltre a documentare le fasi salienti della gente che abitò la Campania, in esso, costituito da tre sale, sono stati raccolti i materiali archeologici rinvenuti qua e là nell’Agro.

Nella prima sala sono reperti di antichità romana; nella seconda sono le monete nocerine con altre presenze; nella terza, invece, sono arredi di tombe riportate alla luce tra Pareti e Pucciano negli anni 1961-64. Questi corredi funerari hanno fornito dati di importanza fondamentale per la ricostruzione della vita di Nuceria, soprattutto per quanto attiene all’età etrusca e sannitica.

Di particolare interesse alcuni vasi di bucchero: una coppetta e una oinochoe trilobata. Sulla ciotola è graffita un’iscrizione in alfabeto euboico e in lingua greca; sull’altra, invece, è incisa un’iscrizione in alfabeto encorico, detto “di Nocera”.

Le due Diocesi

Ma Nuceria e Sarno furono anche centri Diocesi importanti della Campania.

Le Diocesi di Nocera dei Pagani e quella di Sarno, anche se hanno avuto origini diverse, nello svolgersi della loro attività nei secoli sono state caratterizzate tutte e due da presenze importanti di Vescovi.

L’origine della Diocesi di Nuceria è del III secolo inizi IV dell’éra cristiana, con il primo vescovo, Prisco, nocerino; invece quella di Sarno è del 1066, con il primo vescovo, Riso.

Varie le vicende che le caratterizzano. La Diocesi di Nocera fu più volte soppressa e ricostituita, ospitò nel castello di Nocera papa Urbano VI nel secolo XIV in pieno scisma d’Occidente.

Quella di Sarno, più volte unita alla Diocesi di Cava, accolse per qualche giorno Gregorio VII, esule a Salerno nel secolo XI.

La Chiesa Cattedrale di Nocera, ricostruita nel secolo XVII dal vescovo Simone Lunadoro, custodisce tele preziose del Solimena e di altri artisti, mentre la Concattedrale di Sarno, del secolo XVII, è impreziosita da artistiche opere d’arte, in modo particolare da un cassettonato nel quale sono tele del Solimena e di altri artisti famosi.

Per la ristrutturazione delle circoscrizioni ecclesiastiche, con decreto del 30 settembre del 1986, le due ex Diocesi furono fuse nell’unica, con il titolo Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, guidata dal vescovo S.E. Gioacchino Illiano per quasi 24 anni. Dal 4 giugno 2011 S. E. Mons. Giuseppe Giudice è il pastore della diocesi.