L’omelia della Messa Crismale 2021 che il Vescovo ha presieduto nella Cattedrale di San Prisco. La Celebrazione è ritornata dopo la pausa forzata dello scorso anno a causa del primo lockdown. Durante la Santa Messa vengono benedetti gli oli del Crisma, degli Infermi e dei Catecumeni.

 

Sorelle e Fratelli, carissimi Presbiteri, Diaconi, Religiosi e Religiose, Battezzati e Cresimati, Seminaristi, Gloria e Pace!

Gloria e Pace, non è soltanto il canto degli angeli sulla stamberga di Betlemme, ma è anche il contenuto di ogni celebrazione eucaristica, frutto della Pasqua.

Siamo qui, radunati di nuovo nel Cenacolo dopo la dispersione pandemica, per dare gloria a Dio – soli Deo gloria! -, e per accogliere il dono pasquale – Pace a voi! –.

Gloria e Pace dalla sua culla!

Gloria e Pace dal suo sepolcro!

Il legno tenero della culla e quello duro della croce vanno tenuti sempre insieme per dare gloria a Dio, Sommo Amore, e pace ai doloranti figli della terra, Sommamente amati.

Gloria e Pace è il canto e l’augurio di Pasqua!

 

E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? (Gv 5,44)

 

Cercare la gloria di Dio come il segno dell’olio, il cui profumo sale verso il Cielo (Dio), e scende come unguento balsamico sull’uomo per profumarlo, dargli vigore e curarne le ferite.

Gloria e Pace! Dio e l’uomo: sono le coordinate dalle quali non bisogna mai uscire, se vogliamo veramente celebrare la Pasqua.

 

Per coniugare Gloria e Pace, vogliamo farci accompagnare quest’anno da una figura, che potrebbe sembrare assente nei giorni di Pasqua; invece, a ben riflettere, nell’ombra e nel silenzio si nasconde nella trama e nell’ordito dell’arazzo pasquale: il falegname di Nazareth.

Egli non cerca la gloria, ma dà gloria a Dio; egli è un uomo stabilizzato nella pace interiore.

Gloria e Pace dunque anche nella e dalla vita di San Giuseppe!

Vissuto per la gloria di Dio, da uomo giusto, artigiano di pace, dona pace e serenità, e in pace se ne va da questo mondo, avendo – secondo la tradizione – accanto Gesù e Maria.

Sposo della Beata Vergine Maria; padre Putativo di Gesù, creduto tale; Custode del Redentore; Fedele nutrizio; Uomo dei sogni; Protettore della Chiesa, egli, con cuore di padre, ci accompagna anche come custode delle vocazioni (cfr. Messaggio del Santo Padre per la 58° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 25 aprile 2021).

 

Per celebrare la Pasqua con cuore trasparente, entriamo nella bottega di Giuseppe e saremo investiti dal profumo di una limpida gioia, dall’odore della semplicità, dal gusto del lavoro assiduo e serio; e chiediamo all’artigiano di Nazareth di piallare qualche angolo spigoloso del nostro carattere, di oleare qualche cardine della nostra vita, di limare qualche sporgenza del nostro pensiero.

Gli chiediamo di forgiare – secondo il sogno di Isaia – le spade in vomeri e le lance in falci (cfr Is. 2,1-5) per dissodare il campo minato della pace e, con la nostra vita unta di Crisma, dare gloria a Dio.

Nazareth è icona di