Messaggio per l’Avvento 2020. Il Vescovo ci aiuta a riflettere con “Sì, vengo presto! Attraverso le pagine del Messale, incontro al Signore che viene”

 

 

 

Sì, vengo presto!
(Ap 22,20)

Carissimi,

quest’anno, inedito e singolare, l’inizio dell’Anno Liturgico coincide con l’accoglienza nelle nostre comunità della terza edizione del Messale Romano, dono e impegno per tutti. Dono da accogliere con gratitudine e impegno a formare le nostre comunità, utilizzando i tanti sussidi offerti, a crescere e maturare nella spiritualità liturgica.

 Sì, vengo presto!

E ci accorgiamo che non è scadenza di calendario; non è questione di orologio, ma è tempo di Dio, kairòs, che si dilata e accoglie le sue venute, senza che ci è dato di conoscerne l’ora esatta.

Venuto, Veniente, Verrà e, nel frattempo, la vita diventa vigilia di amore in attesa della Sposo, luce riflessa nelle nostre piccole veglie di fatica e di amore. Poiché è venuto una volta, e viene continuamente, siamo certi che verrà; e l’attesa è giocata sulla fedeltà alla sua Parola. Ne siamo certi, della certezza della fede, semplicemente perché ce lo ha detto Lui. Le pagine del Messale, allora, sfogliate con la fede della Chiesa, ci aiutano ad attenderlo e ad accoglierlo in una pluriforme presenza (SC 7) che, pur nascondendosi, sempre ci precede sui sentieri della grazia, e ci aspetta a Messa, “è presente nel sacrificio della messa… soprattutto sotto le specie eucaristiche” rimandandoci verso i poveri in attesa.

Il Messale è il libro liturgico di tutte le stagioni della vita e della Chiesa; è spazio di fedeltà alla preghiera ecclesiale, luogo di creatività al soffio dello Spirito e segno concreto di speranza per la nostra carestia spirituale.

Il Signore, atteso nell’Avvento, si dona nel tempo di Natale. Si fa seguire nel Tempo Ordinario ed ordinato; si fa esodo nel Tempo Quaresimale e Luce Crocifissa a Pasqua, cuore dell’Anno che sempre batte. Scende come fiammelle a Pentecoste e, mandando la Chiesa ai crocicchi, si fa strada nell’Ordinario del tempo. Ancora ci raggiunge nella vita di Maria e dei Santi, e si fa compagnia silenziosa nei nostri Defunti, mentre sempre celebriamo la centralità della Pasqua. In ogni sacramento si fa segno e ci insegna l’appuntamento, oltre il rito, nelle ferite e nelle piaghe del prossimo.

Di Domenica in Domenica, di festa in festa, fino a quella Domenica su cui il sole non tramonterà, il Messale segna le stagioni della vita e della fede, le tappe dell’esistenza, le ore di luce e di buio e ci suggerisce le parole adatte, impregnate di mistero, per pregare come Chiesa, in questo tempo e in ogni tempo.

Nei giorni del calendario liturgico, il Messale è il nostro compagno di viaggio, e in modo discreto ci invita a passare dal carpe diem al carpe Deum.

Mentre noi cresciamo e invecchiamo, e i suoi fogli ingialliscono e si sgualciscono, lo Spirito ringiovanisce la Chiesa maturando il suo desiderio di incontrare lo Sposo.

Oltre i gesti e le parole, i canti e i colori, i sensi spirituali, le pause di silenzio orante, il cuore credente ascolta con accenti nuovi la parola del Cristo dell’Apocalisse: Sì, vengo presto! Amen. Vieni, Signore Gesù; e attinge manciate di speranza, da offrire ai tanti viandanti, oggi più che mai, impastati nell’attesa di un mondo nuovo.

 

Vi benedico

Nocera Inferiore, 23 novembre 2020

 

+ Giuseppe Giudice, Vescovo