Scarica Opuscolo Note per una settimana della Parola Quaresima 2019

Luca, l’evangelista che ci guida nelle liturgie domenicali dell’anno “C”, è quello che più degli altri sottolinea il ruolo dello Spirito Santo nella vita della comunità cristiana e, in particolare, mediante la Scrittura, memoriale vivente dell’evento Cristo. La sua missione pubblica comincia sotto questo segno nella sinagoga di Nazaret: “Lo Spirito del Signore è sopra di me … Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (4, 21). E si conclude, al momento dell’Ascensione, con le ultime istruzioni agli apostoli: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati … Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso …” (cf 24, 46-49). Così la vita della Chiesa di Gerusalemme comincia con il discorso di Pietro “nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi”: “Era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo riguardo a Giuda…” (At 1, 16). E, ricostituito il numero dei Dodici, attendono tutti il Dono promesso dall’alto.

Dunque lo Spirito Santo, vincolo di amore trinitario che fonda e anima la comunione ecclesiale per la missione evangelizzatrice, ha il compito di far ricordare tutto ciò che Gesù ha detto (Gv 14, 26) e di guidare i suoi discepoli alla verità tutta intera (Gv 16, 13) cioè ad una comprensione sempre più perfetta e attualizzante del Vangelo. Ecco perché la terza persona della SS.ma Trinità è associata da sempre al mistero dell’ispirazione delle Sacre Scritture e della loro corretta interpretazione nella Tradizione ecclesiale di cui il Magistero è espressione e voce più autorevole.

La Quaresima, che segna le ultime tappe del cammino catecumenale in vista del Battesimo nella notte di Pasqua, è per tradizione, un tempo particolarmente propizio per l’intera comunità cristiana per ritornare alle fonti scritturistiche della propria fede e riscoprire, nel dono della Parola divina (il grande evento che, grazie ad esse, accade nella liturgia), il sostentamento spirituale che insieme alla “manna” eucaristica deve nutrirla e farla crescere ogni giorno.

Perciò le schede seguenti vanno ben oltre l’iniziativa della “Settimana della Parola” ispirata all’impegno postgiubilare proposto da Papa Francesco (Misericordia et Misera, n. 7). Si tratta di materiali che sarà sempre possibile riprendere, modificare e adattare alle più disparate iniziative pastorali che si vanno a realizzare durante l’anno. E questo proprio a partire dallo stesso spessore teologico della Scrittura in quanto tale.

A questo proposito, per chiarire il concetto, possiamo notare che i nostri fratelli musulmani chiamano il loro libro sacro col nome di “Al Corano”, cioè “La Lettura”, a significare che, nell’atto di leggere le parole scritte dal Profeta, si ha un contatto spirituale con Dio.

Diversamente, nella tradizione giudaico-cristiana parliamo di Sacra Scrittura (non “Sacra Lettura”), per esprimere più intensamente il loro valore sacramentale non solo cioè di strumento, ma anche di segno della presenza di Dio, un po’ come il cibo eucaristico: esso è già in se stesso corpo e sangue del Signore e non solo al momento della sua fruizione da parte nostra. Nell’evo antico (ma ancora oggi in alcune Chiese e monasteri!) davanti alla Bibbia arde una lampada simbolo di fede, così come normalmente si fa per il tabernacolo del SS. Sacramento.

E ciascuno, con i mezzi culturali oggi a disposizione, potrà approfondire l’idea stessa di ispirazione nel senso non solo passivo (= libro voluto, suggerito e messo per iscritto ad opera dello Spirito Santo) tipico della tradizione cattolica, ma anche nel senso attivo (= libro che soffia in noi lo Spirito divino) proposto dal mondo protestante.

In conclusione pur restando vero e assodato che la “Parola di Dio” non si può identificare riduttivamente con la sola “Sacra Scrittura”, è pur vero che essa è strumento imprescindibile per entrare in comunicazione con Dio. Il testo scritto mi testimonia che Dio ha parlato, si è rivolto a degli uomini in particolare per raggiungere altri. La Parola viva di Dio, il Figlio fatto uomo, fatto pane, fatto testo per opera dello Spirito Santo, si rivolge in modo personale a ciascuno per costruire un rapporto di alleanza, di comunione duratura e fedele con sé e nell’intera comunità che, insieme, legge e ascolta, interpreta e attualizza, grazie al ruolo interpretativo dello Spirito stesso.

don Carmine Citarella