Riconciliazione e visita agli ammalati: aspetti da recuperare. Lo afferma il Vescovo nella lettera inviata al presbiterio diocesano. Monsignor Giuseppe Giudice ricorda le modalità da adottare per la confessione e l’unzione degli infermi

 

A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati (Gv 20,23)

“Signore, ecco, colui che tu ami è malato” (Gv 11,3)

 

Carissimi,

permettete che con cuore di padre venga a sottolineare due aspetti della pastorale che, causa situazione pandemica, sono andati molto in affanno e rischiano di essere dimenticati.

Mi riferisco al Sacramento della Riconciliazione (confessione) e la Visita agli Ammalati.

Il distanziamento sanitario spesso ha preso il volto di un distanziamento sociale e c’è il rischio che diventi anche ecclesiale. A volte si odono nelle nostre comunità le domande: è possibile oggi confessarsi? È permesso? Questo sacramento consente il distanziamento? Si possono visitare gli ammalati?

Il tempo quaresimale che stiamo vivendo può essere opportuno per ridare vigore a questi due momenti pastorali, che restano essenziali.

 

Innanzitutto è opportuno riprendere, con le dovute precauzioni, il ministero della Riconciliazione.

La gente, smarrita e isolata, ha bisogno di incontrare ministri dell’accoglienza e della misericordia. So che, a volte, è un ministero pesante, ma permette un incontro cuore a cuore, come quegli incontri di Gesù con le persone che avvenivano tra la folla.

La situazione che viviamo non ci permette di organizzare grandi celebrazioni penitenziali, ma questo non significa che dobbiamo omettere la confessione, educando quasi a un fai da te che potrebbe avere conseguenze negative, scivolando in un protestantesimo in atto.

Vi invito, pertanto, a programmare delle mattinate o dei pomeriggi nei quali vi rendete disponibili per l’ascolto delle confessioni, invitando anche presbiteri esperti per questo ministero.

È un servizio che le nostre comunità si attendono, non solo in preparazione alla Pasqua, ma come stile di una comunità che innanzitutto ascolta e perdona, prima che i nostri fedeli si rivolgano ad altre botteghe. Sarebbe opportuno anche in seguito stabilire un giorno alla settimana, magari un pomeriggio solo per le confessioni; così, come abbiamo l’orario per la messa, la nostra gente si abitua ad avere giorni, orari e luoghi per il sacramento della Riconciliazione, in modo che anche i presbiteri possano esercitarlo con grande serenità e senza fretta.

Potrebbe essere un bel segno per accogliere e ascoltare le persone e rieducarle a questo sacramento così importante per la nostra vita spirituale, evitando che il senso del peccato vada sempre più scolorendosi nelle nostre coscienze.

Conto molto, carissimi, sulla vostra generosità di presbiteri, chiamati e mandati ad essere ministri della Riconciliazione e a curare la salute spirituale vostra e dei fedeli.

 

Il secondo aspetto che voglio sottolineare è la Visita agli ammalati. Anche qui la pandemia ci ha allontanati e generato dentro di noi una sorta di paura da contagio che, non poche volte, rasenta la pigrizia spirituale.

Certamente non siamo nel tempo dell’emergenza quando, per custodire i nostri ammalati, abbiamo dovuto sospendere le visite.

Con coraggio e prudenza, è bene riprendere questo ministero perché, visitando l’ammalato noi incontriamo la famiglia e il Vangelo della sofferenza può essere annunciato.

Quando dico visita agli ammalati non mi riferisco in questo momento al mondo dei ministri della comunione, ma penso soprattutto a Voi presbiteri. È bene, carissimi, che come presbiteri riprendiamo la visita agli ammalati per portare consolazione, per confessare e donare Gesù eucarestia e celebrare secondo le indicazioni il sacramento dell’Unzione degli infermi. Rileggiamo il testo dell’apostolo Giacomo (5,14-15): Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 

Gli ammalati, anche se non lo dicono, aspettano il parroco, il sacerdote, quali ministri ordinari della Riconciliazione e del perdono.

Inchiodati al letto o su una sedia, fasciati dal silenzio, radicati nella pazienza, scolpiti nell’accettazione della santa volontà, i nostri malati ci aspettano. Attendono una nostra visita, una parola di Vangelo, un gesto di tenerezza, uno sguardo complice e di sostegno. Non lo dimentichiamo mai: in noi, nel nostro ministero, essi aspettano Gesù, che un giorno ci ripeterà: ero malato e mi avete visitato (Mt 25,36).

Tra le tante cose da fare, non omettiamo questo ministero che deve essere il cuore della nostra pastorale. Bisogna ricominciare da gesti semplici e sentiti, capaci di guarire le relazioni, avendo dinanzi agli occhi la giornata di Gesù durante la quale non mancavano mai gli incontri con gli ammalati (cfr Mc 1,21-45).

 

Questo è tempo di incontro e di nuove relazioni andando da coloro che non possono venire: non è forse questo un aspetto significativo della Chiesa in uscita?

Non può essere il tempo per individuare ed educare nuovi volontari della sofferenza?

Cerchiamo di non essere assenti dove si nasce, si soffre e si muore, se vogliamo che anche la festa riprenda un significato diverso. Come posso proporre la festa a colui con il quale non ho condiviso il tempo della sofferenza?

Solo dopo l’incontro periodico del parroco o sacerdote con gli ammalati, i ministri straordinari della comunione potranno continuare il ministero a loro affidato, che è soprattutto del parroco.

Forse, in questi tempi, troppe deleghe ci hanno allontanati dai problemi reali della gente, e per questo motivo tante nostre omelie non hanno più il sapore della gioia e della sofferenza del nostro popolo.

Ecco due nostre priorità, tra le tante, che ci possono aiutare a vivere bene la quaresima, a preparare il tempo pasquale e a dare nuovo ossigeno a tutta la nostra pastorale, che non può essere solo ripetitiva o stagnante.

La Vergine della tenerezza e i nostri Santi ci aiutino e ci accompagnino in questo rinnovato percorso di riscoperta delle cose essenziali.

 

Nocera Inferiore, 7 marzo 2021

III Domenica di Quaresima

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

 

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