Gli auguri che il vescovo Giuseppe ha rivolto, lo scorso 19 dicembre, ai sacerdoti e agli operatori di Curia nella Cattedrale di San Prisco

Voi che vedete, che ve ne fate della luce?: così si esprime, in un testo di Claudel, un’ebrea cieca rivolgendosi ad un cristiano.

Avere la luce è una responsabilità e, per noi cristiani, la festa del Natale diventa un impegno a non nascondere la Luce che si irradia dalla grotta di Betlemme.

Siamo chiamati, a partire dalla notte della Luce, a percorrere un pellegrinaggio che si delinea in otto tappe.

  • Attingere la luce: cioè guardare a Cristo per essere illuminati. È una riscoperta del nostro Battesimo come illuminazione.
  • Vivere nella luce: vuol dire vivere nell’amore. Dividi il pane con l’affamato … allora la tua luce sorgerà come l’Aurora (Is 58, 7-8). Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello è ancora nelle tenebre … Chi ama suo fratello, dimora nella Luce e non v’è in lui occasione di inciampo (1 Gv 2, 9-10). Vivere nella luce: il frutto della Luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Vivere nella luce significa risplendere: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre.
  • Non temere la luce: i bambini, di solito, hanno paura del buio. I grandi hanno paura della luce. Siamo invitati, in questo Natale, a non avere paura della luce, a spalancare le finestre per accogliere la Luce vera.
  • Non tradire la luce: Guai a coloro che chiamano bene il male e il male bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre (Is 5, 20). Non tradire la luce vuol dire fedeltà al proprio credo e alla propria vocazione.
  • Regalare la luce: la luce non si può nascondere, essa dirada le tenebre. Dobbiamo essere “mercanti di sole”, come i Santi, come il Cottolengo che, di giorno in giorno, regalava la luce della sua fede ai più poveri della società.
  • Non spengere la luce: il Natale di Gesù ci invita a non inveire contro il buio, ma ad accendere un fiammifero nella notte. È più facile, infatti, maledire le tenebre; ma, per un cristiano, è più costruttivo accendere una scintilla nella notte.
  • Pregare la luce: lo facciamo con le parole del cardinale J. H. Newman e con la preghiera di Dietrich Bonhoeffer, scritta nel Natale del ’43.

 

“Guidami oltre, Luce gentile
nell’oscurità che mi circonda,
guidami oltre!
La notte è buia,
e io sono lontano da casa.
Guidami oltre!
Tienimi in piedi!
Non chiedo di vedere
la scena distante,
un passo è sufficiente per me!”.

“È buio dentro di me,
ma presso di Te c’è la Luce;
sono solo, ma tu non mi abbandoni;
sono impaurito, ma presso di Te c’è l’aiuto;
sono inquieto, ma presso di Te c’è la pace;
in me c’è amarezza, ma presso di Te c’è la pazienza;
io non comprendo la Tue vie,
ma la mia vita Tu la conosci”.

 

  • Dinanzi al Presepe: Fratello che mi stai leggendo, non lasciare passare questo giorno santissimo senza metterti davanti ad un Presepe.

Togliti dalla tua indifferenza, va’, e lì contempla, ammira con rispetto infinito, ma anche con grande semplicità, la scena ed ascoltane la lezione che è piuttosto breve: il Bambino ancora non sa parlare; anche Giuseppe e Maria tacciono. Lì parlano invece le cose. Basta guardare.

Apri bene gli occhi: una stella, forse dei poveri animali, un po’ di paglia usata, qualche persona che adora e, nello sfondo, al centro, Gesù, l’Agnello di Dio, che con le braccia aperte ci invita, ci aspetta e che con tutto il suo atteggiamento sembra ripetere ad ognuno: “Vedi? Sono qui. Sono presso di te, se vuoi, sarò la tua vita, sarò la tua gioia. Io sono là dove manca uno sbocco alla tua strada: sono nel carcere della tua finitezza; sono nella tua sofferenza, nella tua morte, perché nel momento stesso in cui sono nato, ho cominciato a patire e a morire con te…”.

Davanti al nostro Dio che si è fatto bambino, davanti alla Parola di Dio, incarnata e presente in quel batuffolo di carne, non si può restare indifferenti. Rispondigli sì. Digli che tu credi che è qui, digli che gli vuoi bene e che, qualunque sia stato il tuo passato, d’ora innanzi lo seguirai dovunque la sua stella ti vorrà condurre.

Allora anche per te sarà Natale: allora la sua Parola sarà generata nei nostri cuori e Dio stesso vi penetrerà come fu il suo ingresso a Betlemme nella prima notte santa. E sarà come se vi entrasse il sole: sparirà ogni ombra, ogni angoscia. Veramente ti sentirai rinascere.

Buon Natale, cioè buon cammino nella Luce!