DOMENICA DELLE PALME
5 APRILE 2020

 

Sorelle e fratelli,

Attraverso la lettura e l’ascolto della passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo siamo entrati nel mistero di questa Settimana Santa che quest’anno è tanto singolare per il momento che stiamo vivendo. Dove c’è il vescovo c’è la Chiesa. In questo momento presiedo e celebro in comunione con tutti i miei sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, i religiosi e le religiose. Entro attraverso l’emittente Telenuova nei nostri monasteri, nelle case religiose ed entro nelle famiglie, chiese domestiche, che quest’anno recuperano in modo singolare questa specificità! Ci sono i genitori, i nonni, i bambini, i ragazzi: è la “chiesa familiare” dove Gesù porta il ramoscello della pace anche se in modo fortemente spirituale. È Pasqua, è ancora Pasqua e noi viviamo il mistero insieme a Gesù.

Vorrei cogliere soltanto un aspetto della passione secondo Matteo che abbiamo letto: Gesù processato in alto nel Sinedrio, la Chiesa processata in basso nel cortile. Mi riferisco a quel momento quando Gesù è davanti a Caifa, Anna e Pilato. Gesù è processato nei piani alti della storia! È processato dinanzi al potere! È stato scritto giustamente che Gesù sarà in passione – nella passione – fino alla fine del mondo[1]. Ed Egli vince, perché Egli è la Verità. Ancora oggi Egli è processato in tante situazioni, ma abbiamo una certezza, ce l’ha detto Lui: “Abbiate fiducia io ho vinto il mondo” (Gv 16,33). Dinanzi a tutti i tribunali della storia Gesù vince! Nel cortile invece c’è Pietro il quale lo seguiva da lontano: è il mistero della Chiesa, di Pietro che dice a Gesù “io non ti lascerò, morirò per te” e di Gesù, invece, che gli risponde: “Pietro prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte”. Lo seguiva da lontano e si è messo lì accanto al fuoco per riscaldare il suo cuore già congelato, un cuore avvolto dalla paura e dalla difficoltà. E la Chiesa, sorelle e fratelli, continuamente è processata e messa in difficoltà. Una giovane serva dice a Pietro “ma anche tu fai parte di quel gruppo”, ed Egli invece risponde “non so quello che dici”. “Non novi illum hominem”, “non conosco quell’uomo” (Mt 26,72), per la seconda volta Pietro ripete di non conoscere Gesù! Poi un gruppetto lì vicino si accorge dall’accento di Pietro e lo accusa di far parte del gruppo del Nazareno ma Pietro, ancora più deciso, ripete “non novi illum”, non conosco quell’uomo!

Sorelle e fratelli, quante volte davanti ad un articolo di giornale, magari in un’aula di tribunale, quando siamo al bar con gli amici e qualcheduno ci chiede: “Ma tu pensi come Gesù? Tu ragioni come Gesù? Tu vivi come Gesù?”, ancora oggi noi diciamo “non conosco quell’uomo!”, “non so chi sia” e magari ho fatto la mia bella professione di fede, la mia prima comunione, la cresima, ho ricevuto i ministeri per diventare sacerdote, sono diventato sacerdote, vescovo, sono catechista, ho un impegno in parrocchia, ho partecipato a tante processioni con qualche fascia e con qualche mantello! Poi arriva l’ora della passione, ci avviciniamo al cortile della croce, e ancora una volta affermiamo: “non conosco quell’uomo, non so chi sia”! E andiamo ad allungare la lista dei lapsi, dei caduti, di coloro che non riconoscono più il Signore.

Sorelle e fratelli sarà sempre così! Però abbiamo questa certezza: possiamo riprenderci perché Lui ha vinto! Possiamo riprenderci perché Lui è la Verità, perché Lui è la salvezza, è il Figlio di Dio! E Gesù uscendo da quel tribunale guardò Pietro, com’è bello questo sguardo d’amore! Stamattina Gesù ci guarda, forse anche noi abbiamo detto “non lo conosco, non so chi sia” dinanzi alla paura, dinanzi alla sofferenza, dinanzi a questo virus che è venuto a scardinare il nostro modo di vivere, forse abbiamo detto “io non sono cristiano, io non lo conosco, non so chi è quell’uomo”! Ed avevamo detto con Pietro “sei il Figlio di Dio”!

Ha scritto Luigi Santucci in un testo che vi inviterei a leggere intitolato Volete andarvene anche voi? che la Domenica delle Palme è come una medaglia a due facce: la prima è quasi come un carnevale, una festa, dove c’è solo la sincerità dei bambini; la seconda faccia è il mistero della passione in cui Gesù rimane solo[2]!

Quando questa pandemia sarà finita (e chiediamo al Signore che finisca presto!), quando dovremo riprendere i nostri passi e imparare di nuovo a camminare, dovremo fare una riflessione molto seria specialmente come Chiesa. Dovremo chiederci: a chi affidiamo la formazione dei nostri ragazzi, dei nostri giovani? Chi sono le persone che stanno lì nel cortile? Credono nel Signore o stanno lì soltanto perché si trovano di passaggio?

Ecco, sorelle e fratelli, che la fede non vacilli in questi giorni! Mentre Lui presenta la faccia a coloro che lo metteranno in croce anche noi facciamoci guardare da Gesù! Anzi diciamo a Gesù:

“Guardaci Signore Gesù, come hai fatto con Pietro che era lì nel cortile vicino al fuoco, abbiamo bisogno del tuo sguardo, abbiamo bisogno di rinnovarci, di riprenderci, abbiamo bisogno di piangere sulle nostre povertà, sui nostri peccati. Guardaci tu che ancora una volta vai a morire per noi, tu che morto una volta per sempre rinnovi questa offerta nei sacramenti. Guardaci Signore Gesù, siamo un popolo dalla dura cervice e abbiamo bisogno del tuo sguardo d’amore, abbiamo bisogno di passare dal carnevale al mistero della tua croce. Guardaci, Signore Gesù!”

In questo giorno di Passione e di palme guardiamo qualche bambino: un ramoscello d’ulivo portato con mano sincera e semplice da un bambino è la più bella preghiera di pace.

Amen.

[1] Cf. B. Pascal, Pensieri, Città Nuova, Roma 2013, 553.

[2] Cf. L Santucci, Volete andarvene anche voi?, Oscar Mondadori, Cinisello Balsamo (Mi) 1995.