SEMINARIO DI CAPODIMONTE IN NAPOLI 1992

Come Maria: Contemplativi nel mondo

Figlio, ecco tua madre… le parole di Gesù sono da intendersi solo come rifornimento ad una consegna o ad un accampamento fisico. Esse, per Giovanni, sono anche un invito a guardare un modello costante e vivo, ogni giorno.

Portarsi Maria a casa è, dunque, anche per ogni futuro prete una sicurezza e una copia (imago) Cristi da imitare. Come Cristo è imago Patris, e Maria imago Christi, così il prete dev’essere imago Mariae.

Carissimi,

Maria, che è madre, regina, condottiera… è stata voluta da Gesù soprattutto come modello vivo di ciascun credente e di tutto il peregrinante popolo di Dio. a Lei dobbiamo guardare tutti, se vogliamo essere veri cristiani ed autentici sacerdoti del Cristo, suo Figlio.

Maria, come si sa, è il nostro dover essere e noi siamo il suo poter essere. E come modello Ella può essere amata ed imitata da tutti, finanche dai non cattolici e da quelli di altre religioni. Motivo sufficiente per poterne parlare tutti.

Colui che ha detto: “Chi vede me, vede il Padre”, ha voluto anche che questo lo dicesse Maria del figlio suo: “Chi vede me, vede il Figlio Di Dio e mio”.

Vedere Dio nel Figlio, vedere il Figlio di Maria, vedere Maria in noi: questo è il processo trasformante della conoscenza e dell’amore, dove il vedere significa essere, nello sforzo della imitazione, nel modo di pensare e di agire coerentemente, fino alla identificazione nel piano umano, nei tratti fisici e spirituali: Qualis pater, talis filius, dicevano gli antichi. Noi possiamo concludere: Quale madre, tale figlio. Dunque imitare Maria!

Me come poter immaginare Maria dopo aver visto come ce la presentano la Scrittura e gli artisti di tutti i tempi? Non certo come una persona estroversa, cioè agitata, precipitosa, sempre di corsa, attenta solamente a ciò che avviene fuori… bensì, come una creatura che rivela un immenso tesoro nascosto nel suo cuore: Dio. E “Maria conservava tutto nel suo cuore”.

La nostra è purtroppo l’epoca della fretta… e viviamo nel “villaggio globale”. Quanto è accaduto stamani, già non interessa più a nessuno, perché la notizia incalza e costringe ad altri pensieri, ed altri atteggiamenti. Chi non cammina al ritmo, è ritenuto “fuori uso”.

Bisogna essere rispettosi del ritmo del tempo moderno. Ma, a questo punto, viene spontanea la domanda: “Quando sarà che il ritmo del tempo rispetterà l’uomo, la vita, il suo spirito, dando all’uomo la possibilità di possedersi e di non essere posseduto, spostato, disumanizzato, se l’alienazione e la depressione sono malattie più diffuse nel nostro temo?

Anche i seminaristi sono uomini; anch’essi sono figli del loro tempo, marcati quindi dall’eresia del tempo modero: l’eresia dell’azione.

Questo il senso di questo pensiero di meditazione. Guardandola, contemplandola. Maria immette – specialmente in chi è più sensibile – una sete fortissima di raccoglimento e di segretezza spirituali. Questa intimità di Maria con Dio ha affascinato persone senza numero nella storia, fino a far esprimere il loro desiderio di essere soli con Dio (eremiti, asceti, contemplativi): solus cum Solo! Questo atteggiamento – che è anche fortissimo impegno – ha forgiato tanti e grandi santi nel passato.

Ora, a noi, che soli non abbiamo deciso di vivere, anzi, abbiamo scelto di sedere in questa immensa piazza che è il mondo, a noi viene da chiedere: come si può lasciare attrarre dal fascino di Maria nella sua solitudine con Dio… come raggiungere anche noi – sul suo esempio – la piena unione personale con Dio?

Non dimentichiamo che se in Paradiso si va insieme, la scelta però è personale, individuale: essa richiede un ed un eccomi come quelli che pronunciò Maria.

Certo, se ben osserviamo, Maria non è stata sempre sola: non è stata attratta unicamente dalla sua solitudine con Dio nel suo cuore. La vediamo, infatti, cantare il suo Magnificat di fronte ad Elisabetta, sua parente; la troviamo ospite, a Cana di Galilea, in un convito di nozze; la contempliamo sofferente col Figlio in croce, accanto ai discepoli e alle pie donne; la contempliamo presente nel Cenacolo, dove prega con gli apostoli e ricevono insieme lo Spirito.

Quella di Maria è una vita normale; Maria è un modello non solo di chi – per amore – si ritira in solitudine, ma anche di coloro – come me, come voi – sono chiamati ad essere ed agire in mezzo al mondo.

Noi siamo chiamati ad amare Dio; dobbiamo amare Gesù Cristo nel nostro cuore, dove Egli è, nell’Eucaristia, dove sempre ci attende, ma dobbiamo amarlo anche in ogni altra sua presenza, che noi conosciamo e, quindi, anche tutti gli uomini che incontriamo e che vivono accanto, con una preferenza per i piccoli del Vangelo: in essi dobbiamo vedere Gesù, quello stesso – identico – che è presente nel nostro cuore e che riceviamo nell’ostia. Non ha detto: “Sono in mezzo a voi..”, “l’avete fatto a me, ogni volte che”…, “Voi siete tempio di Dio e dimora dello spirito”?

In tal modo, ogni nostro rapporto nella vita, non è che Uno solo, soltanto con Lui, con Gesù. È questo il mio, il vostro modo specifico di vivere, che fa dire solo con Dio solo, perché tra me e Lui non c’è più nessuno che faccia da diaframma, anzi già da ora, come mi troverà in punto di morte e l’attimo dopo: io e Lui!

Maria amava Dio; lo amava dentro e fuori di sé. Lo amava nel Figlio suo, Gesù, che è presente in ogni uomo, in ogni fratello.

Bando, perciò, ad ogni fretta, ad ogni superficialità nei rapporti tra noi e con ogni fratello che Gesù ci mette accanto o ci fa incontrare lungo le strade, nella quotidianità.

Bando a pseudo intimismi, che creano illusioni e poggiano un vuoto pietismo; ad atteggiamenti semplicemente umani, di basso costo; ad ogni attivismo sregolato, che riempiono di vuoto e mozzano il respiro dello spirito…!

Il fascino di Maria ci attragga, ci convinca, ci trascini!

Ricordiamoci, sempre, che siamo chiamati a vivere soli con il Solo, ma cercato e scoperto nell’uomo, fatto ad immagine di Dio, del Figlio suo, e della madre di Lui, Maria.