Venerabile Suor Maria Consiglia dello Spirito Santo
fondatrice delle Suore serve di Maria Addolorata di Nocera

Suor Maria ConsigliaLa grande devozione per la Vergine Santissima nella Diocesi nocerina si è arricchita con la presenza e il carisma di Suor Maria Consiglia dello Spirito Santo, al secolo Emilia Pasqualina Addatis.

Alla santità della Beata Vergine Maria e al suo speciale dono con Cristo Crocifisso si è ispirata l’opera di Suor Maria Consiglia, che guardando al dolore della Madre di Dio ai piedi della Croce ha riconosciuto il dolore dei piccoli del suo tempo.

Emilia Pasqualina nacque il 5 gennaio 1845 a Napoli, in via Anticaglia, una stradina a pochi metri dalla Cattedrale, dove a poche ore dalla nascita fu Battezzata.

Dal suo Diario sappiamo che i suoi genitori, Paolo Addatis e Maria Luisa Burdò, furono dei buoni cristiani, con un principio fondamentale nella loro vita: la carità! Il padre, farmacista, è sempre stato disponibile ad aiutare qualsiasi povero e ammalato. La sua estrema carità verso i malati di colera gli causò il contagio che lo portò alla morte ad appena 34 anni. Dopo circa un anno morì anche la mamma con la stessa malattia ed Emilia a quattro anni rimase orfana e sola.

Le famiglie paterna e materna di Emilia Pasqualina promisero alla madre morente d’interessarsi della bambina e a malincuore si preoccuparono di lei. Iniziò per la piccola un continuo peregrinare da una casa all’altra, accolta sempre malamente. Questa situazione le segnò il carattere provocando in lei un desiderio frenetico di amare ed aiutare il prossimo nella misura in cui questo amore era a lei negato.

Dopo un anno di altalena da un parente all’altro, fu accolta definitivamente nella casa della nonna paterna, Serafina, vedova e con quattro figlie nubili. Dalle zie che erano sarte, imparò molto bene qualsiasi lavoro di cucito.

In questi anni segnati dal sacrificio, dalla mortificazione e dal dolore maturarono in lei l’amore e la fiducia in Dio, una grande devozione Eucaristica, la contemplazione continua dei dolori di Cristo e della Madre e la devozione a Maria Santissima. Il desiderio di Dio fece maturare in lei il proposito di una totale consacrazione. Si pose in ascolto, ma mal consigliata da alcuni dei suoi direttori spirituali ebbe non belle esperienze in alcuni monasteri, dove indipendentemente da lei e a causa tante volte della sua malferma salute, dovette lasciare. In questo periodo di desolazione Emilia Pasqualina fu accolta, ormai sola e ammalata, da Don Gabriele Rinonapoli, suo Padre Spirituale, nella canonica della Rettoria di San Carlo alle Mortelle a Napoli e qui si pose in ascolto dello Spirito nella preghiera e nella riflessione.

Nel piccolo eremo di San Carlo ella percepì la Volontà di Dio per lei, e sotto lo sguardo attento e premuroso di Don Gabriele maturò la sua vocazione: azione e contemplazione per amare e incontrare lo sguardo di Dio nei più poveri. La vocazione di Emilia Pasqualina trasse origine innanzitutto dalla contemplazione dell’amore di Dio e della sua provvidenza; dall’esperienza che Dio è il tutto dell’esistenza dell’uomo. L’essenziale nella vita è avere Dio, appartenere a Lui e essere suoi strumenti, essere amati da Dio e amare incondizionatamente. Da questa intuizione si aprirono gli orizzonti di un amore oblativo per i sofferenti e in particolare verso i bambini orfani. In lei cambiarono i parametri della sua vita riflettendosi nella sapienza di Dio che è più grande di ogni sapere del mondo. Da orfana, maturò il desiderio di diventare una madre per le altre orfane, dalla sua sofferenza fece nascere l’amore che la rese una donna capace di consolazione per gli affitti.

Nella Parrocchia di S. Maria Apparente in Napoli, il 22 Luglio 1870, fu ammessa nel Terz’Ordine Alcantarino, e il 18 Marzo 1872 fece la professione assumendo il nome di Maria Consiglia dello Spirito Santo.

Dopo la sua professione mostrò il desiderio e l’esigenza di avviare un’opera a favore dei bambini orfani, soli e abbandonati. Ne parlò al Vescovo di Nocera, Mons. Raffaele Ammirante, che conobbe da Parroco a Napoli nella Parrocchia dell’Ascensione a Chiaia. Mons. Ammirante, uomo lungimirante e di profonda fede, l’aiutò a realizzare questo proposito chiamandola nella sua Diocesi.

L’11 luglio 1872, con tre sue compagne, raggiunse il villaggio di Casolla a Nocera Inferiore, dove dal 22 luglio istituì una scuola esterna per fanciulle povere, obbedendo ai desideri del Vescovo.

Il 4 Agosto 1872 il Vescovo benedì solennemente l’opera e la casa dove presero alloggio le sorelle. Il palazzo ancora oggi lo si può trovare all’incrocio di Via Catello Ferreri, ben evidenziato da una lapide commemorativa. Nella Cappella fu posta l’immagine della Madonna del Buon Consiglio.

A Casolla, Suor Maria Consiglia dello Spirito Santo fondò le Suore Serve di Maria Addolorata di Nocera, accolse le prime orfane dell’Istituto e redasse le prime Regole, sotto la guida di Don Gabriele Rinonapoli e del Vescovo di Nocera, Mons. Raffaele Ammirante.

L’iniziativa di Suor Maria Consiglia trovò subito grande consenso nella popolazione nocerina; radunò intorno a sé molte bambine di Casolla e dei villaggi vicini, per il catechismo e la preghiera e si unirono a lei molte giovani, e anche donne sposate vollero partecipare con il loro aiuto.

Il 22 Settembre 1872 il Vescovo di Nocera vestì con l’abito di Novizie le prime quattro postulanti della nuova Famiglia Religiosa delle Suore Serve di Maria Addolorata di Nocera.

Nel 1880 Suor Maria Consiglia aggregò la sua Congregazione all’Ordine dei Servi di Maria, fondata dai sette Santi mercanti fiorentini. L’opera di Suor Maria Consiglia e delle sue Sorelle si concentrò molto sulle ragazze in pericolo. Ogni giorno raccoglieva le fanciulle di Nocera con carità e pazienza, insegnando loro il mestiere di sarta e almeno la cultura più spicciola, così che queste avrebbero potuto avere un futuro dignitoso e sano. Ben presto allargò l’insegnamento del catechismo anche agli adulti, in particolare alle donne, anche anziane.

Si preoccupò anche di soccorrere situazioni estreme, aiutando a cambiare vita le prostitute che erano nei dintorni. Le sue istruzioni e le sue attenzioni portarono grandi frutti di conversione.

Nel 1883 trasferì l’Opera nel villaggio di Portaromana a Nocera Superiore, oggi Casa Madre della Congregazione. Da Portaromana aprì altre case: in Diocesi, a San Potito di Roccapiemonte, e oltre la Diocesi di Nocera, ad Arienzo, San Vitaliano di Nola e Isernia.

Progetta anche una fondazione in Algeria, che non riuscì a realizzarla per motivi burocratici. A Portaromana e a San Vitaliano, accanto all’orfanotrofio aprì delle case per gli anziani abbandonati e per gli emarginati.

A fondamento di questa carità ci furono due profonde realtà spirituali che riempirono la vita di Suor Maria Consiglia: una grande fede in Dio ed il culto nella Provvidenza. Questi atteggiamenti scaturirono da un’intensa vita interiore che coltivò sin dall’infanzia.

Molte testimonianze dei suoi contemporanei descrissero Suor Maria Consiglia come un’anima estatica, sempre dinanzi al Sacramento, ardentemente in raccoglimento; una mistica in un continuo atteggiamento di abbandono fiducioso a Dio Padre.

Ebbe un’attenzione particolare verso gli aspiranti al Sacerdozio, sorreggendoli nelle prove e nelle inevitabili difficoltà del cammino. Seguiva i Seminaristi con tenerezza e sensibilità materna pregando per loro e aiutandoli anche economicamente. Coltivò una straordinaria sensibilità e amore per la Chiesa, e per lei offri tutta la sua disponibilità, dicendo continuamente: «Bisogna amare la Chiesa e faticare per lei». A sue spese procurava gli arredi sacri alle Chiese povere e aiutava economicamente i Sacerdoti in difficoltà. Ebbe una grande devozione per il Papa, ricevendo in dono la gioia di poter incontrare Pio IX, che dopo aver parlato con Suor Maria Consiglia, Benedisse in lei tutta la sua opera. Il Papa la salutò dicendole: «Si vede che sei una donna di garbo». Per il Papa si disse pronta a donare la sua vita in offerta al Signore.

La sua sofferenza degli ultimi anni fu un continuo sacrificio a Dio per la Chiesa, per le vocazioni e per la salvezza delle anime.

La devozione a Maria, specialmente con il titolo dell’Addolorata, portò Suor Maria Consiglia ad essere sempre una madre tenera e accogliente, con la Madre accanto ai crocifissi. La sua casa fu un luogo di preghiera e di carità, scuola di pace e di santità. Il Vescovo di Nocera, Mons. Ammirante si recava continuamente a pregare nella sua Cappella; diceva a tutti: «La superiora qui venuta è una santa; quando voglio ritemprarmi nello spirito io vado alla cappella di Maria Consiglia».

Improvvisamente, a circa 54 anni di età, si sviluppò al seno sinistro di Suor Maria Consiglia un carcinoma. Gli ultimi cinque mesi di malattia fu costretta a letto, fino alla morte, avvenuta a Napoli al tramonto dell’11 gennaio 1900. Il suo corpo riposa nella Casa Madre delle Suore Serve di Maria Addolorata di Nocera, in Nocera Superiore.

(Da DON ROBERTO FARRUGGIO, Sulle Orme dello Spirito… nel bimillenaria cammino della Chiesa Priscana, Editrice Gaia, Angri 2007).