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Un anno nel segno di Bartolo Longo

Il 31 ottobre si conclude l’Anno giubilare Longhiano, che ha ricordato i 150 anni dall’arrivo del Beato nella valle di Pompei. Un uomo che è un modello di riferimento anche per chi si occupa della “cosa pubblica”.

Il 31 ottobre si concluderà, in Santuario, l’Anno giubilare Longhiano, tempo di particolare grazia iniziato il primo ottobre 2022 per celebrare i 150 anni dall’arrivo del beato Bartolo Longo a Pompei.

In questi mesi non si è semplicemente ricordato l’ottobre 1872 quando il Fondatore del Santuario giunse per la prima volta in una valle desolata, abitata da uno sparuto gruppo di contadini e resa pericolosa da malaria e brigantaggio, ma si è approfondita la conoscenza del carisma del Beato e i passaggi cruciali nella storia del Santuario continuando a diffondere, con sempre maggiore forza, la preghiera del Rosario e la devozione mariana.

Centinaia di migliaia i pellegrini che, da ogni parte del mondo, hanno raggiunto la Basilica partecipando alla Messa e agli incontri di riflessione, recitando il Rosario, accostandosi al sacramento della Confessione.

L’arrivo del Beato trasformò questa terra che da luogo abbandonato diventò un autentico giardino.

Longo, infatti, non si limitò a edificare il Santuario, ma con la consorte Marianna Farnararo De Fusco costruì la Nuova Pompei, città moderna sorta sulle vestigia dell’Antica. Per non parlare delle Opere di carità che alleviarono le sofferenze di bambini e adolescenti, orfani, figli di carcerati, in condizione di grave disagio familiare.

La prima di queste Opere, l’orfanotrofio femminile, fu inaugurato l’8 maggio 1887, esattamente undici anni dopo la posa della prima pietra del Santuario. L’Istituto per i figli dei carcerati fu fondato il 29 maggio 1892 e, infine, la costruzione dell’Istituto per le figlie dei carcerati fu intrapresa il 15 ottobre 1922.

Nell’Anno giubilare si è curato anche quest’aspetto: far comprendere come Longo sia stato certamente apostolo del Rosario, l’avvocato della Madonna, uomo totalmente nelle mani della Provvidenza, ma capace di rivestire un ruolo sociale e civile determinante. È un uomo che è un modello di riferimento anche per chi si occupa della “cosa pubblica”. Allora come ora. Le Opere di carità proseguono oggi nel loro impegno a favore dei più fragili e il Santuario è sempre di più centro mondiale di fede e spiritualità.

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