Excursus tra le feste che il 15 agosto animano l’Agro: Materdomini, Maria SS.ma delle Tre Corone, Santa Maria di Foce.
SSunta, SSuntina, SSuntinella! Questi i nomi che la tradizione popolare ha dato alle ragazze che si chiamano Assunta. Oggi decisamente in declino, forse è rimasto ancora nel mondo latino-americano come Assunciòn ed in quello anglofono come Susy.
Ricordiamo per inciso che il dogma della Madonna Assunta in cielo in anima e corpo proviene dalla Tradizione ed è stato proclamato solo il primo novembre del 1950 da papa Pio XII.
Ma è stata proprio la Tradizione a lasciarci, attraverso i riti orientali dei padri greci, quella serie di manifestazioni e di cerimonie che resistono al trascorrere del tempo ed al mutare della civiltà. Come la famosa “nuttata”, ricordo che i Padri Basiliani hanno lasciato nell’animus dei nostri fedeli.
Nella nostra Diocesi non ci sono parrocchie dedicate all’Assunta, ma alcune feste in suo onore.
Parliamo di Santa Maria della Foce di Sarno, santuario mariano che richiama le popolazioni dell’Agro sarnese e dintorni, in una delle feste più caratteristiche e popolari. E anche il richiamo alle sorgenti, alle foci, alle fauces del fiume Sarno che, attraverso i secoli, ha subìto la sua metamorfosi da dio della fecondità in una Vergine madre, simbolo di fertilità e di abbondanza, per la presenza di acque un tempo purissime.
Al centro di Sarno troviamo un’altra comunità che, coniugando folklore e fede, celebra l’Assunta. È la parrocchia di Maria SS.ma delle Tre Corone, patrona della città, fulcro della devozione popolare. I fedeli e i turisti possono venerare e ammirare la piccola e preziosa tela di Paolo Di Maio, amico di sant’Alfonso, del 1776 e nella Congrega di fronte la splendida statua lignea di Gaetano Patalano del 1696. Speciali festeggiamenti si preparano quest’anno, in vista dell’apertura dell’Anno giubilare.
Ma ‘a festa per eccellenza è quella di Materdomini di Nocera Superiore, uno dei santuari mariani più antichi, risalante nella fondazione e nella leggenda all’anno mille. È stato come il fulcro non solo religioso, ma soprattutto sociale, per il territorio nocerino ed un punto di riferimento insostituibile. Basti pensare alle fiere ed all’indotto economico che vi girava attorno e, fino a qualche anno fa, il famoso mercato dei maialini. Senza dimenticare l’aspetto ludico della festa paragonabile ai Gigli di Nola.
O tempora, o mores! Direbbe Cicerone. Oggi ci rimane poco di questo mondo appena trascorso. Ma per non perdere il contatto con il cielo fermiamoci per un attimo presso l’ex nosocomio psichiatrico (ex convento) sempre a Materdomini. C’è uno splendido scalone che porta ai piani superiori; sulla volta un meraviglioso affresco di scuola solimenesca evidenzia una stupenda Madonna Assunta tra nubi ed angeli.
Lo hanno contemplato i “pazzi”, facciamolo anche noi che ci riteniamo “buoni”. Davvero non è ancora tutto perduto!
Don Natalino Gentile
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.