L’importanza del sostentamento clero
Grazie ai fondi 8xmille, dal 1985 la Chiesa italiana si prende cura del sostentamento dei suoi sacerdoti. Ne abbiamo parlato con don Rosario Villani e don Silvio Longobardi che a dicembre festeggiano due compleanni a cifra tonda.
di Antonietta Abete
Quella di don Rosario Villani è la storia di una voca zione adulta. Il sacerdote, che il prossimo primo dicembre festeggia 70 anni, è entrato in seminario dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria. Nel cuore c’erano già i segni di una chiamata al sacerdozio e così, dopo aver insegnato per un anno Fisica in un Istituto professionale, è entrato in seminario. Era l’estate del 1978 e la diocesi era affidata a mons. Nuzzi.
Ordinato presbitero il 4 giugno del 1983, dall’anno prima inizia ad insegnare religione alle scuole medie per 5 anni, fino al 1987, anno in cui riceve l’incarico di viceparroco.
Così lascia la scuola per dedicarsi completamente all’impegno pastorale. Solo due anni prima, grazie ad un accordo tra la Santa Sede e il Governo Italiano era stato costituito l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, a cui ogni anno la CEI destina una quota dei fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica. Fino a quel momento, i sacerdoti insegnavano o svolgevano altri lavori per guadagnarsi da vivere con la conseguenza di non potersi dedicare in maniera esclusiva al ministero.
«Il sostentamento del clero è di fondamentale importanza – spiega don Rosario –, perché permette ad un prete di poter vivere con dignità e dedicarsi totalmente alla parrocchia che richiede non poche energie». Quando ci sentiamo al telefono don Rosario è seduto alla scrivania perché, racconta, ha sempre amato studiare e dedicare del tempo alla formazione.
Dallo scorso anno è viceparroco presso la comunità San Giovanni Battista di Cicalesi a Nocera Inferiore e questo gli consente di dedicare del tempo alla famiglia, in particolare alle due sorelle anziane con cui vive, di curare i rapporti di amicizia e dedicarsi a una grande passione: le passeggiate e la corsa nel verde della natura.
«Il sostentamento del clero è di fondamentale importanza per affrontare gli anni e i malanni della terza età, prendi il mio caso: ho insegnato solo cinque anni, poi ho sempre fatto il parroco. Senza questo sostegno economico non avrei maturato nessun diritto alla pensione» conclude.
Della stessa opinione è don Silvio Longobardi, 60 anni il prossimo 3 dicembre, fondatore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. «Il sostentamento del clero è una Provvidenza – perché nulla è dovuto – che dona ai sacerdoti la libertà di potersi dedicare totalmente al ministero senza avere anche la preoccupazione di provvedere al necessario per vivere» racconta in una videochiamata.
Prima della sua istituzione molti sacerdoti insegnavano. «Certo, anche la scuola è un ministero – aggiunge – ma la scarsità dei sacerdoti e la necessità di accompagnare il cammino di fede dei battezzati oggi impongono di dedicare tutto il tempo alla cura spirituale delle persone: la catechesi, l’omelia, le confessioni, i colloqui personali, l’accoglienza dei più fragili, lo spazio della carità… Nel mio caso, grazie alla libertà che mi concede il contributo CEI, ho potuto dedicare tempo
ed energie anche all’impegno missionario in Burkina Faso».
Domando se il contributo qualche volta è servito anche per venire incontro alle necessità dei fratelli. Sorride, senza dire nulla. Lo ha detto anche Gesù nel Vangelo: non sappia la tua sinistra quel che fa la destra.