PIAZZA MUNICIPIO – NOCERA 1994

Oggi, in questo scorcio di maggio, mese dedicato dalla fede cristiano alla Gran Madre di Dio, Maria di Nazaret, si

sta compiendo da noi un atto che già ha compiuto Gesù Cristo, duemila anni fa, quando, alla morte di Maria, dopo che fu assunto in cielo, Egli La coronò regina del cielo e della terra e la assise alla destra del suo trono.

Oggi, quali figli devoti in questa piazza, con un gesto certamente denso di significato ecclesiale e cristiano, anche a noi solennemente deponiamo sul capo di Maria Vergine il diadema della nostra sudditanza, del nostro amore e della nostra fedeltà.

Oggi Nocera e l’intera Diocesi dell’Agro nocerino – sarnese intendono adempiere un bisogno, religioso e civile insieme, di innalzare al Figlio di Dio un solenne e sentito ringraziamento per il dono di così grande Madre, data a noi quale Protettrice e Avvocata, sotto il titolo di S. Maria dei Miracoli.

Il segno e il gesto dell’Incarnazione vogliono assurgere a solenne nostra consacrazione alla Madre di Cristo, in quanto riconosciamo che Ella ci può condurre a Cristo e, per mezzo di Lei, Via Regia Salvatoris, possiamo sperare di far giungere a noi il Figlio di Dio, per quella verità che la Chiesa afferma: Per Maria a Gesù.

Anche noi, oggi, vogliamo scegliere all’Eterno il nostro potente Magnificat insieme a Maria, perché anche a noi riconosciamo che Dio ha fatto cose grandi in questa Madre nostra e del Figlio Suo.

Maria è la Donna dalle Tre Corone:

a) Il Padre, Eterno Dio, ha messo il diadema regale sul capo di Maria già quando Ella si sprofondò nella sua grande umiltà, cioè quando affermò: “Respexit humilitatem ancillae suae”. Fu allora che Maria profetizzò che “tutte le generazioni” l’avrebbero chiamata “Beata”! La prima corona spetta al Padre.

b) Il Figlio l’ha incoronata nel giorno dell’assunzione, quando Ella rese il suo essere anima e corpo a Dio. una corona filiale sul capo della Madre.

c) Lo Spirito, nel nuovo tempo, restaurato dal Redentore, la glorifica ogni giorno, attraverso l’opera mediatrice della sua Chiesa, che la venera, la imita e la ama.

In tale contesto biblico e teologico e in questa nostra epoca, lungo il cammino cruento e pasquale della Chiesa, pellegrina nel tempo, si colloca anche l’incoronazione a Maria che oggi assurge a segno e ad impegno della nostra filiale devozione e perenne totale consacrazione.

Sì, consacrazione. Un gesto che, andando oltre la comunione devozione, vuole anche significare la nostra appartenenza, quasi sacramentale, per mezzo di Maria a Cristo, sacramento del Padre. Spiritualmente arrivati e penetrati nel seno della SS. Trinità.

Uniamoci, umiliamoci, inginocchiamoci, formiamo idealmente due grandi mani, che, attraverso le mie, povere e fragili, depongono, oggi, sul capo di questa Madre Santissima, la corona della riconoscenza, della lode e della pietà di tutta la nostra Chiesa, per sempre!

Benedici, o Madre, tutta la nostra Chiesa, la nostra Città, la nostra terra dell’Agro.

Accogli benigna questo nostro semplice omaggio di figli e un giorno, quando sarà, mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

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