Casa: Cuore di Famiglie

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“Il Vangelo ci chiama ad essere “prossimi” dei poveri e degli abbandonati,
per dare loro una speranza concreta.”

Papa Francesco @Pontifex_it 19/01/2016

Cuore di FamigliaCOME NASCE

Il progetto “Casa: Cuore di famiglie” è promosso da Caritas su tutto il territorio diocesano, con l’obiettivo di contribuire a dare una risposta alla sempre crescente difficoltà abitativa di nuclei famigliari nel territorio dell’agro nocerino – sarnese.

L’iniziativa, coordinata dalla Cooperativa Sociale L’Onda S.C.A.R.L., prevede il recupero funzionale ad uso abitativo di spazi appartenenti alla Fondazione San Michele Arcangelo non utilizzati, che vengono concessi a canone d’affitto agevolato in un’ottica di pastorale della prossimità e dell’accompagnamento a chi vive situazioni di fragilità socio-economica: famiglie e nuclei mamma-bambino.

Le prime esigenze dettate dal territorio sono scaturite dai continui “aiuti” richiesti ed eseguiti dal Centro d’ascolto diocesano da famiglie che avevano ricevuto uno sfratto esecutivo. Da lì l’esigenza di ideare tale progetto.

Da allora il progetto, sollecitato anche dall’invito di Papa Francesco ad aprire gli spazi non più utilizzati alle persone in difficoltà abitativa, si è sviluppato e articolato sulla struttura sita in Via Lavorate, 57 in Sarno.

Attualmente sono disponibili n. 12 appartamenti con 3/4 posti letto, una cucina-soggiorno servizi e sale comuni.

 

COME OPERA E PRINCIPALI CARATTERISTICHE

La Caritas Diocesana e la Cooperativa Sociale L’ONDA S.C.A.R.L., coordinatrice del servizio, mettono a disposizione operatori di riferimento per la gestione burocratica – amministrativa, per i rapporti con il territorio e per la promozione presso le Caritas parrocchiali e le comunità locali del compito – prettamente pastorale/caritativo – della prossimità umana e cristiana.

La domanda di ingresso può essere presentata all’operatore dal privato cittadino, dai centri di ascolto e dai servizi sociali. In ogni caso l’operatore promuove una rete tra le risorse del territorio, che possa affiancare chi è ospitato nel suo percorso di reinserimento socio-economico. La diversità dei ruoli all’interno di questa sinergia diventa molto importante con l’approssimarsi del termine del contratto di locazione, quando si concretizza il progetto di autonomia delle persone.

La selezione delle richieste viene fatta in equipe: ciascuna realtà territoriale ha una equipe ad hoc, costituita dal referente della cooperativa Sociale L’ONDA, la Caritas Diocesana (cui spetta la decisione definitiva), il servizio sociale, il volontario del centro di ascolto e/o della comunità parrocchiale di riferimento.

La scelta tiene in considerazione due diversi tipi di criteri:

1- I criteri sociali:

– le persone devono essere autonome dal punto di vista fisico e psicologico;

-gli inquilini stranieri (qualora necessita l’entrata) devono essere in possesso del permesso di soggiorno valido;

–  il servizio sociale di riferimento deve produrre una dichiarazione che attesti la situazione di difficoltà vigente del richiedente.

– chi fa richiesta deve aver condiviso con la rete, o con un referente, una progettualità (anche solo abbozzata) da sviluppare nel corso del periodo di soggiorno rispetto al futuro e a ciò che accadrà dopo il soggiorno nella casa in housing. Ci devono essere quindi le condizioni per cui si possa pensare che il tempo trascorso in housing sociale sia non solo un momento di sollievo economico, ma anche un’opportunità per condividere una progettualità con ricaduta più a lungo termine (l’acquisizione di strumenti per una gestione economica familiare più efficace, l’inserimento in una rete relazionale di supporto se ci sono minori da custodire durante l’orario di lavoro dei genitori ecc.)

2- I criteri economici

I richiedenti devono essere in grado di provvedere totalmente o parzialmente al proprio mantenimento.

Dal punto di vista contrattuale è possibile proporre due diverse tipi di accordi: il contratto di comodato gratuito e il contratto di locazione transitoria, per un tempo massimo di 6 mesi, successivamente prorogabili per altri 6 mesi ad insindacabile giudizio della Caritas Diocesana e della Cooperativa L’Onda Scarl.

La scelta del contratto da applicare viene concertata dalla rete, sulla base della lettura della situazione socio-economica del richiedente, e può subire modifiche in itinere.

Aspettativa:

ALCUNE RIFLESSIONI RISPETTO AL RITORNO SUL TERRITORIO

Uno dei punti di forza del progetto vuole essere il coinvolgimento del territorio, inteso non tanto come servizi sociali ma soprattutto come comunità parrocchiali.

Il periodo di soggiorno in housing prevede anche una forma di accompagnamento relazionale.

Il disagio economico crea la condizione per chi lo vive di sentirsi frustrato, spesso solo, e di vivere sentimenti svalorizzanti rispetto a se stesso.

 In questo senso diventa molto significativa nel percorso di autonomia, intesa come benessere personale, la presenza di persone che fanno sentire atteso e benvenuto chi arriva, che sanno ridare valore a ciò che è in grado di offrire indipendentemente dalla sua condizione economica.

A tal fine alle persone che animano le comunità parrocchiali viene chiesto di farsi prossimo in modo discreto a chi va ad abitare nelle case in housing.

La prossimità si esprime in vari modi: dall’aiuto nel fare le pulizie prima dell’ingresso, all’invito agli eventi e alle feste della parrocchia, alla visita quando chi arriva è solo, al condividere in una prospettiva di reciprocità e di valorizzazione un impegno rispetto alla cura dell’ambiente circostante la casa, ecc.

Il coinvolgimento della comunità vuole essere quindi uno stimolo non solo per chi vive nella casa ma per la comunità stessa.

Il farsi prossimo in modo discreto, l’attenzione a spazi non propri ma della comunità in cui si vive, e la cura della relazione con chi non si conosce ma è in difficoltà, rappresentano sicuramente una sfida in un momento complicato e delicato come quello che stiamo vivendo, in cui la diffidenza, il timore e spesso la paura stanno giocando ruoli decisivi nella costruzione delle relazioni tra le persone.

E’ in questo senso che il progetto vuole investire in modo significativo: rispetto all’essere un segno di accoglienza, di cura, ma anche di fiducia, dentro le mura della casa e fuori, nella comunità.

Il lavoro dei prossimi mesi sarà fortemente incentrato su questa azione di sensibilizzazione e di promozione dell’incontro e della relazione, che sono sicuramente processi lunghi e faticosi, in cui anche chi vivrà negli spazi in housing avrà un ruolo molto importante.

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