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Famiglie protagoniste: la nostra Diocesi al corso di Pastorale familiare

Dal 12 al 19 luglio c’è stato il terzo ed ultimo anno del Corso di Alta Formazione per la Pastorale Familiare

Famiglie protagoniste, dal 12 al 19 luglio, in occasione del terzo ed ultimo anno del Corso di Alta Formazione per la Pastorale Familiare.

Il percorso è stato organizzato a La Thuile (AO) dall’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare in sinergia con l’Università Cattolica di Brescia.

Come gli altri anni, le giornate sono state caratterizzate da lezioni frontali al mattino con docenti esperti in campo teologico, esegetico, pastorale e catechetico. Il pomeriggio siamo stati impegnati in laboratori per imparare cosa sia la Co-progettazione tra Uffici Diocesani.

Le sollecitazioni di fra Marco Vianelli

da sinistra Emilio e Domenica De Stefano, fra Marco Vianelli, Luciano e Mena Gambardella

A tal proposito, fra Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare ci ha esortati dicendo: «Capite sempre di più che fare pastorale familiare non si riduce solo alla pastorale che prepara i nubendi alle nozze oppure che si occupa del Battesimo dei nuovi nati, no».

Ha continuato: «Abbiamo bisogno di compagni di viaggio, non per risolvere i problemi della realtà solamente, ma anche per leggerla. Noi dobbiamo imparare a rileggere il tema del lavoro, per esempio, anche con loro, così come con la liturgia e quant’altro. Cioè, provare a guardare insieme la realtà da più punti di vista. Questa è la sfida che dobbiamo imparare ad affrontare. Sempre».

Risonanze familiari

Queste parole ci hanno particolarmente colpito perché perfettamente in linea con quanto il nostro Vescovo ci esorta a fare da qualche anno a questa parte.

Una progettazione pastorale per compartimenti stagni è ormai chiaramente obsoleta e via sicura per la dispersione di risorse umane e finanziare.

Progettare attorno ad un progetto comune, avendo come cartina di tornasole gli orientamenti pastorali del Vescovo, rappresenta la via maestra per incarnare, anche nella nostra Diocesi, uno stile di co-progettazione sinodale.

La “Pastorale degli eventi” non ha mai funzionato e mai funzionerà. Certamente lo stile sinodale richiederà tempi di progettazione ed esecuzione molto più ampi rispetto al “fai da te”.

Pastorale integrata

Ci saranno sensibilità diverse, fatiche nell’ascolto reciproco e l’urgenza di portare con sé una buona dose di umiltà per giungere a decisioni condivise tra i diversi stakeholders primari e secondari.

Luciano e Mena con i loro figli

Questo richiede un approccio di pastorale integrata. Questo richiede la nostra Chiesa per un annuncio del Vangelo che sia polifonico e non performance solitaria e sterile.

Una grandissima carica di energia ci è stata donata nel corso di questi tre anni vissuti insieme ad altre Diocesi campane, Amalfi-Cava e Capua, e del resto di Italia, Torino, Vicenza, Novara, Ravenna, Marche, Umbria, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna, Calabria e Sicilia.

Insieme abbiamo creato legami umani solidi che consentiranno un confronto costante e, perché no, una collaborazione fra diocesi diverse per gridare al mondo quanto sia bello mettere insieme i talenti che Dio ci ha donato per il bene della sua Chiesa.

I Delegati diocesani per la Pastorale Familiare
Filomena Savarese e Luciano Gambardella

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