1. Home
  2. Chiesa
  3. Quaresima 2024: il Messaggio del Vescovo

Quaresima 2024: il Messaggio del Vescovo

Quaresima 2024. Il Messaggio del vescovo Giuseppe: «La Quaresima, ci ricorda la Liturgia, è il segno sacramentale della nostra conversione. Segno che deve insegnare e segnare, con una traccia profonda, ancora per un tratto, la nostra vita, vocata alla Pasqua»…

Quaresima 2024. Il Messaggio del vescovo Giuseppe: «La Quaresima, ci ricorda la Liturgia, è il segno sacramentale della nostra conversione. Segno che deve insegnare e segnare, con una traccia profonda, ancora per un tratto, la nostra vita, vocata alla Pasqua»

 

Carissimi,

un’altra Quaresima ci raggiunge, ancora nel tempo forte dell’Anno Liturgico, mentre ci scaldiamo al fuoco eucaristico e, protesi alla gioia pasquale, ci accorgiamo quanto è faticoso il cammino, intralciato dal nostro peccato.

La Quaresima, ci ricorda la Liturgia, è il segno sacramentale della nostra conversione. Segno che deve insegnare e segnare, con una traccia profonda, ancora per un tratto, la nostra vita, vocata alla Pasqua.

È la stessa Celebrazione Eucaristica che ci educa alla conversione e alla riconciliazione. L’atrio eucaristico, come un vestibolo, offre ad ognuno la possibilità di un atto penitenziale, il luogo per il riconoscimento dei propri peccati per poter accedere, purificati, alla sala della festa eucaristica.

Dobbiamo soffermarci con attenzione, e non in modo superficiale, su questo momento introduttivo della Celebrazione che, purificando il cuore e la mente, ci prepara ad accogliere il mistero con fede.

Confesso a Dio onnipotente

Nel Confiteor, il credente peccatore si pone dinanzi al Signore e, inserito in una comunità – assemblea, fa la sua confessio vitae, la confessione della sua vita, per poter poi confessare la grandezza del Signore con la confessio fidei.

Questa confessione introitale, che non è il Sacramento della riconciliazione, ha un valore pedagogico ma anche sacramentale, perché ci educa a riconoscere che, anche se confessati da poco tempo e in grazia di Dio, siamo sempre peccatori e bisognosi di perdono e misericordia, senza nascondere i limiti. La confessione davanti a Dio, ai fratelli e alle sorelle ha una forte valenza ecclesiale e ci ricorda che ogni ferita inferta a Dio è, nel contempo, una ferita al fratello e alla sorella.

L’atto penitenziale, posto all’inizio della Celebrazione Eucaristica, certamente non sostituisce il Sacramento della riconciliazione, non è sacramento in senso stretto, ma ha un valore sacramentale e pedagogico, perché ci educa a riconoscersi peccatori e a invocare la misericordia non solo come un atto individuale ma ecclesiale, che comporta delle conseguenze esistenziali molto significative.

Questo atto, penitenziale e comunitario, deve portare vita nuova e riconciliazione nei rapporti personali e sociali; cioè, in poche parole, si deve vedere il risultato in una vita che diventa più umana e cristiana.

La misericordia, esondando oltre la celebrazione, deve poter invadere e allagare la vita, mare aperto verso gli altri. In questo atto comunitario, coram Domino et Ecclesia, la Chiesa si presenta come communio-sanctorum, comunità formata da persone perdonate che sono diventate Chiesa-assemblea, e non massa anonima.

Sono io, con la mia storia, il mio peccato e i miei sogni infranti, ma non solo io, perché sono inserito in una comunità dove tutto è in relazione, connesso e condiviso, il bene e il male, tenuti insieme dal filo sottile e indistruttibile della grazia.

Dinanzi a tutti, senza mai violare il segreto confessionale, io ricordo che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. E riconosco, con grande umiltà, che non è solo e sempre colpa di un altro, ma avviene ed è avvenuto per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

Che bella ed efficace scuola di umiltà, di santità, e che stupendo percorso di riconciliazione suggeritomi dalla Liturgia, che ha formato e forma i Santi, persone che non si sono proclamate sempre e solo innocenti.

La Conversione di san Paolo, dipinto del 1601 di Caravaggio

Ci riconosciamo peccatori, Ecclesia semper reformanda, in un ambito liturgico denso di preghiera e silenzio, dinanzi al Kyrios, l’unico Signore della mia vita, e dinanzi ai fratelli e alle sorelle, membra dell’unico corpo che è la Chiesa.

Questo è l’incipit, l’inizio, la prima pagina, non di una comunità di perfetti, ma di uomini e donne raggiunti dall’onda sempre fresca del dono di Dio: vera comunità ecclesiale, sempre pronta a ricominciare e a riprendere il cammino.

Così, coscienti del nostro peccato ma non abbattuti e sconfitti, supplichiamo la Beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro.

Tutta la Chiesa è convocata, ogni giorno e ogni Domenica, e in modo solennissimo a Pasqua, per chiedere la misericordia per me che, come olio e profumo, si effonde su ogni membro della comunità che, peccatore come me, con me prega ed implora.

Io chiedo per gli altri, gli altri intercedono per me e, in questo circolo d’amore, si costruisce la Chiesa, la Chiesa amata, scrigno del dono di Dio, terra salvata e che offre salvezza.

Qui nasce e rinasce il mistero della Chiesa!

Qui la Chiesa dei peccatori si santifica per poter santificare il mondo!

Solo dopo questo atto, lucido e sereno, vero e sincero, il presidente della Celebrazione può ripetere: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

E solo allora ha valore e significato il Kyrie eleisonChriste eleison – Kyrie eleison.

Così, riconciliati con il Signore con noi e tra di noi, capaci di guardarci di nuovo negli occhi, ritornati dai sentieri del prodigo, dopo un attimo di silenzio che mai deve mancare, si rientra nel coro ecclesiale per intonare Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore.

Carissimi,

l’atto penitenziale, necessario, riscoperto e ben fatto, può essere un passo sufficiente per il nostro cammino quaresimale, e per poter giungere alla terra della Pasqua meno frastagliati dentro e veri artigiani di pace, attinta alla sorgente eucaristica, fonte e culmine del mistero pasquale.

Sul monte eucaristico, Gesù, novello Mosè, continua a tenere alzate le braccia per aiutarci a vincere le battaglie della vita, a camminare sinodalmente, per poi cantare, rinnovati, l’Alleluia pasquale.

Buon cammino, buona Quaresima 2024!

 

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

Tag: , , ,
Menu