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Il saluto del vescovo Giuseppe al cardinale Zuppi

Diocesi in festa con il cardinale Matteo Zuppi per la festa di sant’Alfonso Maria de Liguori. Il saluto del vescovo Giuseppe Giudice   Eminenza Reverendissima, grazie per questa presidenza che viene a dare un timbro sinodale alla nostra festa nel…

Diocesi in festa con il cardinale Matteo Zuppi per la festa di sant’Alfonso Maria de Liguori. Il saluto del vescovo Giuseppe Giudice

 

Eminenza Reverendissima,

grazie per questa presidenza che viene a dare un timbro sinodale alla nostra festa nel giorno in cui celebriamo Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Doctor zelantissimus, le cui spoglie riposano e fremono in questa Basilica a lui dedicata.

Come Ordinario il mio saluto si estende agli Eccellentissimi Vescovi, ai Padri Redentoristi, ai Sacerdoti, ai Religiosi e Religiose, Diaconi, Seminaristi e si configura come un invito pressante: Venite alla festa!

Si, ogni eucarestia è un invito alla festa, ad entrare nel desiderio di Gesù che vuole mangiare con noi la sua Pasqua: Desiderio desideravi.

L’immagine dei cantieri, scelta per questo secondo anno del Cammino Sinodale, ci può aiutare a comprendere che la Chiesa è sempre in fierireformanda, cantiere perennemente aperto.

Chi entra in un qualsiasi cantiere, non conoscendo il progetto, può avere l’impressione di imbattersi in una grande confusione, non avendo gli strumenti e la pazienza necessari per cogliere la realtà poliedrica e prismatica; e, se dimenticassimo che l’architetto del progetto ecclesiale è il Signore, potremmo anche noi confondere e sottovalutare la ricchezza e varietà delle nostre Comunità.

Con l’immagine dei cantieri, siamo invitati ad abitare nuovamente la Costituzione conciliare Lumen Gentium per trovare ognuno la sua giusta collocazione e il suo posto per costruire la Chiesa, avendo però come unico obiettivo il capitolo V della Lumen Gentium, la chiamata alla santità e l’attenzione rinnovata alla spiritualità della Gaudium et Spes, che ci fa uditori appassionati del nostro tempo.

In un tempo magnifico e drammatico, confuso e litigioso, siamo chiamati a costruire avendo chiaro il progetto della casa, sapendo di lavorare invano se non è Lui ad edificare.

“La casa chiede comunione e abilita alla missione, passando per la fatica della partecipazione.

Le nostre famiglie e le nostre comunità hanno urgenza di passare dai molti servizi, dall’agitazione alla semplicità di rapporti veri, autentici, fraterni, capaci di attrarre e non di respingere chi passa per Betania.

Tante volte, nel perdere tempo per abbellire e pulire le saliere e i lampadari, ci dimentichiamo di essere sale luce, e trascuriamo le persone per occuparci solo del loro ruolo.

Le nostre comunità, impegnate in tanti servizi, ci chiedono di formare i servitori, di qualificare il servizio, di rendere accogliente la casa per attrarre con la forza disarmante del Vangelo, che si fa sorriso e sguardo di pace.

Costruiamo comunità gioiose, a cominciare dalla Messa domenicale (fonte del Cammino Sinodale) in modo che sia esperienza di fede e di incontro, amicizia tra le generazioni, di ricarica e di gioia per poter, poi, andare a Nazareth e a Betania riconciliati e con la festa nel cuore” (Dagli Orientamenti pastorali 2022-2023).

Siamo chiamati a costruire la casa comune cercando di trovare lo spazio adeguato per ogni persona, specialmente per i più fragili, e gli esclusi dalla festa della vita, in una riscoperta urgente della fratellanza che, mentre calpesta e custodisce terre diverse, volge lo sguardo verso l’unico cielo.

“C’è bisogno oggi, come non mai, di una rifondazione etica della politica. Essa deve essere vissuta e praticata come la forma più alta di carità e di servizio al bene comune e non come strumento di conquista ed esercizio di posizione di potere e di benessere personali” (dal messaggio del Comitato scientifico ed organizzatore delle Settimane Sociali, 29 luglio 2022).

Ripetiamo con Giovanni Paolo I, beato il prossimo 4 settembre: “Un’alba di speranza aleggia sul mondo, anche se una fitta coltre di tenebra, dai sinistri bagliori di odio, di sangue e di guerra, minaccia talora di oscurarla. Solo Cristo potrà far sorgere la luce che non tramonta, perché Egli è il «sole di giustizia»: ma Egli pure attende l’opera di tutti.” (Giovanni Paolo I, Urbi et Orbi, 27 agosto 1978)

Eminenza, attingendo alla ricca e sempre attuale testimonianza di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nel servizio appassionato alle Chiese che sono in Italia, ci aiuti e ci accompagni in quest’ora a piantare sempre di più la Chiesa del Concilio nel cuore dell’uomo e nei crocicchi della storia per incoraggiare ogni persona, nella riscoperta della propria dignità, ad elevare il canto della gratitudine e della gioia.

 

Pagani, 1 agosto 2022

Solennità di Sant’Alfonso M. De Liguori

 

 

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