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Sant’Alfonso, le Sante Quarantore

Un tempo di grazia in compagnia di Gesù

La Chiesa si prende cura di venerare l’Eucaristia che deve essere «conservata come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale» (Paolo VI, Mysterium fidei, n. 68). La contemplazione prolunga la comunione e permette di incontrare Cristo, vero Dio e vero uomo, di lasciarsi guardare da lui e di fare esperienza della sua presenza. La nostra comunità dal 17 al 20 marzo ha vissuto il tempo di grazia delle Sante Quarantore.

L’Eucarestia come centro della vita comunitaria ha mosso i vari gruppi e fedeli della comunità a trascorrere un po’ di tempo in compagnia di Gesù. 

Sullo sfondo della parabola del Padre Misericordioso (Lc 15,11-32), la riflessione che ci ha guidato in queste giornate eucaristiche ha toccato principalmente tre punti, ripresi dal messaggio per la Quaresima 2022 del nostro vescovo: Il primo viaggio che compie il figlio più giovane quando, chiesta la parte del suo patrimonio, partì per un paese lontano (Lc 15, 13). Il secondo viaggio quando, sperimentata la miseria, partì e si incamminò verso suo padre (Lc 15, 20). E un terzo viaggio quando in mezzo ai porci, speso tutto, nella carestia e nel bisogno, rientrò in se stesso (Lc 15, 17).

Inoltre, sabato e domenica abbiamo accolto don Daniele, missionario del Preziosissimo Sangue, che ha incontrato i ragazzi e giovani ricordandoci che come il giovane Samuele, imparando le parole della preghiera del cuore e introdotti al mistero della sua presenza, i giovani saranno più vicini al Signore che li accompagnerà nella loro crescita spirituale e umana e nella testimonianza missionaria che dovranno rendere per tutta la loro esistenza. Il mistero eucaristico è in effetti il “culmine di tutta l’evangelizzazione” (Lumen gentium, 28), poiché è la testimonianza più eminente della Risurrezione di Cristo. Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e d’intimità con Cristo per crescere.
(Lettera di San Giovanni Paolo II al vescovo di Liège per il 750° anniversario della festa del “Corpus Domini”. 28 maggio 1996).

Christian Volpicelli

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