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Diversamente sposa

Suor Marie Juliette, suor Marguerite e suor Valentine, della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, hanno emesso la professione perpetua nella parrocchia della Santissima Annunziata di Angri.

È stato molto bello e commuovente partecipare al rito della professione perpetua  – per tanti era la prima volta – di suor Marie Juliette Ravaoarisoa, suor Marguerite Kayibae Kalambayi e di suor Valentine Musikianga Nunga della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista.

La Celebrazione Eucaristica si è tenuta nella chiesa dell’Annunziata ad Angri, ed è stata presieduta da Sua Eccellenza mons. Giuseppe Giudice e concelebrata dal vicario generale mons. Vincenzo Leopoldo e dal parroco don Antonio Mancuso.

Erano presenti anche la Superiora provinciale, suor Maria Pina Borrelli, la sua vicaria, suor Lina Pantano, e tante suore battistine provenienti dalle varie comunità d’Italia.

Con la professione religiosa, cioè con il voto pubblico dei Consigli Evangelici di castità, povertà e obbedienza (“evangelici”, perché vissuti da Gesù Cristo e riportati all’interno del Vangelo) noi religiose “ci dedichiamo totalmente a Dio e diamo una risposta personale e concreta all’amore del nostro Creatore, accettando la forma di vita che Cristo abbracciò quando venne nel mondo a compiere la volontà del Padre e propose a coloro che volevano seguirlo” (Costituzioni, cap. II, art. 7).

Attraverso la professione perpetua si fa l’offerta totale di sé a Dio, per sempre (non solo per un periodo di tempo, come accade per la professione temporanea), divenendo le spose del Divin Figlio (la consegna dell’anello, simbolo dell’amore e della fedeltà al Signore Gesù), divenendo la bellezza della vita vissuta per gli altri, persa in totale gratuità per Cristo, per amore e soltanto per AMORE.

Diceva il nostro Fondatore, sant’Alfonso Maria Fusco: «Figlie mie, avete mai pensato che cosa significa essere spose di Gesù Cristo? Vuol dire vivere in intima unione con Lui e amarlo senza riserve. Siete le spose dell’Agnello e lo seguirete in Paradiso; là starete tanto bene che, se in cielo potesse entrare la gelosia, fareste invidia ai serafini. Essere state chiamate allo stato religioso è una grande grazia ricevuta dal Signore».

Con la nostra gioia di vivere, lodiamo Dio per il dono della chiamata a questa particolare sequela Christi, facendo diventare la terra un nostro piccolo, grande Cielo quotidiano e auguriamo alle suore neoprofesse di tenere incessantemente lo sguardo fisso su Gesù, scrutando orizzonti sempre nuovi per essere insieme semi luminosi e semi nascosti della Sua presenza tra noi.

Voi giovani, che siete alla ricerca di strade sempre nuove, ricordate che ancora oggi Gesù è compatibile con il vostro desiderio di felicità, anzi ne è il fondamento. Lasciatevi afferrare da Lui e rimanete stupiti e sorpresi dalla grandezza dell’immenso AMORE del Padre. C’è sempre da meravigliarsi… ma il problema è la nostra incapacità a stupirci ancora, perché ora tutto è scontato, perso in distrazioni continue. “E se poteste mantenere la meraviglia del vostro cuore dinanzi ai miracoli quotidiani della vostra vita, il vostro dolore non sembrerebbe meno meraviglioso della vostra gioia”. (Khalil Gibran)

di sr. Halina M. Furtak

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