Gli auguri del Vescovo per la Pasqua 2021
Gli auguri del Vescovo per la Pasqua 2021 registrati in un giardino, per richiamare il giardino della risurrezione. “Andiamo avanti, camminiamo, l’orizzonte è sempre più ampio, alleluia!”, dice mons. Giuseppe Giudice
Siamo in un giardino alle spalle della Cattedrale di San Prisco per donare a tutta la Diocesi, specialmente a chi vive momenti di grande difficoltà – penso agli ammalati, agli anziani, ai fragili, ai bambini – il messaggio di Pasqua, l’augurio pasquale.
Dio all’inizio aveva posto l’uomo in un giardino bellissimo, giardino dell’Eden, giardino della creazione. E l’opera di Dio è sempre la bellezza.
In questo giardino però l’uomo, sedotto dal male e vinto dall’egoismo, ha rovinato l’opera di Dio. Ma Dio non si ferma dinanzi al peccato dell’uomo, dinanzi alla difficoltà, dinanzi alla morte. Egli ha voluto ricominciare. E ha ricominciato, il Signore, attraverso la Pasqua di Gesù. Non a caso la resurrezione avviene in un altro giardino, un giardino dove c’era un sepolcro, un sepolcro nuovo, dove Gesù è stato deposto.
Un sepolcro che non è di Gesù. È stato donato a Gesù, prestato potremmo dire da Giuseppe d’Arimatea. Ed è proprio in questo giardino che si svolge l’opera di Dio.
Dio ha le chiavi del mistero del ricominciare. Ricomincia dinanzi ad ogni realtà. Ricomincia dinanzi alla morte.
Quanti di noi pensano che la morte sia l’ultima parola, che una volta sigillato il sepolcro è tutto finito. Anche quelle donne che al mattino di Pasqua vanno verso il sepolcro per ungere il corpo di Gesù forse pensavano così. Ed è in quel momento, in un giardino rinnovato dalle mani di Dio, perché solo Dio poteva pensare la risurrezione, ecco il grande annuncio: Non è qui, è risorto.
Qualcheduno ha voluto nascondere questa grande realtà. Qualcheduno ha detto nella storia: il corpo l’hanno rubato, trafugato. Ma essi portano nel cuore la grande certezza: È risorto, non è qui.
E Gesù si fa vedere perché adesso deve recuperare i discepoli che si sono perduti. E viene anche dietro di noi, accanto ad ognuno di noi, a chi ha perso una persona cara, a chi è in ospedale, a chi ha seppellito la speranza, a chi è in difficoltà.
Il Risorto ci raggiunge, apre le porte del cuore, entra nei nostri cenacoli, si mette a camminare accanto a due delusi, va a chiedere qualcosa da mangiare.
Ecco, carissimi, la risurrezione non è un’idea. La risurrezione è una persona. Il Crocifisso è il Risorto. È questo l’annuncio che noi diamo ogni anno. E la Chiesa è la voce di questo annuncio.
Vorrei che l’annuncio raggiungesse ogni uomo, specialmente quelli che vivono la sofferenza, la difficoltà, il dolore. E penso anche alle tante attività che sono ferme per la pandemia.
L’annuncio di Pasqua è per ogni uomo, è per tutti gli uomini. È un annuncio di gioia. Il cuore deve risorgere. E chiediamo al Risorto, a Gesù, che non è un’idea, è una persona, che dia ali alla nostra speranza, ci inviti e ci aiuti ad uscire fuori dai tanti sepolcri, dalle tante chiusure.
Il mistero della Pasqua è tutto qui. Di notte, mentre noi stavamo dormendo, mentre negli ospedali vengono curati gli ammalati, Dio ha fatto risorgere il Figlio.
Ed è questa risurrezione che dà ad ognuno di noi la grande speranza. Chiesa che sei in Nocera Inferiore-Sarno rialzati, canta perché è Risorto.
La risurrezione è la grande riserva di speranza che possiede la Chiesa. Noi da questa riserva dobbiamo attingere non solo per noi, ma specialmente per i tanti mendicanti della speranza.
Usciamo da un momento difficile. Gesù si presenta con le piaghe.
La resurrezione non elimina il dolore, non elimina il passato, però dà un significato nuovo a tutto questo. Vorrei con questo Messaggio di Pasqua dare anche un incoraggiamento a tutti i lavoratori, a quelli che sono bloccati, a tutte le nostre strutture: strutture alberghiere, strutture della festa, dove la gente si incontra, dove va per poter comperare. Perché possiamo riprenderci. Perché la pandemia non diventi una carestia perenne, ma ognuno di noi, attingendo a questo mistero della risurrezione, riprenda il cammino.
Buona Pasqua ad ognuno di voi, sia una Pasqua di ripresa.
Guardando le ferite di Gesù attingiamo nuovamente da questo spiraglio la risurrezione come un monito, un invito. Andiamo avanti, camminiamo, l’orizzonte è sempre più ampio, alleluia!
+ Giuseppe Giudice, vescovo