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In Burkina Faso con don Andrea. Ultimo giorno in Africa

Ultimi giorni di permanenza in Burkina Faso per don Andrea e i suoi compagni di viaggio. Prima di preparare la valigia, c’è stato il tempo per il tampone e per inaugurare un altro pozzo


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In Burkina Faso con don Andrea Annunziata è al suo ultimo giorno di racconto in Africa. In questa pagina il sacerdote missionario racchiude le esperienze di tre giornate: domenica 28 febbraio, lunedì 1 e martedì 2 marzo.

Forse c’è bisogno di tempo per metabolizzare. Forse ho scritto troppo e non voglio continuare ad annoiarvi. Per due giorni la vita è andata via senza fare apparentemente nulla di significativo, in realtà ci sarebbe tanto da dire, tanto da raccontare, persone e amici di cui parlare.

Salto direttamente alla giornata di oggi (ieri per voi che leggete). È iniziata con un bel viaggio verso Tenkodogò, il capoluogo di regione. È la città più vicina per fare il tampone, domani si parte e ovviamente rifacciamo il test.

Qui tutto sembra più complicato. Quello che a Nocera abbiamo fatto in 10 minuti, qui ha richiesto più di un’ora.
Di ritorno dal tampone ci è stata affidata la missione di inaugurare un pozzo. Siamo di strada (anche se poi non è mai proprio così). Ovviamente io ve la faccio semplice, ma queste cose sono sempre organizzate per tempo.

Il nuovo pozzo

Un benefattore ha donato questo pozzo, ma non potrà a breve venire ad inaugurarlo, quindi il presidente del Progetto Famiglia – Cooperazione, Francesco De Maria, ha chiesto a noi di farlo a nome di questo benefattore. Ci dividiamo i compiti, ci prepariamo qualcosa da dire e ci dirigiamo verso il luogo dell’incontro. Come sempre in queste occasioni l’accoglienza e degna delle feste migliori.

Ci ha colpito il ritmo e lo stile del canto. Paul, la nostra guida, ci ha spiegato che alcuni villaggi hanno canti e suoni propri, modalità particolari per accompagnare il canto. Ci piace, restiamo volentieri ad ascoltare. Dopo i saluti di rito e le presentazioni, non ci portano la classica acqua dell’accoglienza, ma una confezione di acqua in bottiglia (molto costosa qui).

C’è un vento terribile e c’è molta sabbia in aria. Sono consapevoli che è meglio una classica bottiglia d’acqua! Noi apprezziamo molto, siamo già in giro da diverse ore. Faccio la mia presentazione e come al solito cerco di dire come per noi sia un piacere far visita a loro in qualità di amici. Ho aggiunto che anche in Italia ci sono tante difficoltà (ho detto che non è vero che nel nostro Paese i soldi crescono sulle piante. Siamo scoppiati tutti a ridere!).

Ho lasciato a Grazia il compito di parlare dei benefattori e della targa che di lì a poco avremmo affisso al pozzo. Lei, che ha parlato anche dopo aver ascoltato il saluto delle donne del villaggio, ha detto una parola anche a tutte le donne lì presenti. È un villaggio a maggioranza cattolica, quindi qui le donne hanno voce in capitolo, purtroppo in moltissimi altri villaggi non è così. Benedizione di rito e distribuzione delle caramelle.

In viaggio verso casa

Ci siamo rimessi in viaggio e Paul ha notato che le ruote del pulmino erano un poco sgonfie. Ci siamo messi alla ricerca di chi potesse gonfiarcele. Siamo andati al mercato del villaggio, per fortuna abbiamo trovato e risolto il problema. Ho approfittato per fare un’altra distribuzione di caramelle. È bastato tirar fuori il sacchetto e i bambini si sono moltiplicati in un lampo!

Poi dritti a casa per un’altra oretta di viaggio su strada sterrata. Siamo arrivati nel primo pomeriggio, affamati. Tuttavia eravamo troppo pieni di polvere e terra per metterci a tavola. Abbiamo approfittato del tempo per preparare la tavola per darci una sistemata. Di lì a qualche ora sono arrivati i risultati dei tamponi: negativi. Possiamo partire.

Dopo un po’ di riposo, abbiamo partecipato alla Messa celebrata in una cappella dove si incontrano i giovani. Bel momento. Dopo la celebrazione c’è stata una mezz’oretta di adorazione in uno stile molto giovanile, bel momento di preghiera.

La Messa conclusiva del viaggio missionario

Ma la malinconia inizia a farsi sentire, le valigie già aperte e il pensiero della partenza imminente rendono tutto più triste. Scrivo stanotte e già penso alla lunga giornata di domani. Viaggio verso la capitale, visita a qualche amico e attesa dell’aereo. Partenza alle ore 5.00 e notte in bianco. Ci risentiamo tra qualche giorno dalla mia quarantena italiana.

Don Andrea

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