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Fare di più

Non lasciamoci scalfire dal tono minore – in termini consumistici – di questa festa. Accogliamo il Natale come l’occasione per riscoprire l’essenziale. Se possiamo, non dimentichiamo di donare a chi ne ha bisogno. L’augurio del direttore di Insieme. di Salvatore…

Non lasciamoci scalfire dal tono minore – in termini consumistici – di questa festa. Accogliamo il Natale come l’occasione per riscoprire l’essenziale. Se possiamo, non dimentichiamo di donare a chi ne ha bisogno. L’augurio del direttore di Insieme.

di Salvatore D’Angelo

A Natale puoi è l’incipit di una delle canzoni più trasmesse in questo periodo di festa. Il potere della pubblicità ha imposto un brano per nulla tradizionale. Suscita belle emozioni e buoni sentimenti. Versi bambineschi (?) che però smuovono le corde del cuore di tutti.

A Natale puoi/fare quello che non puoi fare mai. Una frase entrata nel gergo comune, non solo natalizio. Stare insieme in famiglia, in chiesa per le celebrazioni e i momenti di festa, a teatro o al cinema, in strada.

Concedersi lo spazio per vivere, pregare, godersi qualche ora di spensieratezza, fare beneficenza. La pandemia impatta su tutto questo. Quel A Natale puoi, scontato, abusato, che quasi annoiava per la routine, stavolta non ci sarà. Troppa sofferenza e troppi lutti. Non sono solo le normative ad imporci un ridimensionamento. È la nostra coscienza che deve interrogarsi su cosa è opportuno fare.

Non lasciamoci scalfire dal tono minore – in termini consumistici – di questa festa. Accogliamo il Natale come l’occasione per riscoprire l’essenziale. Se possiamo, non dimentichiamo di donare a chi ne ha bisogno. Il rischio che le solitudini e le povertà – sono i dati a dirlo – si amplifichino fino a un punto di non ritorno è concreto. Viviamo la famiglia al di là delle tavolate imbandite del passato. Ritorneranno e ritorneremo ad esserne travolti.

Guardiamo al Bambino che è venuto, viene e verrà. Nella Betlemme di duemila anni fa non c’erano i comfort di oggi, ma Lui c’era. Le difficoltà non mancavano, ma Giuseppe e Maria hanno saputo essere custodi di quella Luce. Le povertà e le miserie dei pastori non hanno impedito loro di adorare il Re dei re.

Ritroviamo quella grotta nel nostro cuore, nelle nostre vite. Sforziamoci di sentire il canto degli Angeli. Ci riscopriremo capaci di poter fare ancora più degli anni passati. Ve lo auguro con tutto il cuore.

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