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Progettare il futuro dei luoghi di arte e cultura

I musei sono luoghi di crescita, scuole senza banchi dove si può incontrare la storia, l’arte e la fede. Quando la pandemia sarà finita, avremo bisogno di tornare ad ossigenarci con la bellezza della cultura e per farlo bisogna cominciare…

I musei sono luoghi di crescita, scuole senza banchi dove si può incontrare la storia, l’arte e la fede. Quando la pandemia sarà finita, avremo bisogno di tornare ad ossigenarci con la bellezza della cultura e per farlo bisogna cominciare subito a progettare.

di Salvatore Alfano

A proposito delle mansioni che caratterizzano i Musei si può dire che, in termini generali, essi sono istituzioni al servizio della società che ricercano, conservano e studiano le testimonianze dell’uomo, le promuovono e le valorizzano.

Potrebbe apparire superfluo, vista la condizione inaspettata e difficile che ci tocca vivere in questi mesi, spendere qualche parola sulle caratteristiche dei Musei e, nello specifico, su quelle dei Musei diocesani o, se si vuole, ecclesiastici, eppure è quello che ho intenzione di fare. Mi pare un modo per sottolineare una questione che va nel merito delle scelte di un intero Paese e, di riflesso, di tutti quegli Enti che detengono il primato della Cultura, della tutela e della valorizzazione dei Beni e di tutte le manifestazioni dell’estro umano.

Qualcuno potrebbe pensare che in momenti come questo le priorità siano altre, è vero, di sicuro salvare vite è una priorità ma credo sia importante anche guardare le cose in prospettiva futura, pensare a quello che faremo una volta “salvi”. Fuori da ogni polemica su quello che è stato fatto fin ora. Dopo tutta questa sofferenza che ci tocca vivere, primo fra tutti il disagio per la chiusura delle scuole, dopo tutto questo, quale orizzonte si dischiuderà ai nostri occhi? In quale condizione saranno i luoghi della cultura che già prima stentavano a sopravvivere?

So che potrebbe apparire inopportuno ma, per una sorta di ostinata passione, credo si debba parlarne, ora più che mai. Proprio quando il deserto abita questi luoghi bisogna serrare le fila e progettare, se non il presente, già saturo di altre priorità, almeno un futuro possibile e credibile. Mi piacerebbe trasformare i sogni di un ingenuo come me in fatti concreti. Trasformare vecchie mura che, per quanto belle e antiche, sono pur sempre cumuli di pietre malridotte, o
antiche cianfrusaglie tenute più o meno bene in quello che dovrebbero essere.

Luoghi di crescita, per tutti, scuole senza banchi dove si possa finalmente incontrare la storia, l’arte e la fede.

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