Emilia adolescente
Continuiamo a raccontare la storia di Madre Maria Consiglia dello Spirito Santo, al secolo Emilia Pasqualina Addatis, fondatrice delle Suore Serve di Maria Addolorata.
Verso gli 8 anni presentava un carattere sensibile e riservato. Sentiva molto forte il richiamo alle penitenze corporali, amava la solitudine e spesso si ritirava negli angoli più remoti della casa per immergersi nella preghiera. L’inclinazione alla penitenza e alla mortificazione era tale che al posto del cucire preferiva filare, perché tale mestiere era ritenuto più vile e spregevole.
Di nascosto dalle zie, con cui viveva, ed usando massima cautela, non conoscendo ancora gli strumenti di penitenza se li preparava da sola. Mangiava pochissimo, si nutriva quel tanto che riteneva necessario per poter stare in piedi. Si asteneva dal pane, sostituendovi dei piccoli pani fatti di granone. Si faceva comprare carrube, luppoli ed altri cibi grossolani.
Tale regime alimentare, a lungo andare, le causò un forte deperimento organico che la condusse ad una grave malattia. Madre Annunziata Marinelli, testimone al processo canonico, depose: «La Serva di Dio fu animata dallo spirito della cristiana mortificazione».
Emilia desiderava accostarsi al Sacramento della Riconciliazione molto tempo prima, ma come ella stessa ebbe a dire, per negligenza delle zie «tardai fino all’età di dieci anni» (Diario, p. 29). Uno dei primi confessori a cui le zie l’affidarono fu don Vincenzo Negrogna.
Verso i 12 anni, Emilia fu ammessa alla Prima Comunione. Seguì un periodo di tranquillità. Ma nuovi dispiaceri dovevano metterla alla prova. Successivamente, per alcuni mesi si confessò da don Daniele Masucci. Il canonico fu il
promotore della devozione al Santissimo Nome di Gesù. Emilia, in seguito introdusse tale devozione nelle case da lei fondate e fece apporre sullo scapolare, al di sopra del cuore addolorato della Madonna, il nome di Gesù nella dicitura latina Jesus.
Tratto da “Una donna di garbo plasmata dallo Spirito”
a cura di suor Agnese Pignataro
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