Assegno unico: adesso o mai più
Una misura che dovrà dare di più a tutte le famiglie con figli, esaurendo – finalmente – quel circuito perverso che da troppo tempo genera discriminazione fiscale ai danni di chi ha il coraggio profetico di mettere al mondo un figlio. Anche di questo si parlerà sabato 31 ottobre, alle ore 12.00, in diretta Facebook per la presentazione del libro “Adesso viene il bello” di Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini. Appuntamento promossa da Insieme e Punto Famiglia.
di Gigi De Palo
Abbiamo messo un’ipoteca grande come l’Europa sulla testa dei nostri figli: 309 miliardi di euro, che comprendono i 100 miliardi già impegnati nei decreti rilancio del Governo, imposti dai mesi di lockdown per Covid-19, e ben 209 miliardi di euro, per la gran parte a debito, promessi dall’UE all’Italia con l’obiettivo di rimettere in piedi il Paese. Un’opportunità imperdibile. Tanto più che il Recovery Plan è stato chiamato – non a caso – next generation EU, l’Europa delle nuove generazioni.
Leggiamo di numerosi progetti e iniziative, negli ambiti più disparati, per riuscire ad avere una fetta di questa montagna di soldi. Sappiamo – perché il ministro dell’Economia Gualtieri lo ha ripetuto più volte – che al centro del piano governativo ci sono innanzitutto green e digitale. Siamo contenti. Ma, lo abbiamo detto spesso, nei prossimi 40-50 anni non ci sarà un’altra occasione così. E non ci sarà economia verde o digitale senza famiglie, senza figli, senza giovani.
Un Paese sempre più vecchio e stanco
Abbiamo letto, in questi giorni, che il ministro della Salute ha dato incarico a monsignor Vincenzo Paglia di presiedere una Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana: una scelta necessaria, che evidenzia la piega che sta prendendo il nostro Paese, sempre più vecchio, stanco, malato, fragile.
Ecco perché è urgente un assegno unico e universale per ogni fglio almeno fno a 18 anni. Una misura che dovrà dare di più a tutte le famiglie con figli, esaurendo – finalmente – quel circuito perverso che da troppo tempo genera discriminazione fiscale ai danni di chi ha il coraggio profetico di mettere al mondo un figlio. È tempo di restituire ai genitori ciò che spetta loro, ciò che viene loro tolto iniquamente da anni a causa di un sistema distorto, che non tiene in considerazione il valore di bene comune di un figlio e le spese che i genitori devono sostenere per consegnarlo pronto alla società.
L’occasione del Recovery Fund
Leggiamo che il Governo avrebbe intenzione di spendere, attraverso il Recovery Fund, 10 miliardi di euro per i pagamenti elettronici e altri 10 per la riscossione delle multe. Non facciamo scherzi: stavolta i soldi ci sono. Non accetteremo scuse del tipo “l’assegno unico lo faremo in vari step: 3 miliardi quest’anno, 3 miliardi il prossimo” e così via. O si decide d’investire realmente sulle famiglie con l’assegno, oppure ci stiamo prendendo in giro.
O si dà ai nostri figli ciò che ovunque spetta loro, oppure sarà inevitabile assistere inermi – e colpevoli – al crollo definitivo del Paese.