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Coraggio, sono io, non abbiate paura!

Coraggio, sono io, non abbiate paura!, con questa Nota il Vescovo Giuseppe si fa vicino alla Chiesa diocesana in questo tempo di ripresa del contagio da Covid-19   Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo…

Coraggio, sono io, non abbiate paura!, con questa Nota il Vescovo Giuseppe si fa vicino alla Chiesa diocesana in questo tempo di ripresa del contagio da Covid-19

 

Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”
(Mt 14,22-33)

 

Carissimi,

l’episodio evangelico è un invito alla fiducia e alla speranza; ne abbiamo tutti bisogno, sempre, e in questo momento ancora di più. E sentiamo come rivolta a noi la parola di Gesù a Pietro: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? Nella difficoltà, Gesù tende la mano e ci afferra, evitandoci di affondare. Egli non è un fantasma; Egli è il Signore.

Cosa ci chiede il nostro Signore in questo momento?

Come cittadini ci dice che possiamo testimoniare osservando le regole per evitare la diffusione dei contagi. Dobbiamo agire con lealtà e responsabilità, mettendo da parte tutte le furbizie e quei trabocchetti che tendono ad ingannare la legge, senza sapere che inganniamo noi stessi.

Responsabilità civile vuol dire custodia della propria vita e della salute degli altri, che sono le persone che amiamo e incontriamo. Dobbiamo essere attenti, cioè prudenti e responsabili, per salvare la nostra vita e per salvare gli altri; e non è superfluo ricordare ad ognuno di noi che siamo sulla stessa barca.

Come credenti, invece, non bisogna cedere alla pigrizia e all’accidia, che ci vede timorosi e rinunciatari nell’annuncio del Vangelo che, in modi e tempi diversi, va donato agli altri.

Chiediamo al Signore il coraggio della fede per testimoniare, in questo tempo smarrito e nel quale ci sentiamo smarriti, che fra tutto e niente esiste sempre una terza via dell’equilibrio.

Ai credenti, che scommettono la vita sulla fede, è rivolta la parola dell’apostolo Pietro: Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo (1Pt 5,8-9).

Saldi nella fede, attenti alle indicazioni che ci vengono offerte, noi procediamo in compagnia dei nostri santi, testimoni coraggiosi in tempi non sempre facili.

La Vergine dell’equilibrio – donna di fede e di azione – e San Giovanni Paolo II, di cui oggi celebriamo la memoria, ci aiutino a non avere paura e a contagiare la speranza, a cominciare dai nostri ambienti di vita dove incontriamo i piccoli, sempre bisognosi di essere accompagnati e protetti.

 

Vi benedico

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

Dal Palazzo Vescovile
Nocera Inferiore, 22 ottobre 2020
Memoria di San Giovanni Paolo II

 

 

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