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Il giorno del Signore

Pubblichiamo il contributo di mons. Giuseppe Giudice per la sua rubrica “L’evidenziatore”, comparso sul numero di settembre di Insieme. Il Vescovo invita ad investire “sull’Eucarestia domenicale che deve diventare la nostra festa settimanale, senza la quale tutte le altre impallidiscono…

Pubblichiamo il contributo di mons. Giuseppe Giudice per la sua rubrica “L’evidenziatore”, comparso sul numero di settembre di Insieme. Il Vescovo invita ad investire “sull’Eucarestia domenicale che deve diventare la nostra festa settimanale, senza la quale tutte le altre impallidiscono e diventano semplici sagre”.

I Vescovi, nostri Pastori, ci chiedono di ascoltare lo smarrimento e operare un saggio discernimento per cogliere l’essenziale e riscoprire il primato dell’evangelizzazione. Dovendo riprendere la Visita Pastorale, anche se con nuove modalità e per portarla a termine, è bene evidenziare questi due aspetti.

Innanzitutto l’ascolto: che cosa abbiamo visto? Che cosa è capitato? Cosa abbiamo imparato? Lo smarrimento delle nostre comunità, semplicemente evidenziato dal Covid-19, è solo di oggi o ha radici più lontane, da noi sottovalutate?

Ascoltiamo lo smarrimento dei bambini, ragazzi, giovani, persone adulte, famiglie, che non vengono più ad abitare le nostre comunità e, con indifferenza, ormai ne vivono ai margini, facendo della Parrocchia semplicemente una stazione che eroga servizi.

Non ce ne siamo accorti tutte le volte che le nostre assemblee erano deserte – non per il virus – ma per altro, e molti di noi si sono trovati a raccogliere zero dopo notti di fatiche? Dove se ne è andato il popolo di Dio? E noi, con i nostri collaboratori più stretti, avviciniamo la gente o l’allontaniamo, facendo a volte da diaframma? L’ascolto può avvenire solo nella verità e nell’umiltà; ascoltare vuol dire leggere con attenzione, senza sottovalutare, senza cercare capri espiatori, senza congelare, ma cercando di abitare con gioia questo nostro tempo smarrito.

Ora, per evitare l’assioma si è fatto sempre così, abbiamo bisogno di un setaccio che ci aiuti a discernere per cogliere il buono e il positivo dentro di noi e intorno a noi. Cos’è, o meglio, chi è l’essenziale? Cosa far cadere, cosa evitare, cosa
tagliare? Tutti sogniamo una vita più leggera, più essenziale, più semplice, semplicemente più umana, ma non riusciamo a viverla se vogliamo portare ancora con noi tutte le zavorre.

Il segreto? Ce lo può indicare solo il Maestro, che ci invita a ricominciare dalla Domenica, dal giorno del Signore che deve ritornare ad essere il Signore dei giorni, per farci educare dal Risorto che sempre ci accompagna e ci sprona.

Mettiamo da parte tante cose che non servono, ciarpame nella pastorale, e investiamo sull’Eucarestia domenicale che deve diventare lievito, sale e luce, la nostra festa settimanale, senza la quale tutte le altre impallidiscono e diventano semplici sagre.

Investire vuol dire metterci cuore, intelligenza, tempo e… denaro. Educhiamo alla Domenica, senza la quale non ci può essere vera Chiesa e non c’è vita cristiana, ed evitiamo l’errore di formarci ad una idea solo giornalistica della Chiesa.

Mi piace ribadire che il Covid-19 stesso è stato un evidenziatore, perché ha sottolineato virtù e vizi della nostra gente. Nulla di nuovo sotto il sole! Riprendiamo fiato e, aiutati da ossigeno evangelico, ridiamo voce al canto sereno delle nostre
comunità. Così, gli smarriti di cuore – e noi potremmo essere tra di essi! – ritorneranno alla bellezza della sorgente primigenia della nostra fede.

Buona ripresa e buon cammino!

 

 + Giuseppe Giudice, Vescovo

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