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Maggio: una sera, un cortile, una preghiera, un canto

L’intervento del Vescovo, tenuto al termine della serata di musica e preghiera che i è svolta lo scorso 27 maggio nel cortile del Palazzo vescovile. Monsignor Giuseppe Giudice ha colto l’occasione per ringraziare mons. Giovanni Iaquinandi, che fino al 9…

L’intervento del Vescovo, tenuto al termine della serata di musica e preghiera che i è svolta lo scorso 27 maggio nel cortile del Palazzo vescovile.

Monsignor Giuseppe Giudice ha colto l’occasione per ringraziare mons. Giovanni Iaquinandi, che fino al 9 maggio ha ricoperto l’incarico di Vicario generale, e accogliere mons. Vincenzo Leopoldo, nominato Delegato ad omnia.

Ancora vive la bella tradizione di dedicare a Maria il mese di maggio.

Una sera: questa.

Un cortile: del vescovo.

Una preghiera: il Rosario.

Un canto: Trio Canticum Cordis.

Una serata artistico-musicale per concludere il mese di maggio, per fare famiglia, mistero di Trinità, per dire grazie.

E vorrei diventasse uno stile per la nostra Chiesa.

 

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente… (cfr. Lc 1, 46-55)

 

Per Maria, e così per ognuno di noi, l’angolo di osservazione, la finestra da cui volge lo sguardo, il cortile da cui parte, è la sua vita. Ella inizia da sé, ci aiuta sempre a partire da noi, ma senza però rimanere a noi.

 

Colui che è potente ha fatto in me grandi cose: scuola di umiltà quando si riconosce che l’autore è un Altro.

 

È uno sguardo al tassello, al particulare, all’adesso, al presente, al qui, ben sapendo che le grandi cose che ha fatto in me, non le ha fatte solo per me, anche quando le fa attraverso di me. E uno sguardo al presente, che se non fosse di fede, diventerebbe drammatico.

Partendo da sé, Maria spazia e getta uno sguardo al passato, alla storia del suo popolo – di generazione in generazione – e scopre la tessitura dello sguardo di Dio; e scopre che la sua storia, pur rimanendo singolare, è inserita in una storia più grande, ricamata dalla misericordia divina.

Siamo gocce nel grande fiume della storia e della Chiesa.

E Maria, nella fede, prolunga il suo sguardo al futuro; guarda oltre la siepe, oltre il contingente, oltre il muretto, più in là… tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Tutte, anche noi, e chi verrà dopo di noi. Noi passiamo, Maria e la Chiesa rimangono.

Maestra di fede, Maria è anche maestra di storia, e storia sacra, letta con lo sguardo di Dio.

Magistra perché Mater: Mater et Magistra, è Madre della Chiesa, madre del capo e delle membra, è madre di Dio.

Sono titoli da vertigini: nessuno è orfano perché lei è Madre, Madre della Chiesa, mia Madre, perché nei sacramenti, dal Battesimo io sono Chiesa e ogni ferita alla Chiesa mia Madre è una ferita a me, e ogni mio peccato è oltraggio al volto della Madre.

 

Mater Ecclesiae, Mater mea!

Monstra te essa Matrem!

 

Grazie, Maria, Madre della Chiesa! E in questo grazie, stasera il mio grazie a don Giovanni Iaquinandi, fedele e apprezzato collaboratore.

Grazie, per come mi è rimasto accanto, nella preghiera, nel silenzio, nell’attenzione al progresso spirituale della nostra Chiesa. Un grazie sincero, di cuore, amicale, un grazie eucaristico, dove le parole si fanno pane e il pane nutrimento per i poveri.

Ecce panis Angelorum, factus cibus viatorum…

Grazie, a nome di tutti, a nome della Chiesa.

E grazie a mons. Enzo Leopoldo, che ha accettato di condividere una parte di strada con me e con questa Chiesa.

Grazie! Il profeta annuncia che giovani e anziani danzeranno insieme.

 

 

Come è bello quando su antiche icone leggiamo:

TIBI NON SIT GRAVE DICERE MATER AVE!

Non ci sia pesante amare Maria e la Chiesa, Madre e Madre, e dire un’Ave Maria.

 

Lo facciamo con le parole di Trilussa:

 

Quand’ero ragazzino, mamma mia

me diceva: “Ricordati fijolo,

quando te senti veramente solo

tu prova a recità ‘n’ Ave Maria

l’anima tua da sola spicca er volo

e se solleva, come pe’ maggia”.

 

Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;

da un pezzo s’è addormita la vecchietta,

ma quer consijo nun l’ho mai scordato.

 

Come me sento veramente solo

io prego la Madonna benedetta

e l’anima da sola pija er volo!

 

 

 

+ Giuseppe, Vescovo

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