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Messaggio per la Quaresima 2015

Un tozzo di pane (Gb 31,17) Vedi queste pietre nel deserto nudo e ardente? Trasformale in pani, e l’umanità ti seguirà come un gregge riconoscente e docile, benché eternamente palpitante per paura di vederti ritrarre la mano e privarla del tuo…

Un tozzo di pane (Gb 31,17)

Vedi queste pietre nel deserto nudo e ardente?
Trasformale in pani,
e l’umanità ti seguirà
come un gregge riconoscente e docile,
benché eternamente palpitante
per paura di vederti ritrarre la mano
e privarla del tuo pane.
Ma tu non hai potuto togliere all’uomo
la libertà e hai respinto la proposta…
(Dostoevskij, Fratelli Karamazov)

Sorelle e Fratelli,
rinfrancando i nostri cuori (cf. Gc 5,8), ci incamminiamo nuovamente come Chiesa verso la terra della Pasqua, terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla (Dt 8,9), con l’umile coscienza, illuminata dalla fede, che Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento (Sal 147,14).

Dono della Pasqua sarà un tozzo di pane, che si riceve e si accoglie sempre come un dono, una manna, dopo la prova del deserto e di ogni deserto: Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore (Dt 8,3).

Pane, che spesso manca o è sprecato, come può ricordarci il tema dell’Expo 2015 di Milano: Nutrire il pianeta, energia per la vita; ben sapendo, sulle parole di san Basilio, che “il pane che a voi sopravanza è il pane dell’affamato… le opere di carità che voi non compite, sono altrettante ingiustizie che voi commettete”.

Un tozzo di pane vuole essere il tema di questo messaggio quaresimale, sperando che ognuno possa ripetere la confessione di Giobbe: mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane (cf. Gb 31,17), con la coscienza umile che “se in qualche parte del mondo si soffre la fame la nostra celebrazione dell’eucaristia è, in qualche modo, incompleta ovunque essa si svolga sul nostro pianeta” (Padre Arrupe).

Un tozzo di pane è quello che ci chiede Gesù nella fame di tanti e ripete, inchiodandoci alla nostra responsabilità cristiana: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare (cf. Mt 25,35.42). Gesù, il Figlio di Dio, ha fame, ha ancora fame, ha sempre fame (cf. Mt 4,2). Egli si è fatto uomo e, come ogni uomo, ha fame, mentre dinanzi alle tentazioni ci ricorda che… non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (cf. Mt 4,4).
Mentre ha fame di pane terreno, Egli ci fa comprendere che c’è un altro pane, un duplice pane che può sfamare l’uomo. Un tozzo di pane è la dignità, il lavoro, la casa, l’assistenza, la salute, l’istruzione, l’attenzione all’ambiente e al creato, il riposo settimanale. Un tozzo di pane è la pace – pane e cipolle e cuore contento, dicevano i nostri anziani! – la fede, la serenità, la fiducia, la speranza, la gioia, il rispetto. Non basta il pane materiale che, spesso, ci rende obesi; per crescere è necessario anche il pane spirituale, eucaristico. Senza il pane di Dio, si può essere anche cresciuti, pasciuti, sazi, ma belli senz’anima.

L’uomo nuovo è nutrito dall’uno e dall’altro pane e a noi credenti è chiesto sempre di imbandire due tavole: per il corpo e lo spirito, ben sapendo e conservando l’unità della persona che, senza equilibrio tra le due mense, l’uomo cresce male e non si nutre e può ammalarsi di bulimia o anoressia.

Ed è bene rimettere in tavola anche il digiuno, come elemento spirituale, per non ricorrere poi solo alle diete, mode prodotte dal consumismo per continuare ad arricchirsi. Ma il digiuno vero, voluto dal Signore, ha una valenza di condivisione: il digiuno che voglio – dice il Signore – consiste nel dividere il pane con l’affamato aprendo a lui il cuore (cf. Is 58,6.7.10). Il tempo di Quaresima ci chiede di essere attenti ai poveri, per i quali le lacrime sono il pane giorno e notte (cf. Sal 42,2); ci è chiesto di fare delle nostre parrocchie case del pane, piccoli forni, luoghi dove si sforna pane fragrante, spirituale e materiale, capace di arrivare sulle tavole delle famiglie che ripetono l’unica e bella preghiera di Gesù:

Dacci oggi il nostro pane quotidiano (cf. Mt 6,11). Solo così, con gesti concreti, con posti aggiunti a tavola, in famiglia e comunità, possiamo ripetere la provocante beatitudine di Dom Helder Câmara: Beati quelli che uccidono la fame dei poveri!

Semplicemente, ci basta un tozzo di pane per essere certi di ascoltare, sull’uscio del Regno, la parola gioiosa di Colui che, facendosi mangiare sulla croce, si è identificato con il pane (cf. Gv 6,34): Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo (Mt 25,34). E, alla tavola del Regno, dopo aver raccolto tutte le briciole… si stringerà la veste ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli (Lc 12,37).

Buona Quaresima.

Nocera Inferiore, 11 febbraio 2015
Memoria di Nostra Signora di Lourdes

Vi benedico
+ Giuseppe, Vescovo

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