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Messaggio del Vescovo Giuseppe alla Sosta Ecclesiale 2013

Ecc.za Rev.ma, grazie per aver accolto l’invito a condividere con noi questo momento e per averci fatto sostare nella Parola, scandagliando il tema biblico dell’accoglienza, con il quale riprenderemo il nostro cammino di Chiesa. Siamo qui innanzitutto per accoglierci, così…

Sosta Ecclesiale 2013 - Mons. Giudice e Mons. MorfinoEcc.za Rev.ma,

grazie per aver accolto l’invito a condividere con noi questo momento e per averci fatto sostare nella Parola, scandagliando il tema biblico dell’accoglienza, con il quale riprenderemo il nostro cammino di Chiesa.

Siamo qui innanzitutto per accoglierci, così come siamo e nel desiderio della santità, memori della parola dell’Apostolo: accoglieteci nei vostri cuori (cf. 2Cor 7,2) e per comunicarci qualche dono spirituale  (cf. Rm 1,11).

Sì, Sorelle e Fratelli, il dono spirituale deve essere sempre posto a fondamento del nostro cammino di Chiesa e dei nostri variegati cammini di Chiesa. Senza l’accoglienza dei doni spirituali, è come costruire una casa sulla sabbia (cf. Mt 7,26) e ben conosciamo l’esito di una costruzione senza fondamento.

Hanno scritto i Vescovi italiani negli Orientamenti Pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia del 22 ottobre 2012, al n. 36: “Il primo compito di una comunità cristiana è l’accoglienza nelle parole, nei gesti, nelle modalità e nei percorsi più o meno articolati che propone”.

Memori delle parole del Maestro, “e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9,37) faremo tesoro, in questo nuovo Anno Pastorale, delle icone bibliche da Lei presentate per ridare all’evangelizzazione il gusto di una Chiesa accogliente.

Con i Presbiteri, i Diaconi, i Religiosi e le Religiose, i Seminaristi, i Christifideles Laici, che tutti accolgo e ringrazio, vogliamo sforzarci di ridisegnare il volto di una Chiesa che, di accoglienza in accoglienza, ritorna alla Sorgente, cioè nel cuore stesso della Trinità, luogo teologico dove ogni accoglienza nasce ed è possibile. È bene chiederci come la nostra gente si sente accolta da noi e come noi ci sentiamo accolti dal nostro popolo e se, insieme, costruiamo veramente Chiesa e Chiesa oggi.

Locandina Sosta Ecclesiale 2013Ricominciare, ascoltare, accogliere: sono verbi da tenere sempre insieme, ben sapendo che tutto nasce dall’ascolto, che ascoltare è ricominciare ogni giorno, ma ci sovviene la Parola: “Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno” (Mc 4,20).

Il ricominciare e l’ascolto, senza l’accoglienza, non portano frutto. Per questo, all’inizio della famiglia cristiana c’è un gesto di amore e di libertà, espresso con la formula: Io accolgo te.

Solo allora, comincia o ricomincia nell’ascolto paziente, una vera storia d’amore e, per noi, una vera e sincera storia di Chiesa.

Siamo radicati nell’accoglienza trinitaria, e l’accoglienza che nell’eterno avviene tra i Tre, diventa modello e icona della nostra accoglienza, per cui Paolo potrà dire: “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi” (Rm 15,7).

Non può mai esistere accoglienza orizzontale senza quell’accoglienza verticale, che è accogliere Dio nella propria vita. Chi accoglie Dio, accoglie l’uomo, perché Dio ha lasciato la sua firma in ogni uomo. Chi non accoglie Dio, molte volte fa dell’uomo un dio, ben sapendo che “nella cultura attuale, Dio è considerato dalla maggioranza un segno di immaturità emotiva e intellettuale” (Roger Scruton).

Siamo invitati, radicandoci sempre di più nella Parola fatta Carne, a prendere come modello i gesti di accoglienza di Gesù verso i poveri, i peccatori, gli ammalati, le donne, i bambini; non dimenticando però quella primigenia accoglienza che è il riprendere ed accettare la propria vita come un dono di Dio.

Dobbiamo educarci nuovamente, senza dare nulla per scontato, ad una cultura e ad una spiritualità dell’accoglienza, coscienti che cifra di ogni accoglienza e metro di giudizio è sempre e solo un bambino (cf. Mc 9,30-37).

Durante quest’anno, è bene insistere su due intuizioni che possono aiutare la nostra Chiesa: i Giovani come soggetti dell’evangelizzazione e i Cortili come luoghi aperti all’evangelizzazione, senza bypassare le Parrocchie, quali cortili permanenti dell’evangelizzazione.

Sono due intuizioni, da accogliere e da comprendere, per ridare alla nostra pastorale il gusto e il sapore della missione e lo spessore diocesano.

Come Giovanni accolse Maria ai piedi della Croce, così noi la accogliamo tra le nostre cose, nell’intimità della vita spirituale  per sentirci nuovamente accolti e per rifare nostre le parole di un canto: “…e accoglierò la vita come un dono, con gli occhi trasparenti di un bambino, e avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a Te verrò con mio fratello, che non si sente amato da nessuno”.

Grazie ad ognuno per questa Sosta, e grazie ancora per il tratto di strada che la Provvidenza ci farà percorrere insieme, supportati dagli Orientamenti Pastorali che, al più presto, consegnerò alla Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore – Sarno per l’Anno Pastorale 2013/2014.

† Giuseppe, Vescovo

Nocera Inferiore, 17 giugno 2013

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