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Lettera di Natale 2012

“Una gioia grandissima” (Mt 2,10) Scrivo a te, giovane Prisco   I Magi vanno a Betlemme e la stella li guida: nella sua luce amica cercan la vera luce (dalla Liturgia delle Ore) “La vecchiaia e la decrepitezza incombono là…

“Una gioia grandissima” (Mt 2,10)
Scrivo a te, giovane Prisco

 

I Magi vanno a Betlemme e la stella li guida:
nella sua luce amica cercan la vera luce
(dalla Liturgia delle Ore)

“La vecchiaia e la decrepitezza incombono là dove gli ideali non infiammano il cuore e non tengono applicata la volontà. La vita è il compimento di un sogno fatto da giovani. Abbiate ciascuno il vostro sogno da portare a meravigliosa realtà”.
Giovanni XXIII

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Carissimo Prisco,

passando in auto con il mio segretario, ti ho visto davanti al bar con tanti giovani e, se non fosse stato per gli impegni e il traffico, mi sarei fermato per parlare un po’ con te. Ma ti devo dire sinceramente che non mi sono fermato anche perché mi è sembrato di disturbarti e di non avere parole sufficienti per dialogare con te; o di essere come un estraneo, un alieno, nel gruppo con il quale discutevi animatamente con una sigaretta e una birra tra le mani.
Rientrato in episcopio, sono andato in cappella e il Maestro quasi mi ha rimproverato, ricordandomi che come Vescovo, successore degli apostoli, io sono mandato a tutti, e specialmente alle nuove generazioni, per annunciare il Vangelo, senza vergogna e senza paura.

Questo biglietto, che scrivo con il cuore, vuole essere il dono natalizio del Vescovo a te, Prisco, e a tutti i giovani dell’Agro, debitori dell’annuncio di gioia.
So che aspettavi questo messaggio, perché ti ho scritto quando eri fanciullo, adolescente ed ora che vivi la stagione bellissima della giovinezza, il Vescovo non può non camminarti accanto da padre, fratello ed amico.
Io non so cosa tu pensi della Chiesa, del vescovo, dei preti; ma io posso dirti ciò che la Chiesa pensa di te: tu sei un dono, un figlio, un amico; tu, in quanto giovane, in quanto creatura, sei lo stupore di Dio.
Il giovane profeta di Nazareth, Gesù Figlio di Dio e amico di ogni uomo, sa benissimo che cosa alberga nel tuo cuore ed egli è una Parola anche per te, anche se tu non lo sai.

Caro Prisco,
non vorrei annoiarti con tante parole, ma scelgo per te una Parola del Vangelo nella quale mi sembra di ritrovare tutti i tuoi sogni.
Leggi con attenzione, anzi facciamolo insieme, il capitolo secondo del Vangelo di Matteo, dal versetto 1 al versetto 12.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Ho scelto questa pagina, non solo perché è natalizia, ma perché racchiude il segreto della tua vita: un’avventura alla ricerca della gioia.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea… ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme.

È una pagina giovanile, perché ricca di profumi d’oriente, d’avventura, di ricerca e scoperta.
Alcuni Magi (il Vangelo non dice il numero) – sapienti, astrologi, commercianti o le tre età della vita dell’uomo: giovinezza, età matura, vecchiaia – si scomodano, si mettono in cammino alla ricerca del re dei Giudei. Ho pensato a te e a tutti i giovani che non vi accontentate del sentito dire, delle tradizioni, ma volete cercare, scoprire, muovervi, capire, chiedere e toccare.

Voi giovani siete come i Magi, cercatori della Verità, camminando dietro ad una stella per cercare la Via e la Vita. Voi cercate innanzitutto la vita “splendida come un diamante, ma fragile come il vetro della finestra” (G. K. Chesterton). Sì, cari giovani, è la vita che vi affascina ed è la vita che vi inquieta! Natale è la festa della vita.

All’udire questo il Re Erode restò turbato …

Mentre i Magi cercano, Erode, maschera del potere, è turbato con tutta Gerusalemme. Erode non esce dal palazzo; egli si informa, cerca negli archivi, scomoda gli altri, ma non si sporca con la polvere della strada. Egli non sa che “ogni culla è il convegno dei Re Magi” (C. Peguy).
Erode chiama i Magi segretamente perché non vive nello splendore della verità; vuole sapere con esattezza ciò che egli non ha imparato; ma egli non vuole adorare la verità, vuole cercare il bambino per ucciderlo. Egli, come chi rimane chiuso nella sua idea, non sa e non vuole sapere che “in ogni bimbo che nasce è nascosto un sogno di Dio” (Gibran).
Tu, Prisco e i giovani tuoi amici, non accettate questo ragionamento di Erode, per questo vi ribellate e, tante volte, siete indignati.
Erode ha paura di perdere il suo posto e non fa spazio alla ricerca dei Magi. Per lui, tutto si equivale al potere, ma “se tutto si equivale, allora niente vale veramente” (Tolstoi).
Ci siete tutti, cari giovani, in questa pagina dove è descritta l’arroganza di chi, per mantenere la poltrona, non permette ai giovani di crescere e vivere, anche dal punto di vista culturale, sociale, politico e religioso. Erode non è amico dei giovani!

Perché temi Erode il Signore che viene?
Non toglie i regni umani, chi dà il Regno dei Cieli.
(dalla Liturgia delle Ore)

Udito il re, essi partirono …

I Magi ascoltano e si rimettono in cammino. E cammina, cammina…
È la tua storia, è la mia storia, è la nostra storia.
Caminantes somos todos: siamo tutti pellegrini. Il viaggio ce lo portiamo dentro. Ebbene, nota con profondità poetica Maria Noël: “Se il cammino è nel mio cuore, vuol dire che il paese è altrove”. Il nostro, allora cari giovani, non è un vagabondaggio, ma un pellegrinaggio verso il Paese. E ci accorgeremo che spesso esso è un paese dell’anima.
L’uomo è un pellegrino, un camminatore, uno che macina chilometri semplicemente per cercare la gioia. Sì, “la vita di ogni uomo è una favola scritta dalla mano di Dio” (H. C. Andersen).

Ed ecco la stella …

Questa stella, caro Prisco, è l’immagine della fede, il grande dono che tu hai ricevuto nel battesimo. Sì, un grande dono! È un dono, un regalo, che tu non hai scartato ed è forse rimasto come tanti altri doni nell’ultimo cassetto della tua scrivania, in mezzo alle tue cianfrusaglie.
La fede è come questa stella, che appare e scompare; è nascosta dietro le nuvole come il sole; si vede e non si vede, ma sempre ci precede per accompagnarci e si ferma sopra il luogo dove si trova il bambino.
Ad Ernest Hamingway fu chiesto una volta: “Crede?”. Rispose: “Qualche volta, di notte”. È la fatica della fede, che tu conosci bene, e che comporta anche il buio della notte.

Carissimo Prisco,
cerchiamo la felicità e la troviamo in una piccola grotta, in una piccola casa, in un piccolo bambino, nelle piccole cose, in un piccolo amico, in un piccolo cuore, perché “ogni uomo nella sua notte se ne va verso la luce” (Victor Hugo).

Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima…

Questa è la gioia del Natale, questa è la gioia che tu cerchi, questa è la gioia che si riscopre nella poesia della vita e nella semplicità del presepe. Questa è la gioia che ti cerca. Questa gioia devi cantare da giovane: “cantavano come non sanno cantare che i sogni del cuore, che cantano forte e non fanno rumore” (Giovanni Pascoli).

Una gioia grandissima… è il dono natalizio che ti offrono i tuoi genitori, le persone care, gli amici, il parroco, il tuo Vescovo: una gioia che non si compra sul mercato del mondo; semplicemente si dona perché è gioia natalizia che viene dal cielo. È la gioia che ti rende audace anche nell’inventarti un amore e un lavoro per la vita.

Come i Magi, carissimo Prisco, entra anche tu nella casa per vedere il bambino con Maria sua madre e per adorarlo.
Ricordati che non si è mai tanto grandi, come quando si è in ginocchio dinanzi a Dio! Ma solo dinanzi a Dio!
Lasciando socchiusa la porta del cuore, caro giovane Prisco, fatti raccontare nuovamente la fede dai nonni, dai genitori, dagli adulti per entrare anche tu, da protagonista, nel grande racconto della salvezza. Così facendo, ti accorgerai come è bello il racconto del Natale nel quale tu ritroverai tanto della tua infanzia, della famiglia e della crescita, dei tuoi amici e dei tuoi amori e, magari in silenzio, ti ricorderai di un Natale particolare e speciale, dove anche tu hai percepito in modo vero la presenza del Signore, perché sei rinato con Lui.

Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra…

Nei doni i Magi dicono chi è quel bambino: oro al Re; incenso a Dio; mirra all’Uomo deposto dalla Croce. La Chiesa prega: Guarda o Padre, i doni della tua Chiesa che ti offre non oro, incenso e mirra, ma Colui che in questi santi doni è significato, immolato e ricevuto: Gesù Cristo nostro Signore.
Apri anche tu lo scrigno del tuo cuore ed offri i tuoi doni, senza lamentarti dicendo che non possiedi nulla. Offri l’intelligenza, la volontà, le mani, il cuore, un po’ del tuo tempo reale e non virtuale, impara ad offrire anche le ferite segrete per rendere profumata nel dono la tua vita, ben sapendo – come dice un proverbio cinese – che un po’ di profumo rimane sempre sulla mano di chi offre una rosa.

Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Caro Prisco, i Magi facendo la Via hanno trovato la Verità e la Vita. Ora fanno ritorno al loro paese perché non si può rimanere sempre sulla strada, ad un certo punto bisogna scegliere; essi hanno offerto i doni e, paradossalmente, ora sono più ricchi perché hanno trovato la perla, il tesoro, il senso del cammino. Fatti accompagnare, caro giovane Prisco, fino a Betlemme per dire nello stupore della magnifica notte di stelle: Io credo! E per ripetereinsieme ai tuoi amici, nella libertà e responsabilità: Noi crediamo!
La fede non ti impedisce di vivere le cose belle della vita; non ti tarpa le ali; non ti proibisce il bene; non ti costringe; non ti illude, come qualche volta sospettano i tuoi amici davanti al bar.
La fede, quella vera ricevuta sulle ginocchia della mamma, ti fa crescere, ti aiuta a vivere, riempie di senso i tuoi giorni, ti regala una marcia in più, non ti chiude in camere asfissianti, ma ti apre finestre verso il cielo.
Ti ho visto, una volta, al funerale di un tuo giovane amico, morto sull’autostrada della vita, e ho colto nei tuoi occhi la paura, il ghiaccio e il freddo. Se coltiverai la fede, essa potrà aiutarti, non solo nei giorni di festa, ma anche e soprattutto nei giorni amari!

Come te e come tutti i giovani, i Magi sono uomini che sognano e sono disposti a cambiare strada, anche la più difficile, per non incrociare e per non assecondare i sogni di Erode.
Ora tornano al loro paese, ma non sono tristi, sfiduciati, lamentosi: hanno Gesù nel cuore e possono fare della loro vita un capolavoro, un romanzo, un bel film dove, con il concorso di tutti, la conclusione sarà sempre a lieto fine. Essi tornano e sono  felici perché Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome (Salmo 147,4).
Ti auguro e Vi auguro di trovare non la gioia nelle stelle, ma la Stella Gesù in una stalla per ricominciare, presi per mano da Maria e Giuseppe, il cammino della fede.
Buon Natale, Prisco!

Ti aspetto a Betlemme e ti regalo la parola di un profeta di Dio – Roger Schutz, priore di Taizè – per riannodare il filo d’oro delle fede:
se la festa scomparisse tra gli uomini… se perdessimo la fiducia di bambini nell’eucaristia e nella Parola… se nei giorni grigi, noi distruggessimo quello che abbiamo intuito nei giorni della luce… se la festa scompare dal corpo di Cristo… se la Chiesa diviene luogo angusto, e non luogo di comprensione universale, dove trovare sulla terra un luogo di amicizia per tutta l’umanità?

Ti benedico.

+ Giuseppe Vescovo

Natale del Signore 2012

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