Dedicazione Chiesa Cattedrale e Inizio Anno Pastorale
lunedì 19 novembre 2012
Liturgia della Parola
Neemia 8, 2-4°.5-6.8-10
Sal 18 (19)
1Cor 3, 9c.11.16-17
Lc 19,1-10
Carissimi Presbiteri, Diaconi, Religiosi, Religiose, Sorelle e Fratelli, Co-operatori Pastorali,
facciamo coincidere da questo anno la solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale con l’inizio dell’Anno Pastorale, a ridosso del nuovo Anno Liturgico, il Mandato a tutti gli Operatori Pastorali, designati dai Parroci, e la consegna degli Orientamenti per l’Anno della Fede.
Motivazioni ecclesiali, cristologiche e pastorali ci suggeriscono questo atto e ci motivano in questo inizio.
Qui, nella Chiesa Cattedrale, radunati con il Vescovo, è la Chiesa!
“A Cristo ogni Cattedrale appartiene. Questa Chiesa è sua.
Per Lui qui è innalzata una Cattedra, sulla quale il suo Apostolo in sua vece parlerà; per Lui un altare, dal quale chi lo rivive farà salire al Padre il suo stesso sacrificio; per Lui qui è riunita la ecclesìa, il popolo con il suo Vescovo, e a Lui innalza il suo inno di gloria e la sua gemente preghiera; e da Lui questo tempio acquista la sua misteriosa maestà.
Egli è presente! Questo è il segreto della Cattedrale!
Essa non è semplicemente un interessante monumento di architettura, un venerabile edificio storico, un vasto museo di belle arti; non è un solenne salone di conferenze, un auditorium di musica arcana per orecchi raffinati.
Essa è per noi una casa viva, un luogo privilegiato di abitazione divina.
Qui possiamo dire di Cristo: e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14).
È il palazzo di Cristo Re; è l’aula di Cristo Maestro; è il tempio di Cristo Sacerdote” (Card. Montini, 26 aprile 1959).
Entriamo così, presi per mano dalla Parola di Dio che è stata proclamata, nel fascino, nel segreto, nella bellezza di ogni Cattedrale, piccola o grande che essa sia.
Dovunque i fedeli sono riuniti nel suo nome, Egli è presente.
Dovunque c’è un tabernacolo, dove si conservano le Sacre Specie, Egli è presente.
Dovunque c’è un ambone, da cui la Parola è proclamata, Egli è presente.
Dovunque c’è un battistero, e il battesimo – porta dei sacramenti – viene celebrato, Egli è presente.
Dovunque c’è un povero, un fragile, uno che attende, un indigente, Egli è presente (cfr. SC 7).
Ma qui, nella Cattedrale e in ogni Cattedrale, si aggiungono altre presenze che, anche quando ci spostiamo sul territorio della Diocesi raggiungendo l’ultima parrocchia, sempre da qui hanno la loro sorgente.
Qui, tutti e ciascuno, prima di andare ad evangelizzare, siamo continuamente evangelizzati dal Maestro.
Questo è il fascino ed il compito di ogni Cattedrale!
Questo è il luogo dove Egli oggi si ferma per fare delle mura e dell’edificio una casa accogliente. Ogni Chiesa è una casa dove il Signore viene a cercare i figli di Abramo perduti.
Egli qui è la Via (cfr Gv 14, 6).
Qui, Egli è presente con la sua autorità.
Egli è la strada su cui devono camminare tutti i fedeli per raggiungere la salvezza, la divinizzazione dell’uomo.
Egli qui è Pastore, che si nasconde e si fa vedere nel volto del Vescovo, dei Pastori e degli Operatori Pastorali. Qui, Egli ripete al Vescovo: Pasci i miei agnelli (Gv 21, 15) e qui il Vescovo, attraverso i Presbiteri, i Diaconi e gli Operatori Pastorali, pasce tutto il gregge accompagnandolo alle acque fresche e alle fonti della salvezza.
Qui, rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino (Sal 23, 3).
Al di fuori di questa via, percorsa nell’obbedienza e nella comunione, si è facilmente fuori strada e si rischia di correre invano.
Qui Egli è Maestro. Egli è Verità. Qui, Egli ha la sua Cattedra. Egli, oggi e sempre, è il Maestro che insegna. Qui la voce del Vescovo, successore degli Apostoli, diventa eco fedele del Maestro. Qui, a questa cattedra, non ci tocca il dubbio di Pilato: che cos’è la verità? (Gv 19, 38), anche se è bene che, dinanzi a Lui, il cuore rimanga sempre inquieto. Noi non possediamo la Verità, ma siamo dalla Verità posseduti.
Qui, la sua Presenza è Verità e la Verità ha il suo Volto, che è il Volto del Padre (Gv 14, 10).
E noi, ascoltando il Vescovo e coloro che egli manda, abbiamo la certezza di ascoltare Lui e di nutrire la nostra fede.
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato (Lc 10, 16).
Qui la Verità ci fa crescere e ci rende liberi (Gv 8, 31).
Qui la Verità, prima di essere una dottrina, è l’incontro sempre nuovo con il Vivente, che noi Ascoltiamo.
Qui, la sua parola ci giudica e ci salva come spada a doppio taglio (cfr Eb 4, 12).
Qui, egli è la Vita, il grande Liturgo delle nostre anime.
È presente in ogni celebrazione la sua Vita, Egli unico ed eterno Sacerdote, sacerdozio che non tramonta (Eb 7, 24); Egli Mediatore, Pontefice, Sacrificio, Offerta, Lode.
In ogni celebrazione, Egli ci porta il Padre e ci porta al Padre per una via e nuova a vivente che Egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne (Eb 10, 20); Egli qui continua a donarci lo Spirito Santo che ci fa Chiesa, unita, vivace, bella, semper reformanda.
Questo è il mistero della Cattedrale che noi, nella fede, celebriamo!
Qui riposa Prisco, il primo Vescovo, Angelo della Chiesa, che attende la Risurrezione, dopo aver evangelizzato la terra dell’Agro ed aver passato il testimone ad altri testimoni.
Qui, noi, pietre vive (cfr 1Pt 2, 5), tenute insieme dalla carità, sostenute dalla Pietra Angolare, diventiamo Chiesa aperta, simpatica, estroversa, attenta, profetica, significante, attuale.
Qui, noi ci accostiamo a Lui con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura (Eb 10, 22).
Qui, infine, guidati da Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione, sostiamo nella carità per poi camminare nella Fede e nella Speranza, evangelizzati ed adatti all’evangelizzazione per questo nuovo tratto di strada, che lo Spirito ci dona ancora di percorrere insieme. Amen.
† Giuseppe, Vescovo