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Lettera all’Azione Cattolica nel 50° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II

Tantum aurora est! (È appena l’aurora!) Gentilissima Presidente, carissimi Sacerdoti Assistenti ed Associati, come ben sapete, la sera dell’11 ottobre 1962 fu proprio l’Azione Cattolica a riempire di volti e di luci piazza San Pietro e via della Conciliazione per…

Tantum aurora est!

(È appena l’aurora!)

Gentilissima Presidente, carissimi Sacerdoti Assistenti ed Associati,

come ben sapete, la sera dell’11 ottobre 1962 fu proprio l’Azione Cattolica a riempire di volti e di luci piazza San Pietro e via della Conciliazione per ringraziare il Santo Padre Giovanni XXIII per l’inizio, avvenuto in mattinata nella basilica di San Pietro con il profetico Discorso Gaudet Mater Ecclesia, del Concilio Ecumenico Vaticano II.

  • A cinquant’anni da quell’evento, che ha cambiato la storia della Chiesa e del mondo, sarebbe bello che proprio l’Azione Cattolica diocesana potesse animare l’apertura dell’Anno della Fede, che coincide con la memoria giubilare, in comunione con la Consulta delle Aggregazioni Laicali il prossimo 11 ottobre.
  • Fu quella sera che Giovanni XXIII ci regalò il meraviglioso Discorso “della luna e della carezza ai bambini”, il discorso familiare della paternità e della fratellanza, e molti di noi – direi quasi tutti – sono cresciuti accompagnati da quella carezza e fondati nell’amore alla Chiesa, in quella ecclesiologia lunare, che ci ricorda che solo Cristo è Lumen Gentium.
  • Mi è gradita questa occasione anche per ringraziare gli Assistenti che completano il mandato: don Raffaele Ferrentino; don Roberto Farruggio e don Piercatello Liccardo, e per accogliere i nuovi Assistenti: don Carmine Vitolo; don Antonio Cuomo e don Antonio Mancuso che iniziano, per mandato del Vescovo, una nuova avventura ecclesiale.
  • Agli uni e agli altri mi piace ricordare che, nel normale avvicendamento dei ruoli, mai deve venir meno l’amore alla Chiesa e che, con modalità diverse, il ministero in Azione Cattolica deve sempre continuare. In ogni azione pastorale si è sempre mandati dal Vescovo per essere – per il tempo stabilito – preti in Azione Cattolica e servi e ministri di comunione.
    Il “mandato” non sceglie l’ambito dell’evangelizzazione; non si identifica con il ministero affidatogli, ma ricorderà sempre a sé e agli altri che egli ha la forza di chi lo manda, il Vescovo, che ri-manda alla volontà del Signore e all’attenzione dei carismi.
    Così, nella volontà della Chiesa, si rimane liberi e sereni, abilitati alla missione e certi di portare frutto.
  • L’occasione della memoria conciliare ci aiuta a riflettere sul ministero dell’Azione Cattolica, che sempre deve rivedere le motivazioni del suo essere e del suo mandato ecclesiale. Oggi il panorama pastorale è molto cambiato, diciamo anche grazie all’opera dell’Azione Cattolica che, alunna fedele del Concilio, ha aiutato il laicato cattolico a tradurre nella prassi ecclesiale i sedici Documenti conciliari, semi caduti nel terreno del mondo, in quella “ermeneutica della continuità”, che è lettura esatta e sapiente del Concilio da parte di Papa Benedetto XVI.
    L’Azione Cattolica con il trinomio Preghiera – Azione – Sacrificio, unito allo Studio, ha molto contribuito alla maturità spirituale dei fedeli laici. Nel frattempo, lo Spirito ha suscitato altri Gruppi, Associazioni, Movimenti, che sono una grande ricchezza per la Chiesa in ambiti specifici dell’azione pastorale. E molti di essi hanno attinto ai testi, alle esperienze, alla metodologia della “Benemerita”, trasportando il suo spirito e traducendolo in altre realtà. Abbiamo sperimentato in questi 50 anni la fecondità della Pentecoste e la ricchezza dei doni del Signore.
  • Tutto questo, però, non relega l’Azione Cattolica tra le cose belle del passato, ma la invita a comprendere sempre meglio l’originalità e la peculiarità del suo carisma, che può essere sintetizzato nell’educazione permanente al “sensus Ecclesiae”.
    L’Azione Cattolica, rivedendo i suoi Statuti alla luce del Concilio e attraverso la Scelta religiosa, ha rielaborato una nuova presenza evangelizzatrice nel mondo, traducendo i Piani e gli Orientamenti della CEI nel concreto della vita del nostro popolo.
    Aiutata dalle grandi lezioni pastorali di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II ed oggi dall’amabilità di Benedetto XVI, ha ritrovato il suo compito primigenio, essere “artigiana di comunione” all’interno delle comunità, ribadendo la scelta dell’attenzione all’uomo in tutte le sue fasi di crescita.
  • Che ne è oggi e che ne sarà domani del suo ministero, secondo il dettato conciliare, espresso in Apostolicam Actuositatem al numero 20? All’Azione Cattolica di oggi è chiesto, tenendo presente la sua storia e le luminose figure di santità (ricordo solo Frassati e Toniolo), di riscoprire il “ministero della soglia”, cioè la capacità di ri-portare il Vangelo in piazza, fuori, nei cortili; direi quasi che le è chiesto di far sorgere una “nuova figura ministeriale” che, avendo come oggetto la Dottrina Sociale della Chiesa, riesca a ricucire la frattura tra vita e Vangelo, tra cultura e Chiesa, facendo ritornare i fedeli laici sale, lievito e luce in questo mondo, perseguendo il “fine apostolico della Chiesa, cioè l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano a permeare di spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti” (AA, 20).
    L’attenzione ai ragazzi, ai giovani, agli adulti, alle famiglie vuol dire accogliere la proposta educativa ed investire ancora sulla Formazione, ricchezza sempre attuale dell’Associazione e urgenza in questo tempo di nuovo analfabetismo religioso.
    Una nuova stagione formativa, fatta di Vangelo – Spiritualità – Missione, nutrita dall’Eucaristia domenicale e ricca di passione, attende l’Azione Cattolica, che ha ancora il grande compito di piantare la Chiesa, e questa Chiesa, nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
  • Tantum aurora est!
    È appena l’aurora!
    Cinquant’anni possono essere pochi per la storia della Chiesa, ma sono tanti per ognuno di noi; e la storia, anche la storia della Chiesa, è sempre Magistra vitae. Ritorniamo sempre alla scuola del Concilio alunni attenti e diligenti, senza nostalgie e senza fughe in avanti.
    È appena l’aurora!
    Ma siamo certi che il giorno sarà pieno di sole, perché il sole è Cristo (Cf. Lc 1,78)!

Con la gioia nel cuore, la gioia di essere Vescovo di questa Chiesa, saluto Lei, Presidente; gli Assistenti; in modo particolare l’Assistente unitario, don Antonio Guarracino, al quale chiedo un supplemento di lavoro per accompagnare il nuovo cammino; la Presidenza tutta, i Responsabili e i Soci, gioiosamente presenti sul territorio e nelle parrocchie, mentre affido a Maria, Madre della Chiesa e Regina dell’Azione Cattolica, il cammino a venire, che ci vedrà impegnati sulle frontiere dell’evangelizzazione nuova.

Vi benedico

+ Giuseppe Vescovo

Nocera Inferiore 22 luglio 2012
Santa Maria Maddalena

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