1. Home
  2. Vescovo
  3. Lettere e Messaggi
  4. Lettera di Pasqua 2012

Lettera di Pasqua 2012

Alzati, rivestiti di luce! Lettera pasquale del Vescovo agli adolescenti per riannodare il filo della fede Lettera consegnata alle parrocchie e alle scuole dell’Agro e allegata al numero di aprile della rivista Insieme. Nuova lettera alla comunità diocesana del Vescovo,…

Alzati, rivestiti di luce!

Lettera pasquale del Vescovo agli adolescenti per riannodare il filo della fede

Lettera consegnata alle parrocchie e alle scuole dell’Agro e allegata al numero di aprile della rivista Insieme. Nuova lettera alla comunità diocesana del Vescovo, S. E. rev. ma Mons. Giuseppe Giudice. Il presule, per la Santa Pasqua 2012, firma un testo che attraverso un excursus tra le gioie ed i dolori dell’essere adolescente, propone le mete alte del cristianesimo.

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][issuu width=600 height=500 backgroundColor=%23222222 documentId=120330092915-51eb6f6dda3e45a8afde75bfe48a4936 name=lettera_pasqua_2012 username=diocesinocerasarno tag=adolescenti unit=px id=b5ba9a73-1477-e1dd-f1f3-ce1e6115ad5d v=2]

 


Carissimo Prisco,

tu giovane adolescente porti il nome del primo vescovo dell’antica diocesi di Nuceria, oggi Nocera Inferiore – Sarno, di cui io, per grazia di Dio e della Sede Apostolica, sono Vescovo.

Noi ci siamo già conosciuti in un tempo di Natale ed eri un ragazzo che, con il filo della fede tra le mani, partecipava attivamente alla vita della parrocchia.

Poi non ti ho sentito più; non so se hai ricevuto il sacramento della Cresima; ti ho perso di vista ed anche il parroco mi ha detto che spesso ti trova seduto sugli scalini della Chiesa con gli amici, ma non partecipi più alla vita della comunità. È successo a te come a tanti ragazzi delle nostre parrocchie che sono cresciuti con Gesù, ma poi ad un certo punto se ne sono andati.

 

Pensandoti, mi viene in mente un frammento del Vangelo di Marco nel contesto della passione di Gesù: “allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggi via nudo” (Mc 14,50-52).

Secondo gli studiosi, l’evangelista Marco ha voluto mettere così, in modo furtivo, la sua firma sul Vangelo presentando se stesso.

Mi piace questa icona perché, a me sembra, che descriva la tua situazione e quella di tanti adolescenti che, come te, seguono Gesù e poi fuggono via.

Nudità qui indica fragilità. Come Adamo nel giardino, anche tu ti nascondi nell’udire i passi del Signore Dio e rispondi: “ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gn 3,8-10).

Ma è Dio stesso che ti copre con il suo amore, ti fa un vestito (cf Gn 3,21), ed è un vestito firmato nella sua immagine e somiglianza (Cf Gn 1,27).

E fa ancora di più per ricoprirti del suo amore: permette che spogliano suo Figlio (Cf Mc 15,20-24) per rivestirti delle vesti della salvezza e per avvolgerti con il mantello della giustizia (Cf Is 61,10).

Forse, mi vuoi chiedere: quando è avvenuto questo? La Bibbia ci risponde: “quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,27).

Sì, carissimo Prisco, nel Battesimo noi ci siamo rivestiti di Cristo, abbiamo rivestito l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità (Cf Ef 4,24).

Le vesti del battesimo che tu hai ricevuto, e per le quali devi ringraziare sempre i tuoi genitori, sono diventate candide perché sono state lavate nel Sangue dell’Agnello (Cf Ap 7,14).

Caro Prisco, l’agnello è Gesù – Agnello pasquale – e il suo Sangue, l’unico, non sporca ma guarisce e salva.

So che cosa tu stai pensando e mi potresti dire: ma queste cose adesso non le capisco, non mi interessano!

So che vivi un tempo difficile, di crescita, perciò ti invito a gettare via le opere delle tenebre per indossare le armi della luce (Cfr Rm 13,12).

Mi piace gridarti forte con tutta la comunità che aspetta il tuo ritorno: “Prisco, ‘alzati rivestiti di luce’ (Is 60,1), è Pasqua!”.

Sì, rivestiti di luce, riprendi le tue vesti! Ritorna in comunità e, poiché mi sta a cuore la tua formazione cristiana, ti invito anche a cercarti una comunità che sia attenta e diventi grembo per la fede dei piccoli.

La veste – ti ricordo – appare come un segno della persona umana nella sua identità e nella sua distinzione. Protegge il corpo non solo contro le intemperie, ma contro gli sguardi che potrebbero ridurre la persona ad oggetto di bramosia, a cosa.

Cambiare veste vuol dire saper distinguere i tempi e le mansioni nella vita. La veste, caro Prisco, è pure il segno della condizione spirituale dell’uomo, senza la quale, egli si sente nudo.

Prisco, vogliamo riprendere insieme il filo della fede e della gioia? Tu, con i tuoi amici adolescenti, attendi dalla Chiesa un secondo annuncio, dopo che, per diversi motivi, hai dimenticato il primo.

Ecco, io lo faccio inviandoti una mail e aspetto una tua risposta.

Ciao,

ho pensato di inviarti una mail oggi 21 marzo, primo giorno di primavera.

Perché proprio oggi?

Perché associo la stagione primaverile, che oggi inizia, al tuo tempo e al calendario stupendo della Pasqua.

È primavera perché è Pasqua e non c’è Pasqua senza primavera.

Il mio deve essere necessariamente un messaggio breve, ma spero incisivo, di quelli che non cancelli dal tuo computer.

So che ti porti dentro delle domande: Dove sono? Con chi sono? Dove vado? Perché sono?

Lo sai, tu non sei più un bambino e non sei ancora adulto.

Ti trovi in un passaggio che, in alcuni momenti, avverti difficile. Sei in mezzo, nel guado del fiume, e devi attraversare.

A volte, vorresti tornare indietro, nella casa dell’infanzia. Altre volte, con la fantasia corri in avanti, nel mondo degli adulti. E sogni…

Ma, ecco l’adolescenza, sei in mezzo: costretto ad attraversare se non vuoi bloccarti.

Questo è per te il tempo delle lune. Sei lunatico cambiando continuamente umore. In pochi secondi abbracci il mondo o lo distruggi. E sei in guerra con tutto e con tutti; con te stesso, ma soprattutto con le persone che ami. Ti costa molto un tuo attimo di pace. I tuoi genitori, insegnanti, superiori, adulti li avverti come carcerieri. Ed è una guerra combattuta specialmente sul campo familiare.

Secondo te, essi non capiscono niente. Sono sorpassati, antichi. Eppure sono le persone che ami immensamente, senza le quali ti senti senza ali. Ma l’adolescenza non è una malattia, come qualche volta dice tua madre. È tempo di ricerca, di scoperta, di progetti. Tempo dei colori dell’arcobaleno. Tempo delle illusioni, delusioni e della speranza.

La fatica che avverti, e che in alcuni momenti ti fa star male, è la fatica di crescere, di capire chi sei, di essere accettato, amato, sicuro e spesso hai paura. Hai paura di crescere, di non essere accettato, di morire, di perdere le persone care, di non farcela. Spesso sei chiuso a chiave in una paura che bagna il cuore e la grande paura (la morte) si esprime in mille piccole paure ed insicurezze.

Esplode così l’adolescenza nel corpo e nel cuore, che crescono con te.

Ecco, caro Prisco, dove sei! Costretto ad andare avanti e… ti senti solo.

E mentre avverti i grandi come nemici, ti fidi completamente dei tuoi amici, cui tendi la mano per camminare: cellulare, specchio, diario, portatile, le mura e gli scalini della tua città diventano le pagine bianche da scarabocchiare. E i calci che dai al pallone sembrano esprimere la rabbia e le domande che ti abitano.

Ed anche il rapporto con il cibo, in questo tempo, qualche volta diventa problematico.

Mangi troppo o troppo poco? E mangi per vivere pensando ad altro, buttando giù qualcosa mentre rispondi ai messaggi del cellulare.

 

E il cuore, in questa stagione come sta?

Facciamo un telecuore, una radiografia? Quali volti e nomi vengono fuori? Nella tua classe, tra gli amici? O in qualche profilo di Facebook?

Eroi di carta, miti o il ragazzo/a della porta accanto?

Esplode l’affettività, la sessualità e sei invitato a custodire nella semplicità il cuore e il corpo, attento a non farti male.

Sicuramente bello il tempo della primavera e dell’amore, del quale sei estremamente geloso.

Ecco, Prisco, dove sei; ecco, con chi sei, nella fatica di crescere, accertarti e di amarti.

 

E se ti chiedessi dove vai?

In questo tempo vai soprattutto a scuola. Altro luogo per te di conflitto o spazio di crescita. Vai per incontrare i tuoi amici, gli insegnanti, i bidelli, la comunità educante e non sempre per studiare.

Gli amici sono un altro capitolo molto delicato e importante nel pianeta adolescenza.

Ma dove vai è anche la domanda posta sulla direzione che già ti sforzi di dare alla tua vita.

Cerca di scoprire la vocazione della vita evitando i gatti e le volpi della favola di Pinocchio, che incontri lungo la strada, e che tentano di distoglierti dalla retta via.

 

Dove vai? È una domanda posta anche sulla fede.

La fede: che cos’è? Entra nei tuoi discorsi con gli amici? Lo sai e ti ricordi che lassù Qualcuno ti ama? E la parrocchia, per te, che cos’è?

Ti pongo una domanda: ti sentiresti a tuo agio indossando il vestito della Prima Comunione? Immagino le tue risposte: mi vergogno; non lo so; no!; non so dove lo ha messo la mamma; l’ho prestato; l’ho restituito alla parrocchia; non farmi ridere!

Se le analizzi bene, sono le risposte sulla tua fede. Eppure, carissimo Prisco, tanti tuoi amici ed amiche continuano a servire all’altare senza vergognarsi.

La fede è un habitus, una virtù che viene dall’alto, ma deve crescere con te. Solo a Carnevale, per un attimo di festa, indossiamo vestiti non nostri e fuori taglia.

La fede non è un bel ricordo, o qualcosa che mi va stretto, che mi rende goffo, che mi invecchia o fa ridere gli altri.

La fede è un dono sempre giovane. È un incontro con un amico speciale: Gesù, Colui che ci ha chiamati amici.

Non costruirti idoli falsi e non credere ai falsi profeti.

Sai chi sono i veri giovani? I Santi, innamorati di Gesù Cristo e della Chiesa; non invecchiano mai e non si bloccano nel cammino della vita. Sceglili come compagni di viaggio: San Prisco, di cui porti il nome; Sant’Alfonso Maria de Liguori, San Domenico Savio; Santa Maria Goretti; il Beato Giovanni Paolo II, i Beati Alfonso Maria Fusco e Tommaso Maria Fusco.

 

Ecco, caro Prisco, dove vai: all’incontro con Gesù, Pasqua luminosa.

Parlane con i tuoi amici, con gli educatori, con il parroco. Gesù è contemporaneo alla tua crescita e non può rimanere fuori dalle decisioni importanti.

Non vergognarti mai del dono della fede. Sii libero di credere, cioè di affidarti e confidarti, diffidando dai falsi maestri. Lo sai che il Papa ha indetto l’Anno della Fede per riconsegnarti con gioia il Credo?

Solo Gesù ti vuole veramente felice. È morto per te: ecco la prova del nove del Suo amore. Si è spogliato per rivestirti del suo amore, dell’abito della sua grazia.

Nell’adolescenza, fatta di luci ed ombre, esplode anche la domanda più difficile: perché sei? Cioè, qual è il senso della vita?

Crescendo scoprirai, nella fatica e nella gioia, non solo perché sei, ma anche per chi sei: le persone o la persona alla quale donerai nell’amore la tua vita.

Ti accorgerai che non si può vivere senza sapere per-chi, anche se non sempre scoprirai il per-ché.

La risposta è nel tuo mondo interiore, che devi custodire; nel pudore, che devi riscoprire; nello stupore, che devi alimentare.

Per Pasqua, caro Prisco, vorrei farti trovare nell’uovo tre immagini – personaggi – che possono aiutarti a crescere: Ulisse, Abramo, i discepoli di Emmaus.

Ulisse: scoprire l’avventura per ritornare ad Itaca, a casa.

Abramo: affidarsi a Dio per uscire dalla terra della paura e conquistare la libertà nella verità.

I discepoli di Emmaus: farsi accompagnare dal Pellegrino misterioso lungo il cammino della vita per scoprire Gesù nella Parola, nel Pane condiviso e nella Comunità ritrovata.

Forse è il tempo, caro Prisco, di invitare i tuoi amici con la voce del Vescovo:

Amici adolescenti, venite a far Pasqua con noi! Riprendete il vostro posto nella comunità cristiana e nella parrocchia. Senza di voi siamo più poveri, ci mancano la freschezza e la novità della primavera.

Come Vescovo, vorrei dire ad ognuno di voi: che ne sapete, sorelle e fratelli adolescenti, della tenerezza del Giovedì Santo; dell’austerità del Venerdì Santo; della luminosità speranzosa del Sabato Santo?

Che ne sapete della bellezza della Veglia pasquale, voi che vivete di notte e di giorno sembrate spenti?

Chi vi dirà che il Giovedì santo Gesù ha lavato i nostri piedi; il Venerdì santo è salito sulla croce per noi; il Sabato santo è sceso nel sepolcro per abbracciare e salvare la nostra morte?

Chi racconterà a voi la messa del Giovedì santo; l’Azione Liturgica del Venerdì santo; il grande Silenzio del Sabato santo?

Chi vi spiegherà delle campane legate, delle luci spente nella notte della grande Veglia, della Parola abbondante, dell’Acqua novella e del Canto allelujatico che, fontana zampillante, sgorga nella notte veramente gloriosa?

Chi vi parlerà di Maria, Madre del Crocifisso e del Risorto?

Noi vi siamo debitori. Abbiamo il dovere di parlarvi della Pasqua. Siamo obbligati a raccontarvi il Vangelo della Risurrezione indicandovi il sentiero che conduce al sepolcro vuoto.

Un giorno potreste accusarci dicendo: tu lo sapevi e non hai avuto il coraggio di dirmelo. Tu non hai voluto entrarci e non mi hai permesso di entrare.

Tu mi hai nascosto la perla preziosa.

Tu non mi hai indicato la strada della felicità.

Per questo motivo, qualche volta, io me ne sono andato per altri sentieri sperando di trovare nell’acool, nel sesso, nella droga tutto ciò che tu adulto non mi hai saputo dare.

La crisi di senso, caro Prisco, oggi è crisi di fede ed è una crisi culturale.

Lasciamoci coprire ancora dalla tunica di Gesù “tunica senza cucitura, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo” (Gv 19,23-24), “per lavare le vesti e avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città” (Cf Ap 22,14).

Giuseppe di Arimatea “comprato un lenzuolo lo depose dalla Croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia” (Mc 15,46).

Caro Prisco, è bello questo gesto di Giuseppe di Arimatea, amico nascosto di Gesù. Ma egli non sa e tante volte neanche noi lo sappiamo, che Dio non si può avvolgere in un lenzuolo comprato, perché Dio è l’Amore e l’Amore si può solo donare.

La mattina di Pasqua, Pietro, primo Papa, era chiuso nella paura e che cosa accadde? “Pietro si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto” (Lc 24,12).

E l’evangelista Giovanni, l’Apostolo giovane e teologo dell’Amore, annota: “giunse intanto anche Simon Pietro ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte” (Gv 20,4-7).

Caro Prisco, Dio non rimane imbalsamato nel lenzuolo della morte, nel sepolcro, perché Egli è libero dai morti. Egli, la Vita che risorge, ci è accanto “perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste purché siamo trovati vestiti, non nudi” (2Cor 5,2-5).

La Risurrezione è un fatto ordinato, che avviene nel silenzio della notte e Dio mette ordine nelle pieghe della storia e del tuo cuore. Un po’ come fa la mamma, nella tua cameretta, quando tu non ci sei.

 

Allora ecco il mio messaggio: Buona Pasqua!

Cioè, caro Prisco, buon Passaggio, verso la terra della crescita libera e responsabile, rivestito della luce che viene dal Signore.

A Pasqua, Gesù e il tuo Parroco ti aspettano in parrocchia. Comincia dalla Domenica delle Palme portando il ramoscello d’ulivo e segui Gesù durante tutta la Settimana Santa.

Caro Prisco, sarà Pasqua anche per te!

Ciao, tvb!

 

Nocera Inferiore 21 marzo 2012                                                                      Ti Benedico

Primo giorno di primavera                                                                         + Giuseppe Vescovo[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Menu