Lettera di Natale
il Vescovo scrive ai fanciulli e alle loro famiglie
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in occasione del primo Natale che celebriamo insieme, ho pensato di scrivere una piccola storia, che ha come protagonista un ragazzo di nome Prisco.
La indirizzo ai fanciulli e ai ragazzi perché sono convinto che essi sono lo stupore natalizio ed insieme a loro noi possiamo incamminarci verso Betlemme.
Ai piccoli, angeli del Signore, io affido il mio augurio di Natale per ognuno di voi affinché “ricominciando” dalla grotta della natività, possiamo rinascere nuovamente cristiani.
Buona lettura e… Buon Natale!
Mons. Giuseppe Giudice
Prisco e il filo della gioia
“Egli sparge la neve
come uccelli che discendono,
come locusta che si posa
è la sua caduta.
L’occhio ammira la bellezza
del suo candore
e il cuore stupisce
nel vederla fioccare”
Sir 43, 17-18
È uno stupendo pomeriggio invernale e la neve, fioccando e volteggiando nell’aria pungente, disegna nel silenzio pennellate di pace.
Ma questo è un pomeriggio speciale. È la vigilia di Natale ed ogni cuore, anche il più triste e stanco, attende.
In modo speciale, attendono i bambini e creano in famiglia quell’atmosfera natalizia che è d’altri tempi, ma è di sempre.
Anche gli assenti sono presenti nella vigilia di Natale.
Come è bella la vigilia di Natale, quando ogni casa è in attesa!
Qualcuno verrà. Qualcuno busserà. Qualcuno è alla porta!
Prisco, un frugolo di 12 anni, è occupato a terminare la preparazione del presepe.
Ha promesso ai suoi che deve essere tutto pronto, così nel rientrare dalla messa di mezzanotte, potrà deporre il bambinello nella mangiatoia insieme a tutta la famiglia.
“Non desiderare molti figli buoni a nulla,
non rallegrarsi dei figli che sono empi”
Sir 16, 1
«Prisco!».
La voce della mamma, voce natalizia, risuona nella casa che attende e, mentre lo invita a sbrigarsi, gli ricorda che deve ancora, prima del cenone, recarsi in Parrocchia perché il parroco lo ha chiamato.
Prisco è un ministrante e, con gioia e passione, accompagna il gruppo dei ministranti della sua Parrocchia.
Prisco oggi è molto contento perché sente nell’aria l’attesa, assapora l’odore della vigilia e già pregusta la gioia della celebrazione del Natale che ritorna.
E, nell’intento di trovare alcuni utensili per terminare il presepe, sale in soffitta.
Prisco non sa che sta cominciando per lui un lungo viaggio che lo porterà… fino a Betlemme.
“Andiamo dunque
fino a Betlemme”
Lc 2, 15
In soffitta, Prisco comincia a rovistare in un vecchio baule, quando è attratto da un grosso gomitolo di lana multicolore.
Subito gli tira un calcio, come si fa con un pallone; ma poi si ferma, cerca il capo del filo e incomincia a sgomitolare.
“Di generazione in generazione
la sua misericordia”
Sir 1, 50
Segue il filo, come attratto da una mano non vista, e… che gioia! arriva alla vecchia casa dei nonni.
Entra, non sono in casa… o forse sono già in chiesa, o…
E seduto su una panca si ricorda di quando la nonna gli parlava di Gesù.
Gesù, Figlio di Dio; figlio di Maria, affidato a Giuseppe. Gesù con i nonni: Gioacchino e Anna. Gesù, che è nato in una notte di stelle in una povera stalla, per portare la luce, il Vangelo.
Prisco ricorda quando i nonni, con la loro semplice vita, gli hanno fatto capire che Gesù è un grande amico.
“Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch’essi hanno imparato dai loro padri;
da loro imparerai il discernimento
e come rispondere nel momento del bisogno”
Sir 8, 9
«Grazie nonno! Grazie nonna!
Ora che siete in cielo accanto a Gesù, ora che la stalla è tornata alle stelle, aiutatemi ancora a conoscerlo e ad amarlo in questa vita, per goderlo poi nell’altra, con voi, in Paradiso».
«Prisco!».
È la voce della mamma, voce che chiama, voce insistente…
Ma Prisco, come attratto da un gioco affascinante, segue il filo del gomitolo e cammina.
Per sbrogliare la matassa, si ferma in giardino davanti ad un fabbricato e riconosce l’abitazione degli zii.
E si ricorda che… non avevano figli, ma anch’essi, volendosi bene, con il loro amore fedele e unico, gli avevano parlato di Gesù.
Rientra nella casa degli zii… l’albero, il presepe, i dolci natalizi e i doni: l’onestà, la lealtà, la semplicità, l’amore per il lavoro, il rispetto per le persone e per le cose.
“Essi non avevano figli…
erano giusti davanti a Dio
e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni
del Signore”
Lc 1, 6-7
Sul filo della memoria, ripete:
«Grazie zii, perché con voi la famiglia era sempre più grande! E voi con noi avevate una famiglia accogliente e figli in affidamento».
Sta nevicando e in soffitta fa sempre più freddo. La mamma chiama, il parroco e i ministranti aspettano, ma Prisco è sempre più affascinato da quel filo sottile della memoria e del cuore. Dove lo porterà?
Adesso il filo ha cambiato colore, registro, e lo ha condotto davanti ad una scuola, ed egli vi scorge la suora dell’asilo, le insegnanti e ricorda che i maestri, le maestre, le suore gli hanno insegnato che c’è un Maestro con la lettera maiuscola: Gesù!
Egli insegna sempre da due cattedre speciali: la culla e la croce, e il suo insegnamento è Vita per la vita.
Come Gesù e con Gesù, Prisco è cresciuto…
“…in sapienza, età e grazia
davanti a Dio e agli uomini”
Lc 2, 52
«Prisco!».
Nella vigilia di Natale, la voce della mamma continua a chiamare, a ri-chiamare…
È voce che viene da lontano, voce che viene dal cielo, voce che abita la terra, voce che invita a dare corpo ai sogni, terra al cielo e cielo alla terra.
«Prisco!».
Prisco è incantato, abitato dallo stupore, attratto dal filo che si srotola prendendo il volto delle persone che gli hanno fatto conoscere Gesù.
Ora il gomitolo è fermo davanti ad un bel portatile.
È il regalo di Natale, che gli ricorda che Gesù, venuto ieri, viene oggi e sempre.
E Prisco comincia a navigare, a inviare email, a chattare per entrare in rete con tutti e annunciare agli amici l’unica notizia di cui i giornali non hanno parlato: sta per nascere la gioia, la Gioia grande.
Gesù nasce, Gesù ri-nasce, Gesù ritorna e tutto è nuovo, tutto rinasce, ri-comincia. Il Natale di Gesù coincide con il natale di tutto il creato, di ogni creatura.
Quanno nascette Ninno a Bettalemme. Era notte’, e pareva miezo juorno…
“Lo darai alla luce
e lo chiamerai Gesù”
Lc 1, 30
«Prisco!».
Voce che viene dalla notte dei tempi… Mamma!
E, sempre con il filo tra le mani, si affretta a scendere le scale perché deve terminare il presepe, deve andare in chiesa a preparare i ragazzi per la messa, deve ancora comprare qualche regalo.
Corre, con il filo che lo conduce, ma il filo si impiglia, Prisco inciampa, cade e… si trova accanto ad un povero davanti alla porta della chiesa, vicino ad una grossa vasca piena di neve.
“Tutto quello che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli
l’avete fatto a me”
Mt 25, 40
Si accorge subito che è Gesù che lo aspetta, perché al catechismo gli hanno sempre insegnato che tutto ciò che è fatto al più piccolo, al povero, è fatto a Gesù.
Gesù deve nascere in questa notte di Natale ed è già grande in un povero. Mah! Boh!
Prisco è disorientato, riflette, e pregando capisce che quel povero è una grotta, è una parola, è una voce, è un regalo; Gesù è già nato e, forse, Prisco è in ritardo, ha perso tempo dietro ad un gomitolo.
Con il filo tra le mani, stretto al cuore, in fretta completa il presepe e si mette a tavola con la famiglia per la cena natalizia.
A tavola, con l’odore della festa, con la preghiera iniziale, con la gioia familiare, si accorge che sta rinascendo Gesù. La famiglia è la prima “mangiatoia” dove il Figlio di Dio trova casa. Betlemme è nuovamente la casa del pane. I suoi genitori sono Maria e Giuseppe. È Natale in casa… e Gesù è deposto nuovamente sulla mensa.
E, in silenzio, si chiede: Quante volte nasce? Ma dov’è Betlemme? E il parroco? E i ministranti?
“L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore…
Cresce lungo il cammino il suo vigore
finché compare davanti a Dio”
Sal 84, 3.8
Prisco riprende il capo e la coda del gomitolo e corre in parrocchia e insieme ai ministranti prepara la messa di mezzanotte.
Il parroco sta ancora confessando e non sa che il filo della tradizione e della fede, portato da Prisco lungo le strade della parrocchia, ha accompagnato tanti quella notte in chiesa davanti all’altare.
C’è una luce stupenda mentre sta per arrivare “la luce che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9), c’è odore di incenso, si sente il suono delle ciaramelle, tutto è pronto…
Gesù, che è il cuore del presepe, è nel presepio.
C’è Maria, Giuseppe: dal cielo sono scesi gli angeli, nel cielo ci sono le stelle; stanno arrivando i pastori, ci sono i nonni, gli zii, gli insegnanti, le suore, la famiglia, ci sono tutti: è Natale!
E Prisco si accorge di avere tra le mani il filo rosso della gioia, quel filo sottile della fede che ora non lascia e non lo lascerà più.
È Natale! Prisco è rinato con tutta la famiglia e la parrocchia, è rinato con Gesù, anzi come Gesù; e con quel filo quasi invisibile, non si perderà più e sarà sempre puntuale ad ogni appuntamento con Colui che sempre nasce.
“Non temete: ecco,
vi annuncio una grande gioia…
È nato per voi”
Lc 2, 10
E noi, questa notte, siamo rinati con Lui nella gioia.
Sì, Buon Natale!
Questa gioia del Natale ci appartiene, Alleluja!
S. Natale, 2011
+ Giuseppe
Vescovo
Progetto grafico: Salvatore Alfano
Disegni: Valentina Giudice
Realizzazione a cura della Redazione di Insieme