Comportatevi da cittadini degni del Vangelo (cfr Fil 1,27)
Messaggio del Vescovo all’Azione Cattolica diocesana: Comportatevi da cittadini degni del Vangelo (cfr Fil 1,27).
Al Presidente Diocesano e al Consiglio
Agli Assistenti
Ai Soci, Fratelli e Sorelle
Signor Presidente, carissimi Assistenti, Fratelli e Sorelle,
la Solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine, tanto legata alla storia e alla tradizione dell’Azione Cattolica Italiana, mi permette di raggiungerVi con questo Messaggio di condivisione, incoraggiamento e nuovo mandato, mentre siete impegnati a rinnovare nelle Comunità parrocchiali la vostra adesione alla missione evangelizzatrice.
- Vi invito, oggi più che mai e con rinnovato entusiasmo, a comportarvi in modo degno del Vangelo di Cristo (cfr Fil 1,27) prendendo il largo sulla sua Parola per essere una scossa di bene e di moralità nella nostra amata terra dell’Agro.
Siete non solo invitati, ma mandati, a farlo personalmente ed insieme, in forma associativa, per costruire il noi ecclesiale in stile sinodale, che non è la giustapposizione di tanti io, uno accanto all’altro, ma la comunione variegata nella sinfonia che fa la Chiesa, curando e scacciando il virus dell’individualismo che sempre inficia le nostre relazioni.
Bisogna entrare sospinti dallo Spirito nel Cenacolo eucaristico per poi uscire nel mondo, sulla piazza, e come Chiesa far lievitare la pasta in tutti i mondi: affettivi, familiari, culturali, sociali e politici.
È necessario per evitare la muffa passare dai campi-base – parrocchie e associazioni – ai campi di missione vasti e urgenti, dove le messi che biondeggiano attendono i lavoratori, con un linguaggio e uno stile che attingono al Vangelo, unica nostra ricchezza, senza perdere mai la sostanza.
Il percorso è – tenendo insieme ragazzi, giovani, adulti e famiglie – dall’altare alla strada, e dalla strada per rigenerarsi ritornare all’altare, di Domenica in Domenica, di Pasqua in Pasqua, non bypassando la festività nascosta nei giorni feriali, dove freme ed urla la vita concreta.
Necessita prendere il largo, sulla sua Parola e non sulle nostre, oltre gli stereotipi, le chiusure, le grettezze, le burocrazie, i porticcioli e consegnarsi, nella libertà responsabile, al soffio rigenerante dello Spirito che anima la Chiesa e la ringiovanisce e, nella leggerezza dalle zavorre, sospinge l’autentico credente ecclesiale verso il mare aperto dell’evangelizzazione, là dove il dramma rischia di consumarsi e il lume della speranza di spegnersi.
- Lo sappiamo, per esperienza personale, che non si può stare in piedi, se non si sta in ginocchio; non si può andare, senza sostare rimanendo nel suo amore; non si può dire di amare Gesù Cristo, se non si ama il suo corpo che è la Chiesa; non si può dire di amare e costruire l’Associazione quando si è puntualmente assenti ai momenti formativi e diocesani e non si respira il clima ecclesiale; non si può essere attuali e incisivi, se non si è profeti di una nuova civiltà, la Civiltà della Speranza.
Non ci si può illudere di evangelizzare, se non si è lasciati evangelizzare da una formazione seria, profetica ed intelligente, ancorata alla sana Tradizione ecclesiale, capace di dialogare con la cultura contemporanea, con tutte le Aggregazioni laicali presenti sul territorio, non tanto per riportare la gente in Chiesa, ma per portare la Chiesa tra la gente, nel groviglio stupendo e drammatico di questo mondo dove non dispiace mai una sana dottrina che orienti la vita.
- Forse non sarà inutile nel rinnovare l’adesione fermarsi su un pensiero che non possiamo eludere, o mettere tra parentesi. Non offuschiamo, dimentichiamo o scoloriamo il carisma originario ed originale dell’Azione Cattolica, quello che ha fondato e sostenuto la sua lunga storia.
Mi riferisco alla valenza ecclesiale dell’Associazione, che è Chiesa ed è nel cuore della Chiesa, per impiantare ancora oggi, attraverso una pastorale ordinaria, rinnovata e gioiosa, la Chiesa, quella di Cristo e di Pietro, nel cuore e nei tornanti della nostra storia, in fedele comunione con i Pastori che il Signore manda.
Essere nella Chiesa, universale e locale, significa accettare il posto, fosse anche l’ultimo e il più scomodo che ci viene assegnato, non per primeggiare ma semplicemente per servire il Vangelo, cioè Gesù Cristo, Capo della Chiesa e Speranza per l’umanità.
Quando difetta questa dimensione, rischio sempre presente, non è più azione cattolica, ma sta cominciando a diventare altro, perdendosi nei gorghi di tante realtà che, pur facendo bene, non sono più Chiesa, e a volte la combattono.
- I Santi e i Beati, i tanti testimoni del Vangelo – Vescovi, Presbiteri, Laici – e in modo particolare i prossimi Santi giovani e giubilari, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, che con la loro vita hanno intessuto la storia ecclesiale, ci incoraggiano e ci spronano a vivere questo frammento di tempo che ci appartiene, pronti a varcare la Porta della Speranza, con la coscienza che Spes non confundit.
La Vergine Immacolata, intarsiata dallo Spirito dall’Annunciazione alla Pentecoste, dalla casa di Nazareth al cenacolo di Gerusalemme, tutti accolga sotto il suo manto per raccontarci, ancora e sempre come solo Lei sa fare, il Vangelo del Figlio Gesù Cristo, che rimane per ogni uomo l’unica speranza affidabile.
Vi accompagni la mia benedizione
Nocera Inferiore, 24 novembre 2024
Solennità Cristo Re dell’Universo
+ Giuseppe Giudice, Vescovo