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Anno Liturgico Pastorale 2024/2025: messaggio del Vescovo

Anno Liturgico Pastorale: «…i piedi, calzati e pronti a propagare il Vangelo della pace» (Ef 6,15). Il messaggio pronunciato dal Vescovo questo pomeriggio, in Cattedrale, presiedendo la preghiera dei Primi Vespri della I domenica di Avvento     «…i piedi,…

Anno Liturgico Pastorale: «…i piedi, calzati e pronti a propagare il Vangelo della pace» (Ef 6,15). Il messaggio pronunciato dal Vescovo questo pomeriggio, in Cattedrale, presiedendo la preghiera dei Primi Vespri della I domenica di Avvento

 

 

«…i piedi, calzati e pronti a propagare il Vangelo della pace» (Ef 6,15)

Sorelle e fratelli,

Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore-Sarno, un nuovo Anno Liturgico Pastorale, carico di stupore e avvenimenti, sinodali e giubilari, si apre dinanzi a noi per nutrire e maturare le virtù teologali, sostenuti da una sobria spiritualità liturgica.

Siamo invitati dal Santo Padre a varcare la Porta della Speranza, coscienti che Spes non confundit, per vivere come tempo di grazia l’Anno Santo 2025, Giubileo ordinario.

Abitati dallo stupore dell’Avvento – caratterizzato da due mete, la sua venuta nella carne e il suo ritorno nella gloria – ci prepariamo e ci adoperiamo come i servi che attendono il rincasare del padrone con i piedi, calzati e pronti a propagare il Vangelo della pace.

Viene il Principe della Pace, attendiamo nella speranza il Re che torna glorioso, e nel frattempo viviamo la stagione del nuovo Anno Liturgico come occasione offerta a noi di conversione e di riconciliazione, di riposo da ciò che appesantisce ed ingombra la vita, per scegliere la parte migliore, il Vangelo della pace, la pace del Vangelo.

«Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta, ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22,17).

Alla invocazione con la quale si chiude la Bibbia, il Risorto, il sempre Veniente, risponde: «Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine» (Ap 22,12-13).

Coltivando e alimentando la speranza della sua venuta oggi, e del suo ritorno domani, come Chiesa pellegrina qui e adesso, impariamo a vivere tutti i momenti con il cuore dell’Avvento.

Attesa, venuta e presenza devono animare le nostre veglie e i nostri giorni; le opere e le fatiche; le pause e gli incontri; le corse e gli inciampi; i momenti puntuali e i ritardi; il giorno e la notte, le albe e i tramonti.

Con il cuore appassionato dei profeti, di Santa Maria e dei Santi, viviamo i giorni dell’Avvento e del Natale.

Nel silenzio fiducioso, pellegrini di speranza, abitiamo da protagonisti il Tempo Ordinario, cercando ancora una volta di mettere ordine nell’esistenza.

Tesi alla riconciliazione, segnati dalle stigmate e dalle piaghe gloriose, avanziamo, tra Via Crucis e Via Lucis, nel Tempo Quaresimale e Pasquale.

Accesi dal fuoco per l’annuncio del Vangelo, andiamo nella cinquantina pasquale verso la pienezza pentecostale per alimentare ancora il fuoco della speranza nei giorni feriali e ordinari, e poi tutto riconsegnare e ricomporre nelle mani del Re dell’Universo, Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre.

E sarà sempre l’Eucarestia, domenicale e feriale, lo spazio concreto e teologico dove il dono è anticipato, offerto e consumato, quale caparra della comunione finale per non rimanere confusi in eterno.

Il filo sottile della speranza, speranza affidabile e che non delude, deve orientarci nei labirinti della vita, nei giorni difficili, nelle ore buie, nei tornanti della Croce, nelle feste, per cantare con il Risorto la gioia della Risurrezione che alimenta la speranza dei credenti.

Gli otto segni di speranza – pace, trasmettere la vita, detenuti, ammalati, giovani, migranti, anziani, poveri – proposti dal Papa nella Bolla di indizione dell’Anno Santo (Spes non confundit, nn.8-15) saranno i tracciati del nostro percorso, per non camminare invano e senza una meta sicura e concreta.

Attraverso la Porta Santa, che è Cristo, riconciliati con Lui e tra di noi, apriremo nuovi spiragli, varchi, porte, prima nel nostro cuore e poi nel nostro mondo per rendere ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15).

La Vergine Santa, Ianua Coeli, Porta del Cielo, ci guidi, ci accompagni, ci sostenga dando ai nostri passi il ritmo speranzoso e profetico del suo canto.

 

 

Nocera Inferiore, 30 novembre 2024

Primi Vespri di Avvento

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

Scarica il Messaggio anno liturgico pastorale 2024-2025

Preghiera del vescovo Anno Santo 2025

 

Signore Gesù,

Tu sei la Porta,

e noi dobbiamo attraversarTi

per entrare nel Regno,

ma la Porta è stretta

e per fare Pasqua con Te,

dobbiamo abbassarci, restringerci,

umili e piccoli

come in braccio ad una mamma

che porta il suo bambino.

 

Ti preghiamo:

mandaci il Tuo Spirito

a soffiare sul nostro orgoglio,

e aiutaci a passare oltre

per ammirare i panorami stupendi,

la festa e il cielo stellato.

 

È stretta la Porta,

ma largo l’abbraccio della tua misericordia,

che non permette di chiudere

le porte in faccia a nessuno,

ma di lasciare sempre uno spiraglio

per far entrare la Tua luce.

 

Porta Santa del Giubileo,

intarsiata nella Speranza,

ancora una volta spalancati per noi:

pellegrini di speranza

per le nostre strade polverose

per Cristo, nello Spirito Santo,

non confusi, verremo al Padre,

sorgente e meta di ogni nostra speranza.

Amen.

 

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

 

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