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Don Vincenzo Buono: dieci anni al servizio della comunità di Corbara

Don Vincenzo Buono il 30 settembre 2014 faceva il suo ingresso nella comunità di Corbara.Classe 1981, originario di San Valentino Torio, dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta nella Concattedrale di Sarno il 3 ottobre 2007 affiancò come segretario l’allora vescovo mons. Gioacchino…
Don Vincenzo Buono il 30 settembre 2014 faceva il suo ingresso nella comunità di Corbara.Classe 1981, originario di San Valentino Torio, dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta nella Concattedrale di Sarno il 3 ottobre 2007 affiancò come segretario l’allora vescovo mons. Gioacchino Illiano.Poi fu nominato amministratore parrocchiale della parrocchia San Teodoro di Sarno.Nell’autunno del 2014, un generale cambio di guardia investì le parrocchie della Diocesi e alla cura di don Vincenzo Buono fu affidata la piccola comunità posta sulle falde meridionali dei Monti Lattari.Al suo ingresso, paternamente accompagnato dal vescovo mons. Giuseppe Giudice, riceveva un intero paese dalle mani di mons. Antonio Calabrese, divenendo il 28esimo parroco di Corbara.La realtà che lo accolse, sebbene più piccola di quella che lasciava, si mostrò subito fiduciosa e ben disposta, iniziando un comune percorso di crescita spirituale e arricchimento personale.
La statua di san Bartolomeo Apostolo

I lavori parrocchiali

Con la disponibilità dei fondi CEI e le offerte dei fedeli della comunità parrocchiale, sono partiti i lavori di restauro e ammodernamento conclusisi ad aprile di quest’anno con una solenne benedizione del Vescovo.In particolare, sono stati interessati da importanti interventi la navata sinistra, il campanile e la facciata della chiesa principale, ma anche la piccola chiesetta di Sant’Erasmo, dipendente – assieme all’altra chiesetta di San Giuseppe nel cuore del centro storico – dalla chiesa madre.Importante è stato l’intervento conservativo operato dalla ditta Ruggiero Restauri della grande pala seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Bartolomeo e Pietro, che giaceva abbandonata dall’epoca del terremoto prima a Padula e poi presso l’altare.La ricollocazione dell’opera, unita agli abbellimenti di marmo bianco di Carrara e giallo di Siena, installati dal predecessore di don Vincenzo, hanno permesso di riportare a nuovo splendore l’antica chiesa.

L’Infiorata

Splendore che si manifesta anche attraverso la nuova ed elegante tradizione dell’Infiorata, che don Vincenzo ha mutuato dalla natia San Valentino, adattandola con un tappeto floreale lungo tutta la navata centrale in occasione del Corpus Domini.Importanti sono i  riti di preparazione alle due feste principali, quali le alzate dei quadri di sant’Erasmo e san Bartolomeo, ad un mese dalle loro memorie liturgiche e l’atto di affidamento del comune al patrono Bartolomeo.Un momento che si sedimenta ogni anno con la simbolica consegna delle chiavi della città all’amministrazione comunale, a sancire il legame indissolubile che lega la comunità alla sua chiesa.Infatti, è attorno ad essa – fondata già sul finire del ‘400 e parrocchia dal 1587 – che si è formata la comunità corbarese.La parrocchia di Corbara si dimostra attiva anche attraverso l’assidua partecipazione ai pellegrinaggi, ai ritiri comunitari, al coro parrocchiale, al catechismo, a gruppo ministranti e alla volontaria gestione di Sant’Erasmo e San Giuseppe.

La crisi demografica e la vitalità dei giovani

Tuttavia, il paese, come tutti i piccoli comuni, combatte contro un lento e inesorabile spopolamento, sebbene la vicinanza a città più grandi, unita ad una migliore qualità dell’aria che qui si respira, sembrino essere un ottimo deterrente al fenomeno.Ciò si riscontra anche nella comunità dei fedeli. Eppure, non mancano fulgidi esempi di controtendenza, come la neonata commissione festeggiamenti che ha fatto il suo esordio alla festa patronale dello scorso agosto e che è composta da giovani che intendono rinnovare e tramandare le tradizioni ereditate.
Don Vincenzo con la commissione per i festeggiamenti

La collaborazione

In questo lungo decennio, dominato da bei momenti ma anche dalle difficoltà della pandemia, preziosi sono stati gli aiuti e gli stimoli che don Vincenzo ha ricevuto dall’intera comunità a lui affidata.Non da ultimo la testimonianza del corbarese don Giovanni Padovano, ex cappellano del cimitero di Pagani, che quotidianamente concelebra assieme a lui, unitamente alla vicinanza spirituale e fisica del vescovo Giuseppe.Da questo luogo che si dipana tra la tortuosità dei suoi vicoli e le verdeggianti terrazze, l’augurio di don Vincenzo alla comunità è che possa continuare a crescere nella fede.
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