Certificati e termini necessari per poter pronunciare il “sì” in Chiesa. Ecco l’iter da seguire per celebrare il rito cattolico a cui lo Stato riconosce effetti civili, da qui il nome di matrimonio concordatario
Certificati e termini necessari per poter pronunciare il “sì” in Chiesa. Ecco l’iter da seguire per celebrare il rito cattolico a cui lo Stato riconosce effetti civili, da qui il nome di matrimonio concordatario
I documenti prematrimoniali appaiono come un incubo per le coppie che intendono sposarsi. Tempi, certificati, corsi e pubblicazioni. Un dramma per alcuni. Eppure le regole sono semplici e chiare.
Sono pochi, ma essenziali, i certificati da consegnare per l’avvio dell’istruttoria. Occorre quello di Battesimo, che deve essere richiesto alla parrocchia dove è stato celebrato, il certificato di Cresima, da richiedere alla parrocchia dove si è svolta, ma può non essere necessario se il registro parrocchiale dove è stato celebrato il Battesimo è stato aggiornato con le Cresime. Se uno degli sposi o entrambi hanno vissuto fuori dalla Diocesi in cui avviene il matrimonio per un periodo di oltre un anno dalla data di compimento dei sedici anni, è necessario procedere alle pubblicazioni canoniche nei luoghi in cui, di fatto, hanno dimorato. Infine, bisogna presentare l’attestato di partecipazione al corso prematrimoniale.
Il colloquio con il parroco
Vi consigliamo in ogni caso di prevedere un colloquio chiarificatore con il parroco da voi scelto per curare l’istruttoria – può essere il parroco dello sposo o della sposa o quello del luogo in cui si andrà a dimorare dopo la celebrazione delle nozze – con molto anticipo rispetto alla data fissata per il matrimonio. Ricordate che il parroco non è un funzionario e che il matrimonio è un sacramento. Non andate dal parroco solo per sbrigare le faccende burocratiche. Scorgete in questo incontro un’occasione importante per costruire un legame, soprattutto se sarà lui a sposarvi.
A lui dovete consegnare inizialmente i certificati di Battesimo e di Cresima. Vi sarà chiesta anche la presentazione del certificato anagrafico contestuale, contenente l’indicazione relativa a residenza, cittadinanza e stato civile. Non è sufficiente l’autocertificazione, occorre il certificato ufficiale. Segue quindi l’inizio dell’accertamento dello stato libero (processetto prematrimoniale), in cui viene inoltrata la richiesta delle pubblicazioni civili alla Casa Comunale, così come si procederà alle pubblicazioni canoniche, per il tempo che intercorre tra due domeniche consecutive.
Raccolti i risultati delle pubblicazioni canoniche e civili, l’istruttoria può considerarsi conclusa e il parroco potrà inoltrare richiesta all’Ufficio Matrimoni della Diocesi per ottenere il previsto nulla osta per la celebrazione. La promessa di matrimonio, presso la Casa Comunale, può avvenire dal momento in cui il parroco avrà inoltrato la richiesta di pubblicazioni civili.
Redazione Insieme