«La morte non si cerca, non si invoca, non si produce, ma da credenti va accolta con umiltà»: è uno dei passaggi del Messaggio del Vescovo
Ritornare a parlare di temi difficili, come quello della morte, in un «momento di confusione e di esasperazione dei diritti individuali». Lo afferma il vescovo Giuseppe Giudice nel Messaggio diffuso per la giornata del 2 novembre. L’occasione della Commemorazione dei defunti offre al Vescovo lo spunto per toccare diversi aspetti della questione.
La cura dei cimiteri
In prima battuta scrive dei cimiteri: «Terra santa, luogo di silenzio e di preghiera, spazio pubblico benedetto; e quante volte vi ho ripetuto che la civiltà di un popolo si giudica soprattutto da come sono curati i cimiteri».
Un’attenzione da passare ai piccoli, educandoli «al rispetto, alla preghiera, alla visita al camposanto, a gesti di carità», per non omologarsi «ad una cultura che, mentre fa del tutto per nascondere la morte, poi la presenta in modo macabro e disgustoso in tutte le reti di comunicazione, quasi rubandoci la speranza».
«La morte – richiama il Pastore – non si cerca, non si invoca, non si produce, ma da credenti va accolta con umiltà».
Come è «lontana la mistica cristiana da certe feste che, scimmiottate da altre culture, stanno invadendo e spiazzando i nostri giorni di novembre dedicati ai morti». Estremismo che tocca anche «i nostri luoghi formativi dando spazio ad un commercio sfrenato, che apre a derive preoccupanti dal punto di vista educativo».
La pratica della cremazione
Mons. Giudice riserva un passaggio alla pratica della cremazione: «Mentre la Chiesa, premessa la fede nella risurrezione della carne, permette oggi la cremazione, siamo invitati a non venerare le ceneri disperdendole o conservandole tra i barattoli delle nostre case, cose tra cose, con il rischio di essere buttate nella spazzatura alla prima distrazione, o al venir meno degli stessi congiunti».
È necessario che vengano riposte al cimitero: «Il luogo santo rimane là, spazio pubblico e per tutti; e ci consola il fatto che, anche quando non ci saremo, qualche povero prete vi celebrerà una Messa, porteranno dei fiori innaffiati dalle lacrime degli uomini, alcuni bambini con i genitori giocheranno tra le tombe e tra la vita e la morte ancora si incontreranno per indicarci la meta finale, il Cielo, il Paradiso».
Un omaggio di cui beneficerà «anche chi non crede, o appartiene ad altri credi religiosi. Ritorniamo ai cimiteri, luoghi pubblici per fare memoria dei resti dei nostri cari, e luoghi di preghiere e di silenzio».
E per aiutare la riflessione, il Vescovo offre per la meditazione di tutti – grandi e piccini – due testi: uno di sant’Agostino sul rispetto che bisogna avere per il corpo dei defunti e una filastrocca di Maria Albina Scavuzzo, La notte dei morti, che può essere insegnata anche ai nostri piccoli.
Il 2 novembre il Vescovo presiederà la Santa Messa al cimitero di Sarno, alle ore 11.00, e al cimitero di Nocera Inferiore, alle ore 16.00.
Sa. D’An.