Ho imparato a conoscerti
nelle mie notti profonde
quando il piede era stanco di andare
e tu, amico,
mano che sorregge
hai ridato vigore al mio passo.
Ho imparato a camminare con te
nei giorni di sole
quando, zingaro il cuore,
ho vagabondato in cerca di pozzi
e tu, sorgente mai arsa,
hai dato acqua alle fauci riarse.
Ho imparato ad amarti
nelle sere d’autunno
quando, nel vento le foglie,
ho scoperto le mie ferite
al vento d’autunno
e tu, amante amico,
mi hai condotto per boschi
mai più calpestati.
Ho imparato a perderti
nelle notti d’inverno
quando il corpo trema
e non ci sono coperte
e tu, neve nella neve,
ti sei sciolto tra le mani
per donarmi la libertà
che mai ha prezzo nelle stanze del cuore
dove il freddo rimane e si muore di gelo.
Ho imparato a sognarti
nei mattini di primavera
quando, nell’erba nuova,
ho ritrovato la fede
e l’amico è l’Amico
nelle stagioni che ritornano
e tu, ormai nuda la Croce, canti speranza.