Sala Consilina 29 Settembre 2011

“Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?” (cfr. Sal 121,1)

 

Sorelle e Fratelli,
il 29 Settembre 1986 – oggi 25 anni – ho presieduto questa celebrazione, come Prete appena nato, nel giorno della festa del Patrono.

Oggi – Vescovo da pochi mesi – presiedo nuovamente questa Eucaristia che è sempre un rendimento di grazie.
E a collegare questi due eventi , con il filo della fede e della gratitudine, è ancora e sempre Lui: Michele, il messaggero divino, l’Arcangelo che ci ricorda e ci riporta alla trascendenza di Dio.
Mi sembra doveroso, Sorelle e Fratelli, in questa Eucaristia che raduna tutta la città intorno all’Arcangelo, esprimere innanzitutto la mia gratitudine alla terra che mi ha dato i natali,
Nell’Eucaristia, grazie sostanziale che il Figlio rivolge al Padre nel dono dello Spirito Santo, mi piace dire, ad alta voce davanti agli Angeli, la riconoscenza al mio paese per tutto ciò che ha espresso, con sano orgoglio, nei giorni della mia nomina e consacrazione episcopale.
Depongo un grazie, come un frammento eucaristico, sulla soglia di ogni cuore, a partire dall’ultimo povero fino al primo cittadino e passando per i Parroci di Sala, per la testimonianza di comunione sociale ed ecclesiale, vissuta nei giorni della mia Ordinazione.

A Sala, che porto sempre prima nel cuore ed oggi anche nello stemma, ho dedicato dei versi, che vorrei incidere su ogni pietra:

Ti conosco da sempre
perché, nato in te,
ho vissuto con te.
Conosco bene il tuo dormire al sole
quando il sole è più forte che mai.
Conosco i tuoi silenzi,
i tuoi rumori,
le attese sperimentate da sempre.
Ma conosco anche il tuo fascino,
la tua musica, la tua poesia.
E sempre ritorno
con gioia grande a rivederti
perché sei tu che serbi
le tombe dei miei cari
e lo scrigno della mia
spensierata fanciullezza.

 

Sorelle e Fratelli, ieri, come oggi e sempre, Michele, con il suo stesso nome, ci ripete che solo Dio è Dio, che nessuno è come Dio e che nessuna illusione è possibile nella vicinanza di Dio.

E come è bello pensare in questo momento, prima di sederci alla tavola eucaristica e alle tavole della festa, a tutti coloro che in questi 25 anni, accompagnati dall’Arcangelo, sono volati in cielo e ci attendono presso il Signore, come ci ricorda il concilio Vaticano II: Nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini (cfr. Sacrosanctum Concilium, 8).

Come è consolante, Sorelle e Fratelli, in quest’ora di gioia, aiutati dal salmista, rileggere la presenza dell’Arcangelo a Sala Consilina.

La storia intima, la trama nascosta della storia del nostro paese è legata – consapevoli o inconsapevoli – al ministero dell’Arcangelo.

Sala è, almeno nel desiderio e nello sforzo, ciò che l’Arcangelo annuncia:
“Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?” (cfr. Sal 121,1)

Alziamo gli occhi verso i monti, verso il monte Balzata e vediamo in alto il Santuario dell’Arcangelo, dove apparve ad un umile pastorello.

Noi siamo nella valle e cerchiamo di arrampicarci verso il monte.

Come ogni uomo, alzo gli occhi verso l’alto, verso il cielo, in cerca di aiuto e di salvezza.

Ed ecco, alle prime luci dell’alba di ogni 29 Settembre, appare una statua bellissima: ricchezza, vanto e decoro di Sala Consilina.

Eccolo, forte come un guerriero; bello e leggero come un Angelo.

Da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.

Michele “annuncia” Dio. Michele “porta” Dio. Michele “combatte” per ristabilire la giustizia di Dio. Leggero, ma forte di Dio, Egli ci invita nuovamente ad ascoltare il “brusio degli angeli” in una cultura che, avendo perso le orecchie, investe solo sull’immagine e sull’immagine mercificata.

Per non smarrirmi, alzo gli occhi verso i monti…

E, mentre l’Arcangelo scende dal monte,
non lascerà vacillare il tuo piede.

Il Signore è il tuo custode…
Di giorno non ti colpirà il sole né la luna di notte…
Alzo gli occhi verso i monti…

E vedo, nel chiarore del mattino, le sue ali, la spada, la corazza, la bilancia e… il volto bellissimo, riflesso di quel Volto che Egli annuncia, frammento di quella Bellezza che gli angeli contemplano in cielo.

E ammiro, nello scintillìo del sole, l’oro offerto dal mio popolo: segno di tante grazie, di tante lacrime, oggi perle che risplendono nel sole di Dio.

Alzo gli occhi verso i monti…

Ed ecco Michele scende… portato dal suo popolo, tra il suo popolo; Egli oggi, primo cittadino, trasferitosi dal cielo per abitare in mezzo alla sua gente, per “portare” il suo popolo.

E ripete ad ognuno: è finita la guerra, nel cielo e sulla terra, perché la salvezza si è compiuta nel sangue di Cristo. Il male è vinto, l’accusatore è smascherato, la sua testa è schiacciata, anche se Lucifero tenta sempre di graffiare, per scalfirlo, il volto dell’Arcangelo e il volto dell’uomo.

Michele ci annuncia che i cieli sono aperti, Dio vince sempre, la salvezza è offerta ad ogni uomo, anche se, nella storia della Chiesa fino al suo ritorno, Natanaele-Bartolomeo dovrà andare ad annunciare con il rischio, sempre attuale e in agguato, che venga scorticato vivo.

Ma sappiamo – ce lo dice Michele –:
Che il mio aiuto viene dal Signore.
Il Signore ti custodisce da ogni male:
egli custodirà la tua vita.

Ecco, Sorelle e Fratelli, ora l’Arcangelo è qui in mezzo a noi e rifulge in tutta la sua bellezza.
Ora siamo nel cuore della festa con la festa nel cuore.
E siamo certi che mentre noi abbiamo alzato gli occhi verso i monti, Egli ha abbassato gli occhi verso di noi, segno della benevolenza di Dio.
Egli ci guarda, ci comprende, ci incoraggia, ci aiuta.
Ha per ognuno di noi un messaggio che Dio gli ha consegnato dicendogli: Portalo a Sala, consegnalo ad ognuno! E vi leggo:
Non siamo soli nei combattimenti, nei compiti e nei cammini della vita: siamo spronati, accompagnati e guidati dagli Angeli e dagli Arcangeli.
Michele, Gabriele, Raffaele, grazie perché, fra poco, il sangue dell’Agnello scorrerà ancora su questo altare per illuminarci, accompagnarci, proteggerci, salvarci.

Ecco, Sorelle e Fratelli, il messaggio che Dio ha consegnato a Michele per noi.
Ma Egli ci offre anche le sue “ali”, non per farci diventare degli angeli, perché siamo già figli di Dio, ma per farci diventare leggeri, affinché possiamo sorvolare su tante cose, volare in alto e staccarci da tante realtà che appesantiscono la nostra vita e la vita del paese.

Grazie, Arcangelo Michele!
Grazie, perché Tu sei il motivo della nostra festa.
Tu, per noi, sei la Festa!
Grazie… e tergi le lacrime di chi non è in festa e di chi, lontano dalla festa, si asciuga una lacrima di nostalgia.
Grazie, glorioso Arcangelo, perché ripeti a Sala Consilina:

Il Signore ti custodisce quando esci e quando entri da ora e per sempre. Amen!