Saluto e ringraziamento di Mons. Giuseppe Giudice,
Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno
 a Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Angelo Amato
Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
Celebrazione Eucaristica 22 ottobre 2016
Collegiata di San Giovanni Battista in Angri

Eminenza Reverendissima,

grazie per la sua presidenza, che onora la città di Angri, patria di Sant’Alfonso Maria Fusco, e la Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, terra evangelizzata da San Prisco.

Come Chiesa, lievito nella città, affidiamo a Lei il grazie per il Santo Padre Francesco che, iscrivendo Sant’Alfonso Maria Fusco nel libro dei Santi, ha voluto indicare ancora a noi la finalità della vita cristiana: saperci collocare nel capitolo V della Lumen Gentium, che ci addita la Universale vocazione alla santità nella Chiesa.

Il mio grazie raccoglie la gratitudine dei presbiteri, diaconi, seminaristi, religiosi e religiose, delle suore di San Giovanni Battista, figlie spirituali di Sant’Alfonso, di ogni battezzato e, mi sia consentito, specialmente dei poveri, ammalati ed esclusi.

Il mio saluto si fa accoglienza per tutti coloro che, a cominciare dagli Eccellentissimi Vescovi e rappresentanti della Cosa pubblica a tutti i livelli, hanno voluto condividere la nostra festa eucaristica, a cominciare da domenica nell’abbraccio del Bernini in Piazza San Pietro.

Riprendendo le parole dell’Apostolo a Timoteo, che risuonano in questa liturgia di lode, don Alfonso oggi potrebbe ripetere, e di fatto, con la sua vita santa, dice:

Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.

Si, fidem servavi!

Ora che il Signore gli ha consegnato la corona di giustizia, e non solo a Lui, noi gli chiediamo di intercedere presso il cuore di Dio affinché abbondante scenda su di noi la pioggia della misericordia, in questo Anno Santo straordinario. Misericordia… “la pronuncia (Gesù), Lui che solo può pronunciarla realizzandola, mentre noi la pronunciamo invocandola, quasi latrando al suo seguito, gemendo alla sua scia…

La Misericordia non è un velo di zucchero cosparso sulla vita. È un gancio, un uncino di celestiale gru che arriva dal profondo del cielo fino alle viscere e al cuore e dice: non disperare, sei mio”, come ha scritto il poeta Davide Rondoni.

Ci sprona, Sant’Alfonso, non solo a venerarlo, ma ad imitarlo; nella coscienza, offerta e sofferta, della sua adesione al Signore della Pasqua. E ci invita, sull’esempio del precursore San Giovanni Battista, quale amico dello sposo, cuore e respiro della città di Angri, a preparare la via al Signore per inaugurare una nuova stagione educativa; e alla cattedra di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il Grande, ad evangelizzare i poveri avvicinando le loro vite concrete, con una audace e rinnovata fantasia pastorale.

Egli oggi, invitandoci ancora alla Casa della Provvidenza e quasi ripetendo all’orecchio: la Provvidenza provvederà!, ci ricorda con le parole di San Paolo:

il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annunzio del Vangelo… e così fui liberato dalla bocca del leone (cfr 2Tm 4,6-ss); leone ruggente che va in giro cercando chi divorare, e al quale, sulla parola dell’Apostolo Pietro, siamo invitati a resistere saldi nella fede (cfr. 1Pt 5,8-9).

Nella consapevolezza, frutto di fede, che il povero grida e il Signore lo ascolta, ben sapendo che la preghiera del povero attraversa le nubi, ecco siamo qui semplicemente per ascoltare, pregare, intercedere, lodare e imitare, ripetendo come ad ogni inizio di messa: O Dio, abbi pietà di me peccatore!

E così, fatti eucarestia, con la nostra vita votata alla testimonianza, faremo risuonare ancora per le strade di Angri, della Diocesi e del mondo, i passi svelti e missionari di don Alfonso per intercettare i piedi degli oppressi, i passi dei poveri (cfr. Is 26,6) e, prigionieri di Maria Addolorata, annunceremo ancora, ad ogni uomo e a tutto l’uomo, il Vangelo della Provvidenza, per cercare di fare del bene anche solo con la nostra ombra.