(Capriglia 2. VII. 1991)
Carissimi,
non sono nuovo di questa parrocchia; già da parroco, prima, e poi da vescovo, sono stato tra voi per varie circostanze, liete e meno liete, come è successo ultimamente per il lutto che ha colpito il caro confratello nell’episcopato, S.E. Mons. Gerardo Pierro.
Oggi, invitato gentilmente dal vostro carissimo Parroco D. Rosario, mi trovo volentieri a fare festa con Voi, proprio nel giorno in cui questa splendida cittadina ricorda ed esalta “le meraviglie” che Dio ha compiuto in Maria di Nazaret.
Sono immensamente contento di poter celebrare le lode di Dio con Voi, proprio mentre mi trovo qui con un gruppo di Seminaristi di Teologia della Diocesi di Nocera – Sarno, accolto dalle carissime Suore del Monastero locale.
La coincidenza non è sfuggita all’attento e dinamico Don Rosario, che ci ha delicatamente “costretti” a gioire con Voi e a lodare insieme la Madre di Cristo. lo ringraziamo di cuore e salutiamo tutti voi.
I. Un pensiero sulla liturgia odierna
Eccovi ora, carissimi, un breve pensiero sulla Parola di Dio, che abbiamo ascoltato con amore e attenzione.
A me è sembrato che la Madonna, stasera, ci invitasse tutti con le parole del salmo 65: “Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio: vi racconterò quanto ha fatto il Signore per l’anima mia!. Infatti, la memoria, il ricordo liturgico, che voi fate oggi a Maria,
Dunque, un invito della Madre per tutti noi, suoi figli, ad esaltare la divina misericordia, perché ha spiegato la potenza del suo braccio, perché ha soccorso e redente il suo Popolo.
Allora, vogliamo accogliere questo invito materno e soffermarci su di una considerazione, che faremo seguendo la colletta della Messa.
La Liturgia odierna ci guida magistralmente sulla visione e accettazione dell’esistenza di un piano di Dio che ci attua, per mezzo di Maria, per opera dello Spirito Santo. In tutto questo mistero d’amore brilla l’esempio di Maria, docile alla volontà del Padre ed aperta all’azione dello Spirito.
II. Disegno d’amore del Padre
Vi è, dunque, all’origine di tutto e dopo la prima caduta dei nostri progenitori, un disegno d’amore e di restaurazione di Dio onnipotente ed eterno. Un piano d’amore!
Dunque, un disegno di Qualcuno che soffre per il male che affligge l’umanità; il disegno di un Padre che vuole venire incontro alla sciagura capitata ai suoi figli sulla terra; il progetto di Uno che può restaurare le cose nell’ordine originario, anzi, che fa soprabbondare la grazia ove abbondò il delitto!
Sì, su di noi, sull’umanità, vi è questo piano di misericordia che Maria accoglie e ci rivela nel cantico del “Magnificat”. Anzi, è proprio questo piano di amore di Dio che “ha ispirato alla Beata Vergine Maria, che portava in grembo il suo Figlio, di visitare Elisabetta…!”.
La Madonna, nella festa odierna, vuole farci soffermare su questa verità fondamentale della nostra fede, da cui parte, poi, ogni nostra accoglienza e conseguente lode per l’amore di Dio verso di noi. Come capiremmo il gesto d’amore del Padre, che ci invia il Figlio, se non facessimo precedentemente un atto di fede nel suo immenso amore per noi con il quale per noi “organizza la redenzione” attraverso l’incarnazione del Figlio per opera dello Spirito Santo?
La festa di oggi è una festa della Mamma celeste che orienta – come sempre! – i suoi figli all’attenzione e all’amore per il Padre, per Dio! Sembra dirci: “Figli, vedete quanto vi ama il Padre vostro del Cielo? Allora, lodateLo e magnificateLo con me!”.
III. Magnificare con Maria il nome del Signore
È questo, infatti, che la Liturgia di oggi ci invita a fare!
Nella preghiera della colletta abbiamo chiesto già questo: di magnificare, con Maria, il nome del Signore.
Ma ciò non può avverarsi se, stasera, solo con le labbra. Saremmo tanti bugiardi!… È già qualcosa dire grazie e lodare una persona che ci ama e ci ha fatto del bene; ma è troppo poco, se dicessimo solo “grazie” a Dio le labbra, Egli ci ha dato il Figlio, lo ha immolato per noi, trapassando il cuore di Maria con la spada del dolore più lacerante…!
C’è un modo per dire grazie a Dio, carissimi! È, oggi, la Madre delle Grazie (che ricordiamo) ce lo indica dandocelo come una consegna, come un testamento: “Siate docili all’azione dello Spirito Santo”. Sì, carissimi; sta tutto qui. Maria è grande, e “tutte le generazioni la chiameranno beate”, perché si è resa docile all’azione e alla grazia dello Spirito di Dio, che ha potuto fare solo per que