Santuari come «cittadelle della speranza» dove Maria accoglie i figli devoti in cerca di ristoro. Questa mattina il Vescovo Giuseppe ha chiuso la novena dell’Assunta nel Santuario di Santa Maria Materdomini di Nocera Superiore. Grande presenza di fedeli nel rispetto della normativa anti Covid-19

 

 

 

Particolare della sacra icona di Santa Maria Materdomini

 

I santuari siano «cittadelle della speranza» dove Maria accoglie i figli devoti in cerca di ristoro. Così mons. Giuseppe Giudice nell’omelia della Messa dell’alba a Materdomini, a conclusione del novenario per la solennità dell’Assunzione di Maria al cielo.

Davanti a centinaia di persone, nel rispetto delle normative anti contagio Covid-19, il Vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha presieduto la celebrazione all’interno della Basilica dedicata alla Madre di Dio, mentre l’audio e le immagini venivano diffuse nei piazzali antistanti il luogo di culto di Nocera Superiore.

Il Vescovo ha continuato: «Maria è la clavigera. Ha le chiavi del nostro cuore e della vita e si pone nei santuari come la Castellana della speranza. Qui i sitibondi devono trovare acqua fresca per la loro fede, gli affamati devono trovare il pane della loro vita, i disperati la speranza, i sofferenti la consolazione, i bambini la carezza della madre, i giovani il canto della giovinezza, gli anziani devono riscoprire il sapore dei giorni».

Non è mancato il sollecito alla comunità ecclesiale e a quella civile: «In questo tempo di indifferenza, di superficialità, andiamo avanti per sentito dire a livello sociale, politico. Andiamo cercando sempre persone che vogliamo distruggere. Anche a livello ecclesiale abbiamo perso l’interiorità. Abbiamo perso l’anima. Abbiamo perso il centro della nostra vita».

Ma non bisogna disperare: «Ella ci insegna ad essere attenti alla festa della vita. Ella è la gioiosa. Riprendiamo la fede nella gioia. Abbiamo costruito troppi calvari. Abbiamo dimenticato il monte della gioia. Non ci servono cristiani seduti, pusillanimi, che hanno paura, abbiamo bisogno di coraggio, il coraggio della fede. Maria ci insegni la speranza, la fede, la carità».

Infine, l’esortazione legata al tempo di pandemia che stiamo vivendo: «Stiamo dentro questa realtà con l’ardore di una fede che non può diventare pigrizia», il sollecito di mons. Giudice.

La festa

La festa 2020 è sicuramente diversa, ma non meno sentita e vissuta dai fedeli. Per secoli, in occasione dell’Assunta, migliaia di persone si sono riversate verso il Santuario di Nocera Superiore attratti dalla Materdomini. La devozione non si è fermata davanti a guerre e carestie. La pandemia scatenata dal Sars Cov-2, in particolare le disposizioni in materia di distanziamento e contenimento del contagio, hanno invece inciso fortemente.

Eppure per tutta la novena, come per la Messa dell’alba di questa mattina che ha concluso il novenario, le persone non hanno fatto mancare il proprio abbraccio e la propria preghiera alla Madre del Signore.

I Frati minori a cui è affidata la custodia della basilica hanno organizzato al meglio tutte le celebrazioni. In prima linea padre Valerio Molinaro, superiore della comunità religiosa, che ha lavorato in sinergia con la sua fraternità, l’amministrazione comunale di Nocera Superiore, le forze dell’ordine e le associazioni di protezione civile.