Mons. Giuseppe Giudice ha parlato di fiducia nel Discorso alla Città pronunciato stasera dalla Cattedrale di San Prisco

 

La fiducia è al centro del Discorso alla Città pronunciato questa sera dal vescovo Giuseppe Giudice nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore.

«Questo momento, tanto semplice e significativo, da me fortemente voluto e desiderato, scandisce ormai da undici anni il dialogo e il magistero vivo del Vescovo con la Città» ha detto. L’iniziativa apre il novenario in preparazione alla festa di San Prisco.

Il pastore, alla guida della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno dal 2011, ha continuato a tessere per l’undicesimo anno il legame con le istituzioni ricordando che il perimetro della fiducia è più ampio di quello della fede. Fidarsi, affidarsi, confidarsi è esercizio di intreccio tra libertà e responsabilità, atto maturo, che diffida da tutto ciò che è mistificazione o inganno e mette in conto anche delusioni e sofferenze.

«Dando e ricevendo fiducia si cresce come persone mature, capaci di attraversare le diverse stagioni della vita, le diverse ore del giorno, e permette di non arenarsi nei gorghi delle ombre e nella notte» ha spiegato alle autorità civili e militari presenti, ai presbiteri, ai religiosi e ai laici.

Fiducia che il Pastore ripone soprattutto nella valle del Sarno: «Vorremmo riprendesse la sua antica e bella vocazione: non solo terra di passaggio, a volte sfregiata, dormitorio, ma luogo abitabile, accogliente, laborioso, onesto, creativo e appassionato, di cuore; raggiante come il colore dei suoi pomodori e dei suoi agrumi, speranzoso come il verde delle sue terre, tenace come le rocce, fiducioso come la sua antica fede».

A guidare la riflessione il Vangelo di Matteo e la vita di alcuni testimoni dell’Agro. Le lettura del brano tratto dal capitolo 6 di Matteo ­– Guardate gli uccelli del cielo, osservate come crescono i gigli del campo – si è intrecciata con l’esperienza umana di sei testimoni di fiducia della terra dell’Agro: sant’Alfonso Maria de Liguori, sant’Alfonso Maria Fusco, il beato Tommaso Maria Fusco, la venerabile madre Maria Consiglia Addatis e i due servi di Dio Enrico Smaldone e Alfonso Russo.

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