La Chiesa ha nel suo DNA la vocazione alla formazione. Gli spunti e i suggerimenti di mons. Giudice per vivere i campi scuola attingendo alla grande tradizione biblica e alla vita dei santi

 

L’estate per le nostre comunità cristiane è tempo di campi scuola, grest, campeggi, uscite, tempo di formazione e di educazione. La Chiesa ha nel suo DNA la vocazione alla formazione e nella sua lunga storia è stata maestra per tanti, educata dall’unico Maestro. Riprendiamoci queste belle esperienze e facciamo sì che, con il contributo di tutti, il tempo estivo non sia un tempo vuoto, vacuo, solo di vacanza, ma tempo estate eccezionale, tempo di e-state insieme.

Questo periodo può diventare anche un’occasione vocazionale e non soltanto, come si diceva una volta, tempo di mietitura del diavolo.

Qualche indicazione, forse, ci può aiutare. Queste esperienze non siano mai improvvisate, ma preparate con cura e invitando anche le famiglie ad essere presenti e siano quasi la raccolta e la conclusione di un anno pastorale.

Ci siano in questi nostri incontri, dove è possibile, una varietà di vocazioni: famiglie, religiose, religiosi, sacerdoti, seminaristi, diaconi, veri laici ecclesiali, in modo che i ragazzi abbiano contatto con testimoni credenti e credibili della vita cristiana.

Per i temi da scegliere per gli incontri non affidiamoci a testi laici e improvvisati, ma attingiamo dalla grande tradizione biblica che è il “grande codice dell’umanità”. Che tristezza a volte vedere i nostri ragazzi confrontarsi con sciatti personaggi di alcuni fumetti o di altre storie, che non hanno nulla di educativo. Noi abbiamo la Bibbia, abbiamo le storie e i personaggi biblici, la vita dei santi, da cui attingere e da cui possiamo tanto imparare.

Non facciamo che per essere moderni ci affidiamo a storie banali e diseducative, che lasciano l’amaro in bocca o veicolano pseudo modelli, non poche volte in contrasto con la tradizione cristiana. Costruiamo i nostri percorsi educativi a cominciare dal dato biblico e avremo modo di intingere il pennello della nostra fantasia e creatività, sempre in dialogo rispettoso con il mondo, nelle grandi e appassionanti pagine e storie bibliche.

Ascolteremo, impareremo, imiteremo e così nasceranno vocazioni alla gioia e non tristi mestieranti del sacro. E che bel segno ecclesiale se potessimo proporre di anno in anno un’icona biblica, uguale per tutti in modo da costruire ecclesialità, da declinare in tutte le esperienze estive.

Potrebbe essere questa un’idea coltivata dai seminaristi e dai gruppi vocazionali. Buona e-state insieme!

 

† Giuseppe, Vescovo