Servo di Dio Sabatino Jefuniello

Sabatino JefunielloNacque a Sarno il 19 Dicembre 1947.

Secondogenito di tre figli, in casa vivevano oltre che con i genitori, anche con i nonni materni e quattro zii. Educato fin da piccolo all’essenzialità, anche per le condizioni economiche familiari, crebbe con giovialità ed armonia.

Appena in età di catechismo, frequentava tutti i giorni la Parrocchia di S. Sebastiano in Sarno a cui apparteneva. Maturò fortemente i sentimenti di lealtà e di cortesia e, fin da piccolo, un’attenzione speciale per i poveri. Spesso, tornava a casa dicendo di avere fame, prendeva un pezzo di pane e lo portava a qualche ragazzo che non ne aveva.

Seguì l’Azione Cattolica nella sua Parrocchia dove maturò il senso religioso e la vita di fede.

Comprese che il lavoro non ha solo una valenza economica ma anche una interazione tra i colleghi. Crebbe con l’intenzione che fosse urgente instaurare nelle fabbriche e negli uffici un clima di umanità, benevolenza, amicizia e rispetto reciproco.

Conobbe l’ambiente in quanto il papà lavorava come guardiano in una fabbrica.

Amava festeggiare l’anniversario del Battesimo e della Cresima più che il suo compleanno. Fin da piccolo fece l’apprendista presso un barbiere. Al termine della prima media non volle proseguire gli studi, preferì lavorare, nella sua decisione vi era anche il sogno abbozzato di essere povero con i poveri anche sotto il profilo culturale. Idea che concretizzò poi da giovane in un volere di radicalità evangelica.

A 16 anni comunicò a suo padre il desiderio di voler entrare in Seminario, ma il papà non fu molto d’accordo della sua decisione. Con molta fermezza qualche anno dopo decise di entrare in Convento, tra i Frati Minori, e fu mandato, per gli studi, ad Altavilla Silentina.

Fu costretto poi a lasciare perché non riusciva a sostenere lo studio.  Sabatino divenne per questo silenzioso e triste; accolse allora, la proposta della sorella maggiore, di trasferirsi con lei a Milano in cerca di una occupazione.

Nel 1968 si trasferì a Milano dove lavorò come metalmeccanico, commesso, e infine come fattorino portavalori. A Milano Sabatino approfondì il suo vivere Cristiano. La sua attenzione ai poveri lo portò all’incontro con Fratel Ettore, Camilliano con cui si prodigò nell’aiuto ai barboni nel Rifugio di Via Sammartini.

Divenne il fedele braccio destro di Fratel Ettore. Sabatino stabilì il valore del tempo scandendolo con la carità. Si ispirava volentieri all’eroismo caritatevole di S. Camillo de Lellis. Come il Santo, Sabatino sapeva scovare i poveri dappertutto per star loro vicino. I barboni furono veramente amici di Sabatino; era loro vicino con affetto fraterno e grande sollecitudine.

Partecipava ogni giorno all’Eucaristia, che costituiva per lui l’alimento indispensabile per la sua appassionata carità. Si impegnò nella Parrocchia della Madonna del Suffragio e nell’oratorio per il servizio del bar. In Parrocchia e presso i Frati Cappuccini di Via Piave maturò la sua vita di Preghiera e il suo Cammino di Fede. Lo zelo caritativo dei frati, nell’opera di S. Francesco, ispirava a Sabatino un coinvolgimento sempre più intenso nell’esperienza di Dio.

Entrò a far parte del Piccolo Gruppo di Cristo, una associazione di laici di formazione spirituale e di carità. Scelse la strada del celibato per il desiderio di amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo fino all’immolazione di sé. La preghiera, l’umiltà, la povertà e la speranza furono virtù che lo contraddistinsero.

Nel 1982 Sabatino si ammalò di broncopolmonite nella quale, nonostante le cure, ricadette per ben tre volte. Morì il 30 Agosto del 1982 al Policlinico di Milano. Il suo corpo riposa nella Cappella delle Apparizioni della Madonna di Fatima in Casa Betania a Seveso.

(Da DON ROBERTO FARRUGGIO, Volto da contemplare: volti da mostrare, Azione Cattolica Italiana Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, Nocera Superiore 2005 e da DON ROBERTO FARRUGGIO, Sulle Orme dello Spirito… nel bimillenaria cammino della Chiesa Priscana, Editrice Gaia, Angri 2007).