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Lettera riguardo i festeggiamenti in onore di S. Giovanni ad Angri

A mons. Vincenzo Leopoldo e alla Commissione Festeggiamenti Santo Patrono Angri e p. c. alla Comunità Diocesana Carissimo don Enzo, rispondo alla missiva del 16 marzo u.s. nella quale mi viene presentata la devozione della città di Angri e la…

A mons. Vincenzo Leopoldo e
alla Commissione Festeggiamenti Santo Patrono
Angri

e p. c. alla Comunità Diocesana

Carissimo don Enzo,

rispondo alla missiva del 16 marzo u.s. nella quale mi viene presentata la devozione della città di Angri e la festa del Santo Patrono e proposte per la processione.

Nel frattempo mi sono documentato, non solo ascoltando la gente e i presbiteri, ma anche leggendo il Dossier conservato in Curia su questo argomento e dal quale si evince una continua diatriba tra Curia e Comitato Festa, che è saggezza sempre evitare.

Voi ben sapete che, per come è stata trattata la materia, il terreno è minato e richiede una saggia riflessione pastorale, che deve essere condivisa dal Consiglio Pastorale, per non sconfessare il lavoro fatto con sofferenza da altri e per aprire piste nuove che possano favorire il dialogo tra di noi e le opportunità per la nuova evangelizzazione, che non deve diventare soltanto uno slogan, atto a coprire la nostra pigrizia.

In questo primo tempo ho guardato, ascoltato, riflettuto, pregato e mi sono reso conto che la pietà popolare è ancora molto radicata nel nostro territorio e può, se saggiamente orientata, diventare ancora una opportunità pastorale. Non può essere affrontata contra gentes, ma deve rientrare nella missione ad gentes.

Rimando alla saggezza del Parroco, del Consiglio Pastorale Parrocchiale e della Commissione per i festeggiamenti la capacità di ripensare la festa di San Giovanni con qualche modalità che vengo a suggerire.

Pertanto, il Vescovo concede “ad experimentum” per un anno che la peregrinatio si faccia la domenica e lunedì (in due giorni), ma abbiamo bisogno di soffermarci per qualche riflessione, che può tornare utile a tutti.

a)      Il termine peregrinatio è diverso dal termine processione. È bene educare a dire che l’effige di San Giovanni fa la peregrinatio domenica e lunedì (due giorni) e la processione al rientro la sera. La questione terminologica oggi non è secondaria, e ci accorgiamo che peregrinatio e processione sono due modalità diverse di onorare il Santo. Su questo punto, che non è solo terminologico, è bene orientare la riflessione dei nostri fedeli e farne comprendere la differenza. In questo modo, usando la diversa terminologia, riusciamo a mettere insieme il momento in cui il Santo “va a visitare la gente” e il momento della “processione tradizionale”, durante la quale il Santo, con la presenza di tutta la ministerialità diffusa nella parrocchia, ritorna nella sua Chiesa.

b)      Quando l’effige di san Giovanni arriva nei luoghi dove è attesa, bisogna evitare le corse e le improvvisazioni che rasentano la superstizione.

È bene che dove il Santo viene accolto, ci sia qualcuno (un Prete, un diacono o una suora) che aiuti per un decoroso attimo di preghiera e ci siano come dei punti di ritrovo dove si fa sosta per pregare e non per banchettare.

c)      Questa nuova modalità, che di nuovo deve avere lo spirito e il decoro, invita a stare accanto al fenomeno della pietà popolare, senza affidarla imprudentemente ad alcuno, per purificarla dal di dentro e per orientarla sempre verso la centralità dell’altare, ben sapendo la differenza tra devozione e fede.

d)      Non manchino nella preparazione alla festa momenti di catechesi, utilizzando anche i nuovi linguaggi mediatici, in cui venga presentata e riattualizzata la vita del Santo, che nuovamente deve parlare alla nostra gente.

Non ci sia spreco nella festa, ma sobrietà e attenzione al momento di crisi economica che stiamo vivendo.

Non manchi nel bilancio della festa una voce per la carità, per portare un po’ di festa dove c’è solitudine e povertà.

e)      Siano chiari e trasparenti i bilanci della festa e rientrino nel bilancio più ampio della Parrocchia.

Se il Parroco e il Consiglio Pastorale Parrocchiale lo ritengono opportuno, per il bene della comunità, la Commissione Festeggiamenti può, al termine della festa, essere riconfermata per il nuovo anno o sciolta e quindi decadere.

Questa riflessione, che invito ad approfondire nella preparazione alla festa, ci dice che non stiamo tornando indietro, ma sicuramente vogliamo andare avanti cogliendo tutte le opportunità che la nuova situazione ci presenta e avendo come fine sempre e soltanto l’evangelizzazione.

San Giovanni non  è “canna sbattuta dal vento” (Mt 11,7), ma è profeta forte e coraggioso che, mentre ci indica l’Agnello, ci ricorda che “non ci è lecito” (cfr Mt 14,4) confondere la festa religiosa con una semplice sagra di paese.

Egli ci chiama alla fede forte, per evitare che “i violenti si impadroniscano del Regno” (Mt 11,12) e per farci crescere nella statura di Gesù, disposti anche a perdere la testa per la verità.

Non manchino saggezza e prudenza pastorale; attenzione alle sane norme liturgiche e canoniche e superamento del fiscalismo per fare delle nostre feste, e della festa di San Giovanni in oggetto, un momento, una occasione per ri-dire la fede e per accompagnare tutti e ciascuno verso la maturità in Cristo, con la coscienza che Lui deve crescere e noi sempre diminuire (cfr Gv 3,30).

Mi è gradita l’occasione per salutarvi e benedirvi nel Signore.

+ Giuseppe Vescovo

Nocera Inferiore, 1 maggio 2012

San Giuseppe Lavoratore

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